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Super Robot Wars 30 – Recensione, il sogno proibito per i fan dei Mech

Super Robot Wars 30 è un RPG tattico a turni dal carattere marcatamente nipponico, che prende come fonte d’ispirazione le celebri saghe di anime e manga giapponesi degli anni 70/80 per costruire un metaverso proprio, supportato da innumerevoli licenze ufficiali. Fra queste troviamo ad esempio il famosissimo Mazinga, o il gruppo Combattler o ancora il poliziotto elettronico J-Decker e moltissimi altri; insomma tutti marchi che hanno appassionato per decenni milioni di appassionati. Super Robot Wars 30 è quindi un titolo che vuole sprizzare amore per la terra del sol levante da tutti i pori, con una forte componente narrativa e una marea di cameo, tuttavia vi sono anche alcune importanti criticità da valutare nel prodotto, che analizzeremo in sede di recensione.

Una guerra senza fine, come gli stereotipi

La storia di Super Robot Wars 30 prende il via con un’interessante premessa: il mondo è diviso da diverse guerre interne e esterne, con ribellioni e dichiarazioni d’indipendenza, che al contempo si sommano anche con un’invasione aliena. Insomma, una situazione senza speranza che il nostro giovanissimo protagonista si troverà ad affrontare per dare alcune speranze di sopravvivenza alla razza umana. Infatti, sotto alla base di un rifugio per cadetti è stanziata una super nave da battaglia: la “Dreistreger“, un portentoso vascello da guerra spaziale, capace di fornire supporto ravvicinato dall’altissimo potenziale.

La razza dei Kikaiju, dei colossi meccanici alti quanto grattacieli, attacca però la struttura dove è nascosta la Dreistreger minacciandone la distruzione quando ancora a terra. Sarà quindi compito nostro usare un mega meck da combattimento, l’Huckebein 30, per far guadagnare tempo al team di decollo e così iniziare l’avventura del gioco. La storia da qui in poi prosegue con alti e bassi estremamente marcati: da un lato sono epiche le entrate in scena di alcuni eroi celebri come lo stesso Mazinga che irrompe in nostro soccorso con tutte le tecniche da combattimento conosciute nell’anime, dall’altra il titolo si mostra come tragicamente prolisso in determinati momenti.

 

Un esempio di questo problema si ha già nei primi minuti di gioco, dopo aver completato il tutorial, con i personaggi impegnati in una discussione per circa una quindicina di righe di testo sulla stessa inutile faccenda, ancora e poi ancora, e con una narrazione che in generale è molto lenta e prende i tempi tipici dei cartoni. Capiterà quindi di vedere un personaggio stereotipato fare un lungo monologo – a qualche passo da un mortale esercito nemico – su quanto sia importante il potere dell’amicizia e su come grazie al fatto che abbia finalmente aperto il suo cuore ora sia pronto a sbloccare tutto il suo potenziale, etc. Momenti che a nostro parere sono decisamente dimenticabili.

Questi frangenti sono però alternati ai già citati frangenti epici veramente bellissimi da vedere e poi da giocare, con gli eroi che si coalizzano in un unico fronte di battaglia per sconfiggere all’unisono le orde nemiche in delle ipotetiche cariche da guerra. Il tutto risulta galvanizzante grazie alle voci originali in giapponese, con buoni doppiatori in questa lingua e i sottotitoli in inglese che sono facili da seguire e molto scorrevoli. Inoltre, alcune volte la stessa sceneggiatura riesce a imbastire dialoghi filosofici piuttosto interessanti.

Super Robot Wars 30

 

Battaglie fra giganti

Al contrario dell’apprezzato New Gundam Breaker (qui la recensione) che ci metteva in mano dei gunpla da comandare in terza persona, Super Robot Wars 30 si rivela un prodotto a metà fra uno strategico e un gioco di ruolo tattico a turni. Per intenderci, potremmo citare per lo stile dei combattimenti, quello dei vari Disgaea o Fire Emblem. Tuttavia, nonostante lo stile di gioco abbia alcuni punti di riferimento con altri prodotti dai generi simili, esiste una fondamentale differenza con gli altri esponenti, vale a dire il livello di difficoltà. Super Robot Wars 30 è un gioco drammaticamente facile e semplice sul piano meramente strategico, anche alle difficoltà più elevate e bastano piccole tattiche basilari d’assalto per ottenere la capitolazione di tutto l’esercito avversario, seppur quasi sempre molto superiore come numero.

Esiste una certa profondità nel gameplay nel lato economico e nel potenziamento delle unità, con addirittura ben 3 valute diverse utili a gestire i vari aspetti dei booster che avremo a nostra disposizione per i nostri colossi, ma al livello di sfida più basso tali upgrade risultano talmente dirompenti, da essere sbilanciati. Ma andiamo più a fondo nel sistema tattico di gioco per capirne meglio le potenzialità e i difetti: durante le partite ci sono come al solito due fasi, una nella quale il player muove le proprie pedine e l’altra dove l’intelligenza artificiale muove le sue. Appena una coppia di unità, fra loro ostili si trovano in range di combattimento (area rossa), può scattare la battaglia con una visuale tattica preliminare. Qui l’attaccante sceglie le proprie armi e in base alla distanza e soprattutto alle statistiche di cui parlavamo prima, si ottiene a schermo una percentuale di riuscita o meno dell’attacco. Queste probabilità possono essere drammaticamente influenzate dalle stats dei singoli personaggi, con risultati talvolta dirompenti.

Super Robot Wars 30

Per quanto riguarda il difensore durante le offensive, ha anche lui modo di reagire selezionando 3 possibili mosse, delle quali però solo una è quasi sempre la soluzione migliore, e sono il contrattacco, ripararsi, e la schivata. Fra il terzetto di azioni in difesa, il contrattacco ha la maggiore probabilità di risultare efficace, visto che dopo aver subito, o schivato un colpo dal nemico, si può provare a contrattaccare con un’arma a propria scelta infliggendo così enormi danni. Schivare o ripararsi, aumenta invece soltanto la possibilità evitare il danno o di subirne molto meno, e vanno usate solo ed esclusivamente se si hanno pochi HP e non si vuole rischiare una potenziale e prematura dipartita.

Di conseguenza, se doveste trovarvi inizialmente spaesati per i comandi e per come muovere i primissimi passi, non dovete farvi intimidire, perché una volta compresi i processi tutto sarà estremamente semplice. Infatti, andando avanti nell’avventura, potremo costruire una vera e propria armata di Super Robot, dotati di molteplici statistiche e di potenzialità che, come è logico negli anime, tendono ad essere eroi dalla grandissima potenza, capaci di annientare orde infinite in pochi minuti.

 

Grafica leggera ma poco definita

Da un punto di vista prettamente tecnico, Super Robot Wars 30, si è distinto in questa recensione soprattutto per la qualità di essere un titolo particolarmente leggero su quasi qualunque hardware, anche quelli che hanno sulle spalle oltre 7 anni. Questa duttilità nelle prestazioni è principalmente dovuta alla presenza di immagini statiche e di animazioni disegnate a mano o con il computer. Il lato negativo è che quando si esce dalle sezioni con i dialoghi o dai combattimenti, si può facilmente notare come l’ambientazione di gioco, vista dall’alto sia spoglia di particolari e poco definita. In parte il tutto viene giustificato dalla distanza della visuale che vede Robot alti quanto un grattaceli come delle piccole pedine, tuttavia le aree restano comunque molto spoglie e con una qualità delle texture poco definite (complice anche il genere di appartenenza). Nulla di grave o terribile, visto che almeno i modelli 3D e 2D dei personaggi principali sono molto belli, ma non avrebbe guastato una maggiore cura anche per la grafica nelle sezioni strategiche e tattiche.

Super Robot Wars 30

6.6

Super Robot Wars 30 è un titolo con alcune buone potenzialità, un prodotto che farà tornare bambini molti amanti degli anime degli anni 80/70 e che garantisce una quantità enorme di contenuti sotto licenza. Tuttavia, sono presenti anche i limiti di una narrazione che tocca alti considerevoli e al contempo bassi spiazzanti, e di un gameplay che è molto tecnico sulla carta, ma che poi ha un grado di sfida normale semplicemente irrisorio. Parliamo quindi di un gioco che saprà emozionare solo alcuni tipi specifici di giocatori, ma che potrebbe lasciarne altri molto delusi o annoiati. Di conseguenza, se avete voglia di rivedere alcune delle più celebri star del mondo anime nipponico tutte insieme, questo gioco potrebbe fare per voi, altrimenti, ci sono tanti altri strategici a turni interessanti con una struttura ludica più rifinita.

Samuel Raciti
Videogiocatore incallito, lavora anche come Amministratore condominiale in real life. Questa professione gli ha insegnato, fra le altre cose, l’arte della pazienza e della mediazione, così scarsamente presenti nel mondo di Internet come in quello delle riunioni condominiali. Mal sopporta gli hater seriali, ma apprezza chi in buona fede si impegna per far valere il proprio pensiero e la propria visione del mondo dei videogiochi.

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