Smoke and Sacrifice – Recensione, il survival di Solar Sail Games arriva su console

Francesco Samperna
Di Francesco Samperna Recensioni Lettura da 7 minuti
7.5
Smoke and Sacrifice

Dopo essere arrivato su PC (piattaforma sulla quale vi abbiamo offerto la prima recensione) e Nintendo Switch, Smoke and Sacrifice approda finalmente anche su PlayStation 4 e Xbox One. Il titolo di Solar Sail Games ci porta ad affrontare un’avventura insolita e grottesca, che pesca a piene mani da più generi per creare un survival particolarmente efficace, non esente però da alcuni difetti. Andiamo quindi a scoprire insieme se, anche su console, il titolo mantiene il fascino della versione PC.

L’amore per un figlio

Iniziando Smoke and Sacrifice sarà impossibile non rimanere disorientati. Solar Sail Games ci catapulta in un mondo cupo, a metà tra lo Steampunk e il Fantasy.  Siamo nei panni di Sachi, una giovane madre che, per volere del villaggio nel quale vive, è costretta a sacrificare il proprio figlio a un misterioso macchinario che per gli abitanti del luogo corrisponde a una vera e propria divinità. Anni dopo, il villaggio viene attaccato: a causa di un malfunzionamento della strana macchina, il luogo non è più protetto. È questa l’occasione per Sachi di indagare all’interno del Tempio dove risiede il macchinario. All’improvviso, la donna si ritrova in un altro mondo (forse sottoterra?) ed è qui che inizia l’avventura della madre, che ancora a distanza di anni non si dà per vinta e cerca disperatamente di ritrovare il bambino che gli fu strappato tempo addietro. La landa inospitale dove si ritrova Sachi la obbligherà a stringere i denti, trovare risorse e affrontare immonde creature, nella speranza di poter un giorno riabbracciare suo figlio. Il resto della storia, scrivetela pure voi.

Tra fumo e oscurità

Lo abbiamo già anticipato, questa nuova terra è tutt’altro che accogliente e cela, nascoste nel fumo, moltissime ostilità. Prima fra tutte è l’aria: tutta la zona è infatti immersa in una nebbia tossica, alternata a momenti da aria pulita. Questo ciclo va a sostituire la notte e il giorno che potete già dimenticare, in quanto difficilmente troverete zone illuminate all’interno di Smoke and Sacrifice. Quest’importante premessa è necessaria affinché sia possibile comprendere maggiormente quello che è il gameplay del titolo. Lo abbiamo già anticipato, Solar Sail Games riprende vari elementi da diversi generi, che portano a costituire un sistema solido, ma con qualche piccola sbavatura. Innanzitutto, dovremo imparare ad utilizzare il basilare sistema di crafting, il quale funziona in modo davvero semplice: alla pressione di un tasto, Sachi costruirà l’oggetto desiderato, salvo ovviamente la mancata disponibilità degli ingredienti necessari. È necessario quindi raccogliere tutto ciò che si può trovare nel mondo di gioco, sperando che possa essere utile per realizzare una delle tante ricette trovabili in giro per la mappa. A proposito di trovare oggetti, ovviamente avremo a disposizione un inventario, il quale si rivela però essere piuttosto confusionale, senza alcuna modalità di organizzazione che, sicuramente, non avrebbe guastato. Con ciò che le capita a tiro, Sachi è quindi in grado di fabbricare lanterne, importantissime per attraversare il fumo tossico, consumabili, come per esempio bevande in grado di restituire salute, e soprattutto armi.

Combattere per sopravvivere

Se finire in un luogo così macabro sembrerebbe essere la peggiore delle disgrazie, per Sachi non è, purtroppo, finita qui. La giovane madre dovrà infatti affrontare nemici di vario genere, tutti ben diversificati e piuttosto ostici da abbattere. Questo piccolo survival infatti presenta un buon livello di sfida, sempre equamente bilanciata: Sachi, anche diventando molto forte nel corso dell’avventura, dovrà sempre vedersela con creature più potenti di lei. Arriviamo quindi a una delle note dolenti del titolo: il combat system. Esso è incentrato solamente su due tasti: quello di attacco e quello di schivata. Il sistema di combattimento non si rivela quindi essere così ben gestito come ci saremmo aspettati, mostrando di essere per nulla vario e piuttosto impreciso. Capiterà spesso infatti di ritrovarsi a colpire il nulla, proprio a causa di queste gravi sbavature. Un’altra grave pecca del titolo è rappresentata dal sistema di missioni. Infatti, non vi è un’evidente distinzione tra le missioni legate alla trama a principale e tra quelle secondarie. Questa potrebbe benissimo essere considerata una scelta degli sviluppatori, ma che non ci sentiamo appieno di appoggiare in quanto rende spesso confusionario lo svolgersi dei vari incarichi. La trama, seppur coinvolgente e ben scritta, ha sostanzialmente un difetto: la ripetitività. L’avventura procede infatti secondo uno schema molto semplice che si ripete nel corso di tutto il gioco: morale, a lungo andare potrebbe stancare.

Sacrificio su console

Arriviamo al dunque della questione: quali sono le vere differenze tra le due versione già uscite, PC e Nintendo Switch, e le versioni PlayStation 4 e Xbox One di Smoke and Sacrifice? Sostanzialmente non esistono. Non c’è un vero e proprio motivo, per l’appunto, per il quale dovreste preferire una console ad un’altra, fatta eccezione ovviamente per i comandi. Infatti, non vengono sfruttate le potenzialità del Dualshock 4, versione da noi provata per questa recensione, come per esempio il sensore di movimento o il touchpad. Un problema? Assolutamente no, ma si sarebbe certamente potuto fare qualcosa per quanto riguarda questo aspetto (magari legato proprio all’inventario). Nessun cambiamento neppure dal punto di vista tecnico: il gioco rimane ciò che era anche su PC e Switch, con un design particolarmente ispirato, sia per quanto riguarda le creature che Sachi andrà ad affrontare sia per le ambientazione che esplorerà, tutte molto varie e in grado di rapirvi fin dalle prime battute di gioco.

Smoke and Sacrifice
7.5
Voto 7.5
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Nato nel mai troppo lontano 2002, la sua immensa passione per i videogiochi nasce quando prende in mano per la prima volta il Dualshock 2. Amante dei titoli action, è sempre alla ricerca di nuovi e luccicanti trofei di platino. Tra una partita e l'altra trova comunque il tempo per un po' di sano binge watching!