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So Cosa Hai Fatto – Recensione dei primi 4 episodi della serie horror

La realtà non è mai limpida come sembra, e anche le persone più vicine a te e delle quali ti fidi ciecamente potrebbero rivelare di essere qualcuno che non ti aspetti. Con questo filo conduttore è stata creata So Cosa Hai Fatto, serie thriller horror che approderà su Amazon Prime Video a partire dal 15 ottobre. Tratta dal romanzo di Lois Duncan del 1973, I Know What You Did Last Summer, e di cui è stata già trasposta una pellicola nel 1997, la storia gira intorno a un gruppo di ragazzi adolescenti di Wai Huna, colorata città dell’arcipelago delle isole Hawaii. La serie si compone di 8 episodi, di cui noi abbiamo potuto vedere i primi 4 in anteprima, procediamo quindi con la nostra recensione.

Un teen horror interessante

La serie fin dai primi minuti mette in chiaro le sue intenzioni, e fa capire sia che non si tratterà di una serie spensierata e allegra, sia che si svolgerà su due piani temporali diversi: quello presente in cui i protagonisti stanno vivendo le loro vite, e quello passato, per la precisione di un anno prima, rivisto tramite l’utilizzo di flashback e ricordi, che però sono così frequenti e lunghi da dare l’idea allo spettatore di star seguendo contemporaneamente due storie diverse. Ed è proprio grazie a questo espediente narrativo che gli autori sono riusciti a creare interesse nelle vicende narrate, dando a chi sta guardando la serie la certezza di ciò che sta vedendo, per poi distruggerla successivamente con la realtà effettiva dei fatti.

So Cosa Hai Fatto

I protagonisti della vicenda sono 6: Margot (Brianne Tju), ragazza molto ricca di famiglia e con un folto seguito sui social online – in cui cerca di aumentare la propria popolarità – Riley (Ashley Moore), ragazza del gruppo che procura la droga per gli altri, Dylan (Ezekiel Goodman), ragazzo impacciato, sensibile e di buon cuore, Jhonny (Sebastian Amoruso), altro ragazzo del gruppo, ma un po’ più risoluto e determinato rispetto all’amico, e le gemelle Lennon ed Alison (Madison Iseman), sulle quali la storia si concentra un po’ di più, e che saranno al centro di tutte le vicende che accadranno nel corso degli episodi.

Il tempo non cancella proprio tutto

L’evento scatenante in So Cosa Hai Fatto, avviene un anno prima del presente, durante una festa organizzata da Margot per festeggiare il diploma di tutti. Alison, purtroppo, è l’unica a non aver superato gli esami, ma viene comunque convinta dal padre e dalla sorella ad andare a divertirsi un po’ con gli altri. Qui vengono palesati fin da subito i caratteri di tutti i personaggi, e della difficile relazione che corre tra le due sorelle: infatti se Alison è molto introversa e tendente all’asocialità, Lennon è incredibilmente estroversa e molto spigliata con chiunque incontri. Questa differenza tra le due sfocerà in un gran litigio, che porterà poi tutti e 6 i ragazzi in una situazione assurda e decisamente più grande di loro.

So Cosa Hai Fatto

Dopo un anno dall’accaduto, sembra che tutti siano riusciti ad andare avanti con le proprie vite, lasciandosi alle spalle quel giorno infausto e provando a dimenticarsene. Purtroppo per loro però le cose non stanno così, e non solo tutto ciò che è successo è ancora vivo nella loro mente, ma pare anche che qualcuno li abbia visti quella sera, e adesso stia cercando di farli impazzire perseguitandoli, mostrando loro immagini e oggetti particolari che ricordino quel momento. Ma le loro disavventure non finiscono qui, infatti questo non è che l’incipit, le loro vite saranno sconvolte totalmente, e si ritroveranno in una situazione surreale dopo l’altra, arrivando a comprendere che non possono più fidarsi nemmeno l’uno dell’altro.

Nessuno è davvero quello che sembra

Craig Macneill, il regista di So Cosa Hai Fatto, cerca di portare a nudo il lato oscuro di ogni personaggio. Fin da subito infatti ci viene mostrato come anche tra le due gemelle non ci sia solo qualche battibecco familiare a farle litigare, ma del vero e proprio rancore profondo e sedimentato, così come negli altri ragazzi della serie. Sebbene infatti, almeno per i primi minuti in cui li vediamo sulla scena, ci vengano presentati come leali tra di loro e uniti, basteranno poche puntate a dimostrare come il dubbio si annida tra di loro, oppure ancora come ci mettano poco a decidere di lasciare qualcuno indietro e abbandonarlo a sé stesso, purché ci sia un tornaconto personale.

So Cosa Hai Fatto

Purtroppo, nonostante una buona premessa – e degli ottimi colpi di scena a livello narrativo – arriviamo al primo significativo difetto in questa recensione di So Cosa Hai Fatto: i comportamenti dei giovani e i loro dialoghi. Spesso infatti si possono notare degli atteggiamenti dei protagonisti eccessivamente stereotipati verso il “ragazzo moderno che pensa soltanto a festa, drogarsi, bere, ed è fissato con il proprio smartphone”. Per quanto possano celare dei piccoli fondi di verità per quanto riguarda la società odierna, e per quanto questa sia ovviamente un’opera di fantasia, certi dialoghi e comportamenti fanno perdere buona parte della presa e dell’immersività che il resto degli intrighi e della trama erano riusciti a creare.

Le conclusioni finali della recensione di So Cosa Hai Fatto

La serie si presenta come un’interessante teen mistery, che riesce a creare molto mistero intorno alle vicende dei poveri protagonisti, condendo il tutto con un pizzico di horror che mette adrenalina. Soffre un po’ di eccessivi stereotipi e situazioni un po’ fantastiche – nonostante la serie punti al realismo – ma tutto sommato è gradevole, soprattutto per un pubblico più giovane, o che magari voglia avvicinarsi ad il genere di paura partendo con qualcosa di un po’ più soft. Se invece foste interessati ad una serie più comedy, ma sempre da poter vedere su Prime Video, vi consigliamo di leggere la nostra recensione sui primi 4 episodi di Reservation Dogs, la nuova serie di Taika Waititi.

So Cosa Hai Fatto

7

So Cosa Hai Fatto, per quanto riguarda i primi 4 episodi, è una serie che sa creare colpi di scena. Riesce ad unire abbastanza bene il mistero ed il thriller ad un pizzico di horror, così da tenere lo spettatore incollato allo schermo per tutta la durata della puntata. Purtroppo però risente un po' dei dialoghi e delle relazioni tra i ragazzi protagonisti, che risultano un po' troppo superficiali e alle volte eccessivamente stereotipati. Nonostante questi difetti, la serie è interessante soprattutto per un pubblico più giovane, e riuscirà a creare molti cliffhanger finali inaspettati. Consigliata a chiunque cerchi una serie che riesca a mettergli un po' di brividi addosso, ma senza esagerare.

Leonardo Mesce
Nasce nel 1997 e fin da piccolo ha una grande passione per l'informatica trasmessagli da suo padre. Ottiene la sua prima console a 4 anni e si innamorerà molto velocemente di quel mondo, ampliando poi i suoi interessi anche verso fumetti, film e serie tv. Grande appassionato del mondo Pokémon e The Legend of Zelda.

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