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Stream Deck + – Recensione, arriva il dispositivo definitivo

Il mondo del digitale affascina ogni giorno che passa, ma più andiamo avanti e più ci accorgiamo che, soprattutto nel lavoro (ma anche talvolta nello svago), quando serve avere funzioni a portata di mano, tornare a delle funzioni analogiche (con pulsanti da premere) può non solo risultare utile, ma talvolta vitale. È per questo che nell’ecosistema Elgato troviamo i prodotti Stream Deck davvero eccezionali, device capaci di totale personalizzazione, ma che una volta impostati permetteranno di avere a portata di dito ogni funzione del vostro PC, che siate streamer, video maker, grafici o appassionati di Dungeons & Dragons che vogliono gestire musiche e luci in modo veloce e scenico. Abbiamo avuto modo di provare in anteprima, e approfonditamente, il nuovo Stream Deck +, dispositivo della famiglia che si discosta dal semplice cambio di dimensioni (e numero di pulsanti) in favore di due tecnologie innovative: i dial, quattro manopole situate nella parte bassa del device, e la touch strip, una sottile striscia di display touch che permette di vedere le funzioni delle manopole e di averne di altre.

Dial

Partiamo dalla prima grande novità: non abbiamo mai visto questi dial, che da noi chiameremmo “manopole”, su un prodotto Stream Deck. Si tratta a tutti gli effetti di una nuova aggiunta da molto richiesta, e che finalmente arriva. Configurabili sempre attraverso il software dedicato, essi permettono di poter gestire varie funzioni create ad hoc, oltre che sistemarle anche in una sorta di cartelle: se infatti la funzione più classica permetterà di ruotarle per alzare o abbassare un indicatore, e premerle per mutarlo o smutarlo, impostare le Dial Stack permetterà invece di avere più funzioni intercambiabili tramite la pressione della manopola. Quest’ultima funzione sarà visibile attraverso un piccolo simbolo posto sul campo superiore, nella touch strip, dando quindi visione della possibilità di avere altre funzioni da poter sfogliare.

Parlando dell’esperienza, queste manopole sono di ottima manifattura: un feedback tattile analogico si può sentire mentre le ruotiamo, scandendo i vari step, mentre il click è piacevole e delicato, restituendo oltre che un feedback tattile anche uno sonoro. Le quattro manopole saranno coordinate con un display posizionato leggermente sopra, con funzioni touch: chiamata touch strip, questa piccola fascia di display potrà fare tanto altro di più.

Touch Strip

Questa piccola striscia di display potrà avere davvero molte funzioni, per lo più interessanti. I comandi che potremo impartire sono legati al tocco, al tenere premuto e allo swipe: a seconda della funzione, coordinata con le manopole sottostanti, avremo quindi effetti diversi che potranno tornare utili. Per quanto concerne lo swipe, questo si replicherà anche sugli 8 tasti superiori, permettendovi di cambiare pagina in modo facile e pratico (e mostrando uno sfondo personalizzato configurabile dal gestionale).

Parlando dell’esperienza avuta con questa touch strip, il display è piccolo quanto basta per poter mostrare le informazioni utili e mettere a disposizione le funzioni necessarie, senza però andare ad occupare troppo spazio (motivo per cui questo Stream Deck + riesce ad avere dimensioni contenute nonostante le molte funzionalità. Lo swipe è pratico e non richiede una gesture troppo marcata, e il touch non restituisce alcun feedback se non quello visivo, grazie a dei piccoli cambi di luminosità che vi faranno capire cosa sta succedendo (e in caso non ci riusciste, sul software vi darà tutte le funzioni disponibili su quel comando.

Pulsanti

Non c’è Stream Deck senza pulsanti: in questo caso ne abbiamo 8, più grandi dello Stream Deck XL ma comunque di più di un classico Stream Deck Mini: li conosciamo già bene, soprattutto considerate le moltitudini di funzioni che sono applicabili ad essi. Come già sappiamo bene, Stream Deck è capace di interagire con praticamente tutto il nostro computer, ma è sicuramente con gli altri prodotti Elgato che da il massimo. Testandolo infatti con Camera Hub di Facecam, Wave Link per il microfono e Control Center per la gestione delle luci, abbiamo avuto modo di interagire con facilità con tutte le funzioni, ma se le feature più “ovvie” riescono benissimo, è con quelle meno ovvie che avviene la magia.

Il software infatti permette di gestire le macro e le combinazioni di tasti: queste, applicate ad un programma di photo editing, può portare ad inserire feature legate a cambi di colore, alla scelta dello stile e della dimensione del pennello e allo switch di vari livelli in pochi secondi, senza, dover usare il mouse ma sfruttando un dispositivo dotato di quattro manopole analogiche (in questo caso, nel display potrete anche mettere delle grafiche per capire le varie funzioni).

Considerazioni Finali

Ci è difficile non divide il pubblico che potrebbe necessitare di uno Stream Deck +: se da un lato infatti pensiamo che l’inserimento dei quattro dial e della touch strip siano un qualcosa di eccezionale, dall’altro il prezzo di vendita e le funzioni proposte lo rendono un prodotto perfetto anche per chi è alle prime armi. Crediamo che, alla fine dei conti, persino chi è abituato ad usare uno Stream Deck XL come noi, grazie ai suoi 32 tasti capaci di permettere di impostare una moltitudine di funzioni, potrebbe pensare di affiancare uno Stream Deck + per inserire altri comandi, ma soprattutto per inventare nuove dinamiche che si sposano meglio con il sistema di manopole.

Parlavamo anche dell’entry level: ad oggi lo Stream Deck + è il dispositivo della famiglia con tutte le funzioni disponibili, e con un paio di aggiunte davvero rivoluzionarie. Il prezzo di vendita proposto è di 229,99€, una cifra superiore sicuramente allo Stream Deck classico, ma di soli 70€: questa aggiunta, che potrebbe sembrare una spesa aggiuntiva, in realtà porta a non dover investire molti più soldi su altri sistemi per il controllo del volume, condensando il tutto in un device piccolo, agile e dalle mille funzionalità.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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