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Shark – Il primo squalo – Recensione del film con Jason Statham

Forse non tutti sanno che Shark – Il primo squalo non è esattamente una produzione originale. La traduzione italiana di The Meg fa erroneamente pensare ad un reboot dell’iconica saga iniziata con Lo Squalo di Steven Spielberg ma difatti questo è ispirato ad un omonimo romanzo scritto più di vent’anni fa dallo scrittore statunitense Steve Alten. Durante il periodo di stesura, una Disney in cerca di nuove esperienze e mercati aveva adocchiato il manoscritto e acquistato i diritti per una trasposizione cinematografica della storia. La sceneggiatura presentata però deluse le aspettative del creatore originale, che ne ostacolò la realizzazione e il tutto si concluse con un nulla di fatto.

In un periodo storico in cui la figura del predatore acquatico è decisamente tornata alla ribalta grazie al successo di pellicole come Sharknado e simili, la Warner Bros. ne acquisisce i diritti e affida al celebre Eli Roth il compito di realizzarne un prodotto di punta. La cinese Flagship Entertainment si offre di produrre maggior parte del film, ma varie divergenze creative portano all’abbandono da parte del regista. Grazie a Jon Turteltaub e ad un cast d’eccezione questo vede finalmente la luce.

Protagonista di questo racconto è Jonas Taylor (Jason Statham) un subacqueo specializzato in missioni di salvataggio a grandi profondità che dopo un recupero finito male decide di ritirarsi dal mondo delle immersioni. Nella sua ultima discesa il sub era stato costretto a lasciare indietro i suoi compagni per via di una minaccia non identificata alla quale nessuno ha voluto credere, e da allora vive alla giornata in una sperduta spiaggia della Thailandia. Cinque anni dopo questi eventi, un gruppo di ricercatori stanzia una piattaforma di ricerca nel mezzo del Pacifico, allo scopo di esplorare una cavità subacquea presumibilmente più profonda della fossa delle Marianne.

La spedizione finanziata dall’eccentrico Jack Morris (Rainn Wilson) segue le ricerche del dottor Minway (Winston Chao) e di sua figlia Suyin (Li Bingbing). Quando la squadra esplorativa guidata dall’ex moglie Celeste (Jessica McNamee) rimarrà intrappolata all’interno di un termoclino pieno di creature preistoriche, sarà compito del nostro eroe immergersi nuovamente per trarli in salvo. Grazie al supporto dell’amico Mac (Cliff Curtis) e del tecnico Jaxx (Ruby Rose) il team della stazione marina riuscirà ad avere qualche chance di sopravvivere alla furia distruttiva del megalodonte.

Shark – Il primo squalo arriva in soccorso di chiunque sentisse la mancanza o il bisogno di un blockbuster d’azione con degli squali come protagonisti. Facendosi ampiamente portavoce della filosofia contemporanea del “più grande è meglio” il lungometraggio si impone con prepotenza nel panorama cinematico odierno grazie al suo smodato uso di effetti speciali e scene al cardiopalma. Sfruttando della sana autoironia, molte scene di tensione risultano meno scontate di quanto potrebbero sembrare inizialmente.

Purtroppo per via della sua natura estremamente commerciale, la maggior parte delle scene più crude sono state omesse dal montaggio finale, lasciando probabilmente l’amaro in bocca a chi si sarebbe aspettato qualcosa di più cruento dalla pellicola. Alla fine Shark mantiene le aspettative, rimanendo comunque un film nella media e con nulla di troppo rilevante o eccezionale da mostrare rispetto a produzioni simili.

Shark

6

Shark è complessivamente un buon film d'azione, ma come molti suoi simili, questo si rivela un prodotto fin troppo superficiale e fine a sé stesso. L'autoironia e il carisma dei personaggi presenti salva decisamente il risultato finale.

Alberto "Allister" De Lorenzis
Nato e cresciuto nel panorama videoludico con e da mamma Sony. Nonostante la forte passione per il retrogaming, è sempre aggiornato sulle ultime novitá e pronto a condividerle con gli appassionati come lui.

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