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Sniper Ghost Warrior: Contracts – Provato dalla Gamescom 2019

Nata in sordina ormai diversi anni fa, la serie di Sniper Ghost Warrior si è con gli anni ritagliata il suo nutrito gruppo di estimatori, tanto che ora è sicuramente tra le più quotate saghe di sparatutto in soggettiva tra quelle disponibili sul mercato (anche solo per l’originalità del concept di base). L’ossatura del gioco si fonda, infatti, sulla possibilità di vestire i panni di un implacabile cecchino, attraverso missioni impostate più sull’aspetto tattico e strategico piuttosto che sull’azione sparacchina fine a sé stessa. Ciò ha permesso alla serie targata City Interactive di alzare la testa con orgoglio nell’affollato panorama degli FPS a tema bellico, cosa che sembra avere intenzione di fare anche il primo, vero spin-off della saga, ovvero Contracts.

La quiete prima della tempesta

Avendo avuto modo di vedere e provare con mano il gioco in occasione della recente Gamescom di Colonia, Sniper Ghost Warrior: Contracts ha messo in mostra molte delle qualità che vedremo nel prodotto finale una volta che questi sarà rilasciato nei negozi. Come prima cosa, il nuovo episodio della saga che abbandona le meccaniche open world viste nell’ultimo capitolo in favore di un approccio maggiormente sandbox e privo di linearità. La demo del gioco preparata dagli sviluppatori di CI Games era suddivisa in due parti ben distinte, entrambe ambientate nella mappa “Kolchak Harbor”. Nella prima abbiamo assistito a una missione giocata  dal team di sviluppo, durante la quale sono state messe in mostra le caratteristiche chiave e le varie novità implementate per l’occasione. Successivamente, ci è stato dato modo di provare con mano la stessa mappa, scegliendo se usare il medesimo approccio stealth visto a schermo oppure una tattica di gioco completamente diversa, magari concentrandoci su un altro obiettivo. 

Nella demo provata a Colonia, il contratto primario relativo alla mappa riguardava Igor Sekhov, CEO della  compagnia petrolifera conosciuta come Sekoil. Olga Kurchatova, sorella del primo ministro siberiano, ha deciso di sposare proprio Sekhov, al fine di consolidare il rapporto tra la  Sekoil e il governo siberiano. La coppia ha intenzione di sabotare alcune zone dell’artico manomettendo le piattaforme petrolifere delle compagnie concorrenti, al fine di acquisire il totale dominio commerciale sulla zona… Sempre che un certo cecchino non decida di intervenire, mettendo la parola fine allo strapotere della Sekoil.

La libertà di scelta sembra infatti essere una delle caratteristiche più importanti di Sniper Ghost Warrior: Contracts, abbracciando la filosofia dell’open world (ma con le dovute limitazioni, sia chiaro). Stando alle parole degli sviluppatori, il gioco includerà infatti ben cinque mappe del tutto differenti, ognuna delle quali proporrà al giocatore altrettanti obiettivi da portare a termine (chiamati più semplicemente “contratti”), i quali potranno essere completati in totale libertà e senza alcuna imposizione (se non quelli illustrati da un breve un briefing che ci darà modo di capire come e in che modo approcciarci alla missione). Vale a dire che una volta sul campo starà a noi e solo a noi decidere come agire.

Tra le principali novità introdotte nell’HUD, la possibilità di scoprire con anticipo traiettoria dei proiettili esplosi dal nostro fucile da cecchino (con tanto di scia luminosa), sebbene non manchi la classica kill-cam una volta premuto il grilletto. Ma non solo: il visore ottico può anche essere utilizzato per individuare obiettivi o strade secondarie, oltre a elementi dello scenario da usare a nostro vantaggio (come parti di edifici pericolanti). Insomma, al netto di questo primo test pad alla mano, Sniper Ghost Warrior: Contracts sembra avere tutti gli attributi per competere con i capitoli della saga principale, nonostante ci auguriamo che le buone intenzioni restino invariate sino alla release finale del gioco, prevista per il prossimo 22 novembre di quest’anno. Nel mentre, carichiamo il nostro fucile da cecchino.

Marcello Paolillo
Da anni critico del settore, ha scritto e scrive attualmente su diverse testate online dedicate ai videogames e al cinema, passando anche per i fumetti. La carriera di Marcello inizia nel 2003 e da allora non si è più fermato: dopo essersi fatto notare sui primi siti di settore, è arrivato a firmare articoli per le più importanti testate web italiane, oltre che per la carta stampata. Pavo non è il suo nome anagrafico: è il suo nome vero.

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