State of Decay 3, lo studio finisce nell’occhio del ciclone: è polemica

State of Decay 3 negli ultimi anni ha visto diverse difficoltà, così come anche lo studio di sviluppo Undead Labs, intervistato da Kotaku.

Gianluigi Crescenzi
Di Gianluigi Crescenzi - Deputy Editor News Lettura da 4 minuti

Stiamo vivendo ad oggi un periodo molto delicato nel mondo, e non parliamo solamente quello del gaming, né tanto meno stavolta ci stiamo riferendo alla gravissima situazione della guerra in Ucraina. Stiamo parlando dei vari episodi di sessismo, bullismo, e altre gravi cose che vengono a verificarsi nei posti di lavoro. Durante questi giorni, Kotaku ha svolto delle ricerche e ha raccolto le testimonianze di 12 sviluppatori rimasti anonimi, provenienti dallo studio di Undead Labs, attualmente a lavoro su State of Decay 3.

Negli ultimi periodi Microsoft stessa ha parlato di come l’azienda abbia fatto dei passi da gigante e implementato dei cambi significativi, con un nuovo team di leader che contano nel 2021 l’assunzione del 42% di donne o non-binary, e il 29% di persone provenienti da minoranze etniche. Questo, con anche un sondaggio di marzo 2022 sul benessere, con l’84% degli intervistati che avrebbe raccomandato Undead Labs come un buon posto dove lavorare.

Tuttavia, alcuni sviluppatori ad ora nello studio, ed alcuni ex, hanno affermato che i numeri citati “non raccontano l’intera storia” dei dolorosi ultimi due anni, o di quanto lo studio o Microsoft saranno impegnati a supportare un’ondata così grande di assunzioni, ora che il gioco si fa duro. Il tutto che va ad aggiungersi alle serie difficoltà date dall’enorme salto in avanti che il gioco doveva fare dall’essere una “semplice opera indie” ad un titolo alla stregua dei Tripla A.

State of Decay 3

Nella storia di Kotaku, ci viene raccontato come per rispettare delle milestone e delle richieste per State of Decay 3, si sia finiti per avere una sorta di “buffet” di idee da cui poter attingere, ma con neanche una linea guida maestra da seguire per lo studio: come è stata definita da un ex dipendente anonimo, “una sorta di checklist senza la volontà di fare un gioco divertente”.

Queste le parole di un altro di essi:

Quando mi hanno intervistato al Lab, mi è stata venduta l’idea di uno studio in transizione, che stava rendendo inclusività, diversità ed equità una priorità assoluta. In realtà, la leadership dello studio dipingeva un volto della DEI per Microsoft, mentre le donne invece venivano costantemente ignorate, messe in discussione, interrotte, licenziate o incolpate.

Altre testimoni anonimi, hanno riportato tali commenti:

Le opinioni delle donne sarebbero completamente respinte, anche per la conoscenza base dei codici o dei giochi, nessuno le avrebbe ascoltate, così come le donne nelle posizioni dirigenziali, completamente ignorate, discusse o accusate di problemi.

Un ex sviluppatore ha detto di ricordare addirittura che gli uomini chiedevano alle donne di prendere appunti durante le riunioni, come se la loro esperienza fosse nulla, e addirittura aggiungendo dei commenti sessisti come “non sei bella come al solito oggi” o “sono sorpreso che una ragazza come te abbia un lavoro del genere”.

Insomma, commenti molto forti e temi molto gravi quelli che dipendenti ed ex dipendenti hanno fatto ai colleghi di Kotaku, commenti che di certo avranno una risonanza.

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Di Gianluigi Crescenzi Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.