Quando davanti alla propria tastiera ci si ritrova a giocare un nuovo titolo platform, di volta in volta la paura più grande è quella di non riuscire a trovare gli elementi giusti nel gameplay, che possano effettivamente spingere il giocatore ad andare avanti e cercare di completare il gioco, superando sfide, perfezionando la propria abilità e trovando la giusta strada nel suo percorso. Un mix di fattori non sempre facili da ottenere ma che, se funzionali e messi insieme, possono diventare una buona soluzione vincente! Alla domanda di quale sia il mio platform preferito in assoluto, il cuore vola subito al fantastico mondo dei piccoli pupazzetti di pezza di Little Big Planet, che ha segnato però una personale lunga pausa all’interno di questo genere. Shiny ha avuto così il delicato compito di riavvicinarmi ad un tipo di gameplay che ormai avevo quasi dimenticato e si presenta come un’interessante proposta dei ragazzi di Garage 227. Un titolo che, grazie alle sue musiche e ambientazioni ci riporterà ai classici titoli a scorrimento orizzontale degli anni ’90. Andiamo però a scoprire nel dettaglio cosa di buono ha offrire Shiny e se riuscirà a dimostrarsi come un’alternativa valida ai tanti titoli platform affermati nel settore.
Anche i robot hanno un cuore!
In un pianeta distrutto e abbandonato dal genere umano, il piccolo robot Kramer 227, protagonista della nostra avventura, sarà l’ultima speranza prima della parola fine. Il pianeta ha ormai le ore contate, prima di essere letteralmente divorato dal proprio sole, e il legame instauratosi tra uomo e macchina è andato completamente infranto. I robot nati dall’inventiva umana, vengono lasciati soli al loro destino, che ormai sembra essere scritto. In una corsa contro il tempo, Kramer 227 attraverserà 20 livelli alla ricerca dei propri compagni robot, rimasti completamente scarichi perché usati per fornire l’energia sufficiente all’enorme razzo, che ha presto portato l’essere umano in salvo. Oltre ad essere rimasto da solo, il nostro tenero protagonista dovrà farsi largo tra mille insidie, alla ricerca di continui generatori in grado di ricaricare la sua batteria che lo tiene in vita. Interessante allora l’idea degli sviluppatori di rendere la corrente elettrica (intesa come pura fonte di energia) uno degli elementi chiave per il proseguimento della propria corsa. Tutto però avrà un costo, ogni singolo passo e movimento che sceglieremo di fare consumerà infatti dell’energia preziosa, come rianimare i propri amici robot o azionare delle piattaforme. Lungo la strada troveremo numerosi ceckpoint che permetteranno di ricaricarsi completamente e di avere un punto di partenza (per un numero limitato di volte) in caso di fallimento.
Se tutto però può sembrarvi carino e coccoloso, in realtà la trama è solo di passaggio e quasi inesistente, come ad essere solo un piccolo pretesto per giustificare il gioco. In tutte le ore di gioco, saranno due i momenti in cui assisteremo allo svolgersi effettivo dei fatti: all’inizio ed esattamente alla fine. Un aspetto che potrebbe deludere, trasformando di fatto Shiny in un platform di pura sfida, dove ciò che conta sarà superare gli ostacoli per arrivare al livello successivo e andare avanti fino al termine del gioco. Un aspetto che personalmente non riesco a condividere, in quanto oltre alla difficoltà tecnica in alcuni punti, non riesce ad offrire molto altro. Durante la stesura della recensione, tra gli appunti avevo segnato un aspetto che sarebbe stato bello smentire: “Ma è solo tutto dritto? Vedremo…”. Come avrete capito allora, quel “vedremo” non se n’è più andato.
Il pianeta di Kramer 227 regalerà forti emozioni…
Andando ad analizzare nel profondo le varie meccaniche di gioco, Shiny si presenta con un classico gameplay di piattaforme, con però alcuni aspetti davvero interessanti. Facendo un piccolo passo indietro, una bella nota di colore spetta allo scenario che farà da sfondo al nostro robot lungo tutto il cammino. Ricche di particolari, le texture delle varie ambientazioni convincono e anche tanto, questo grazie alla realizzazione tecnica con Unreal Engine 4 che non delude mai: effetti spettacolari, giochi di ombra/luce mai assenti e che contribuiscono a creare un’atmosfera che diventa complice dell’intrattenimento dell’intero titolo. Capiterà più volte che vi soffermiate su qualche piattaforma ad ammirare ciò che è stato realizzato, e a fare da sottofondo ci sarà una magnifica colonna sonora, musica 8-bit degli anni ’90 per i veri nostalgici, anche se non sempre adeguati ma buttati lì sul momento. Un insieme che però nel complessivo funziona, che riesce a dare una marcia in più al titolo, ma che purtroppo non basta per farlo emergere.
… quando non sarete giù nel vuoto!
Parlando puramente del gameplay, che in un platform si rivela essere l’aspetto più importante in quanto tutto il resto si comporta da cornice, questo è un po’ altalenante, presentando spunti davvero interessanti ma poco approfonditi e che lasciano il tempo che trovano. Partiamo subito dall’aspetto peggiore: anche se parliamo di robot, e che quindi non possono puntare a movimenti fluidi e dinamici, il gameplay risulta eccessivamente macchinoso! Si sa che in un platform è richiesta precisione e attenzione ai propri passi, ma questo spesso diventa davvero impossibile all’interno di Shiny. I salti di Kramer 227, tra una piattaforma e all’altra, sono troppo legnosi e di conseguenza poco precisi per essere effettuati da una tastiera, e se all’inizio può sembrare che siate voi il problema, dovendo ancora prendere confidenza con la meccanica di gioco e con i comandi, più avanti vi accorgerete presto che non siete voi a non saper saltare. In alcuni punti (e per fortuna non sono troppi) vi ritroverete piantati a ripetere, ripetere, e ripetere ancora qualche punto estremamente delicato, ritrovandovi sempre giù e a dover riniziare l’intero livello (perché come già detto, i checkpoint hanno un numero limitato di tentativi, che però variano in base alla difficoltà del tratto seguente). Questo spezza più volte il ritmo di gioco, portandovi anche a perdere la pazienza e a voler spegnere tutto senza saperne più niente.
Tra un livello e l’altro…
Ciò che davvero convince è la dinamicità dei livelli, niente è uguale a prima e, a partire dal clima e dall’ambientazione stessa, si sarà sempre in una realtà diversa. Tanti i momenti frenetici nel gioco, il pericolo dietro alle spalle è sempre imminente e il nostro robottino non può far altro che andare avanti senza mai voltarsi indietro. Il tempo per salvare tutti i suoi compagni è poco o non c’è, ritrovandosi ad essere così l’unico cosciente della situazione, in mezzo a tanta devastazione. Ritorna però la solita domanda: oltre ad andare avanti, che si fa? Ognuno qui potrà cercare la sua personale risposta ma sarà sempre alle prese con situazioni diverse, anche all’interno dello stesso livello. Si avranno repentini cambi di direzione che potrebbero confondere, ma che danno ricchezza al gioco, in cui non si più chiamati a procedere verso destra, bensì verso sinistra. Ottima anche la scelta di alternare livelli più lunghi e decisamente studiati, con altri più veloci e semplici, per non appesantire troppo l’intero gameplay. Durante il cammino, saremo noi a scegliere quale potenziamento usare in determinati punti e che troveremo piano piano avanzando nel gioco. Bisognerà però fare molta attenzione al loro utilizzo, in quanto anch’essi utilizzeranno tanta energia e se non usati al momento giusto, metteranno fine alla vostra corsa.
… senza sapere dove andare
Durante la vostra avanzata a ritmo di 8-bit, un’altra domanda che vi accompagnerà per tutto il viaggio sarà: ma dove sto andando? Già prima abbiamo analizzato le difficili meccaniche di gioco tra un salto e l’altro, ma un ultimo aspetto che non si può non citare, è il fatto che spesso e volentieri la visuale non aiuta l’avanzare durante il percorso e lascia molto a desiderare. Saremo forniti di una telecamera, che potremo spostare con i tasti delle frecce direzionali (scomode da usare in movimento e poco efficaci), ma questa non basterà per rendere chiaro cosa ci aspetta al trampolino seguente, ritrovandoci così a fare dei veri e propri salti nel vuoto, in attesa di scoprire se avremo centrato o meno l’obiettivo. La grafica di sfondo aiuterà, soprattutto per individuare dove sono posizionate le strutture successive, ciò non toglie però che al momento del bisogno, si cadrà sempre giù. Di nuovo. A ricominciare dal checkpoint o da capo.
Nell’attesa in un sequel!
Tirando le somme, Shiny è un titolo davvero promettente, che lascia ben sperare per il futuro. Il team di Garage 227 ha ancora tanto da lavorare, ma niente esclude che in un prossimo sequel, i ragazzi possano riproporre tutto quello che di buono già c’è, migliorando ciò che invece non ha per niente funzionato o che è stato poco curato durante lo sviluppo. Per tutti gli appassionati del genere è un titolo sicuramente da provare, anche per la sua longevità, non troppo lunga per poter essere una piccola parentesi all’interno di un panorama già ampio di titoli platform e di successo. L’ultimo consiglio che possiamo darvi, è quello di lasciarvi trasportare dalla magia delle ambientazioni e della musica proposta, forse il vero punto cardine di Shiny, anche quando tirerete i pugni sulla tastiera o direttamente sulla vostra scrivania.