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Silt – Recensione, e se dovessi combattere contro gli abissi più profondi?

La bellezza e la crudeltà dell’oceano e del mare sconfinato sono state più volte osservate da titoli videoludici quali Stranded Deep, l’artistico Abzu, oppure il recentissimo Subnautica e Subnautica: Below Zero. Seppur in salse differenti, uno più realistico e gli altri più volti all’originalità e alla creazione di uno storytelling completamente differente, tutti questi giochi hanno saputo ricordarci la natura feroce dell’acqua. In effetti, nulla è più letale e ci rende più deboli del mare sconfinato intorno a noi, potenzialmente pieno di nemici che ci guardano come prede. Silt, il nuovo titolo firmato Spiral Circus Games edito Fireshine Games che vi proponiamo in recensione, ci offre uno sguardo nuovo e interessante a riguardo.

Appena usciti i primi trailer, e la data di lancio fissata ad oggi primo giugno, non sono mancate moltissime osservazioni sullo stile delle illustrazioni e sulla narrazione silenziosa e raccapricciante che sembrava ricordare vagamente il noto Limbo. Per questo ci ha incuriositosi molto, fin dal principio: le atmosfere grigie, un mondo profondo e immerso nell’oblio, un silenzio scandito ancora di più dai rumori della natura e dalle creature pronte a ghermirci. Silt è un gioco d’esplorazione che ci metterà nei panni di un minuscolo sommozzatore, dedito a scandagliare gli abissi alla scoperta di misteri dimenticati e nascosti dalla marea. Il nostro scopo? Impadronirci delle creature intorno a noi e risolvere enigmi per sprofondare sempre più nell’oscurità.

Silt recensione

L’oceano non è mai stato così oscuro

Dobbiamo dire che fin dall’inizio il gioco sviluppato da Spiral Circus Games ci è sembrato estremamente diretto e piuttosto interessante da provare, proprio per la sua essenza oscura e macabra più che mai. Per cominciare con il verso giusto la nostra recensione di Silt, è necessario precisare che si tratta di un indie d’avventura semplice nel concetto e nel gameplay: due qualità che vanno proprio a braccetto per un prodotto dalla durata piuttosto breve. Il nostro unico scopo, nel ruolo del piccolo protagonista, è immergerci sempre di più e “possedere” fino all’ultima creatura presente nell’oceano. L’ovvio obbiettivo è riportare “alla vita” qualcosa di sepolto da molto tempo e che, silenziosamente, ci verrà rilevato dall’estenuante esperienza del sommozzatore.

L’intera run ci ha riportato a memorie già vissute in cui avevamo già interpretato un piccolo granello di sabbia inserito in un mondo enorme, crudele e pronto ad inghiottirci. Ci basta pensare a Little Nightmares oppure al più recente White Shadows, giusto per nominarne un paio. In questi mondi essere piccoli ci svantaggia, ci rende più deboli e più spaventati, ma indubbiamente non meno caparbi. Per questo l’esperienza in Silt è così interessante! Come anticipato da molti richiama l’atmosfera angosciante e tenebrosa di Limbo, ci propone una lore semi-nascosta, e una grande voglia di farci stringere il cuore nel petto di fronte a creature che fanno davvero di tutto per renderci un cadavere. Lo svantaggio dell’acqua è reale: le creature tenderanno a essere quasi sempre più veloci di noi, pur lasciandoci un minimo margine di salvezza.

L’esperienza di gioco è lineare, cosparsa di tanti piccoli enigmi che ci metteranno a confronto con la peggiore forma di talassofobia possibile. Non si tratta di un gameplay elaborato o che tende a crescere particolarmente nel corso del tempo, piuttosto cerca di essere costante e proporre piccoli nuovi step al giocatore senza inquietarlo o turbarlo ulteriormente. L’ambientazione e le creature sanno fare tutto il resto, generando un’imponente paura di agire, di girare l’angolo e trovare un nemico che ci ha attirato nella sua tana con la speranza di non vederci uscire. Passiamo infine alla chiusura della recensione di Silt, parlando del lato grafico e dello stile che contraddistingue questo videogame.

Il gioco cerca di trovare una grafica “sua”, inquietante, nel mondo bicromatico ideato dall’artista Mr Mead, le cui idee finiranno per tormentarvi a lungo nel corso della run e anche delle giornate successive. Occhi di pesci spiritati come non mai, rami che creano zone d’ombra a perdita d’occhio, piante carnivore agli angoli, luci abbaglianti che ci conducono verso una possibile morte. Silt è questo ed altro, e la nostra recensione non poteva mancare di rappresentare al meglio tutte le sue caratteristiche, dalla meravigliosa feature stilistica fino al lineare gameplay che non osa troppo ma rimane sulla sue. Un titolo interessante, non egregio, ma piacevole da scoprire.

Silt Recensione

6.8

:Silt è il nuovo gioco indie d'avventura firmato Spiral Circus Games ed edito Fireshine Games e fin dall'inizio dell'esperienza di gioco ci ha riportato a memorie già vissute in cui avevamo già interpretato un piccolo granello di sabbia inserito in un mondo crudele e pronto a ghermirlo. Il gameplay è semplice e lineare: dovremo risolvere tanti piccoli enigmi che ci metteranno a confronto con creature dell'oceano, pronte a ghermire il piccolo sommozzatore protagonista. Il nostro scopo è impossessarci di queste bestie degli abissi e riportare in vita qualcosa che è rimasto sepolto, molto tempo prima. Non si tratta di un gameplay elaborato o che tende a crescere particolarmente nel corso del tempo, bensì cerca di essere costante e proporre piccoli nuovi step al giocatore senza inquietarlo o turbarlo ulteriormente. La paura di agire, di girare l'angolo e trovare un nemico che ci ha attirato nella sua tana con la speranza di non vederci uscire, è davvero molta. Inoltre lo stile profondamente cupo delle illustrazioni e la narrazione silenziosa da cui Silt è caratterizzato, sono delle aggiunte preziose e molto impattanti sulla nostra esperienza finale.;s

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