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Shadow Arena – Anteprima del MMORPG Battle Royale di Pearl Abyss

Nel corso degli ultimi anni il fenomeno dei Battle Royale ha ottenuto maggior notorietà gioco dopo gioco, fino a diventare parte integrante e oramai imprescindibile del mercato. Si affermò su Minecraft con gli Hunger Games, vide sfortunati sbocchi come The Culling, e diventò popolare grazie a Fortnite di Epic Games. In questo cammino durato oltre 10 anni, moltissimi altri titoli hanno trattato il suddetto genere, mischiando temi ibridi di ogni tipologia a questa specifica formula. Cogliendo la moda degli Hero Shooters, Respawn Entertainment ci ha regalato Apex Legends, Playerunknows’s Battleground e H1Z1 hanno messo nel calderone i temi survival, e Nintendo ha invece stupito tutti con uno dei sui iconici tocchi di classe: Tetris 99. Nessuno ha però pensato alla creazione di un MMORPG Battle Royale, un genere spesso intuitivo ibridato a delle meccaniche ruolistiche e complesse, al farming e a molte abilità. Molti direbbero impossibile, ma Pearl Abyss esclama fattibile, e propone a tutti Shadow Arena. Si tratta della versione battle royale del profondissimo Black Desert, che si è presentata in questi giorni nella sua Closed Beta. Abbiamo avuto la possibilità di provarla a fondo: si sarà rivelata una difficile congiunzione riuscita o un progetto impossibile? Ecco le nostre impressioni su Shadow Arena!

Shadow Arena

Direttamente da Black Desert

Nel caso in cui si abbia la fortuna di aver già navigato nell’universo di Black Desert, l’approccio con Shadow Arena risulterà piuttosto familiare, dato che parliamo della stessa impostazione di gioco. Tuttavia, questa modalità stand alone splende in realtà di luce propria, e si distanzia fortemente rispetto al titolo da cui proviene. Parliamo come già detto di un battle royale, che ha poco da spartire con un MMORPG per le meccaniche di gioco e che condividerà quindi con quest’ultimo solamente alcune features del gameplay. Moltissime abilità, centinaia di nemici da dover uccidere per salire di livello, potenziamenti e armature a non finire. Le statistiche di gioco sono davvero tante, ma per fortuna dei comodi menù permetteranno di fare le scelte migliori con la sola pressione di un tasto, e non richiederanno di leggere righe e righe di testi per scegliere un’arma rispetto a un’altra, vista anche la continua situazione di pericolo. Non si può dire lo stesso delle abilità, le quali per ognuno dei 9 personaggi vanno approfondite minuziosamente per essere padroneggiate.

Shadow Arena

Un problema che nasce anche per tutto il resto, dagli obiettivi di gioco alle meccaniche che è necessario comprendere per vincere, perché l’opera non offre alcun tipo di tutorial o aiuto, almeno nella closed beta, oltre che una mancata localizzazione in italiano. Le prime partite sono quindi un completo marasma, dove le decine di nozioni a schermo sono una meno chiara dell’altra. Per poter prendere dimestichezza con l’esperienza sono necessarie diverse ore; meglio non farsi scoraggiare quando chiunque sulla nostra via è in grado di farci fuori in pochi secondi, la situazione si potrà prima o poi invertire. Tuttavia, anche dopo aver padroneggiato con difficoltà il sistema di gioco, è facile notare quanto questo non sia per nulla bilanciato. Non parliamo di personaggi più forti rispetto ad altri, quanto di combo da cui non è possibile sfuggire che portano al K.O, senza possibile risposta se ben iniziate. I controlli di gioco non sono esattamente comodi e nonostante un approccio con controller possa essere una buona alternativa, i comandi per quest’ultimo non sono mappati, e di conseguenza ancora meno chiari. Pur con i suoi difetti, tuttavia, il sistema ludico riesce ad amalgamare inaspettatamente bene i due generi, riuscendo a sorprendere per le sue idee ben escogitate anche se ancora acerbe.

Shock visivo

Se per il gameplay c’è ancora molto da limare, lo stesso non si può per fortuna dire nei confronti del comparto grafico. Si tratta di un impatto a schermo non indifferente, tra i migliori per i titoli multiplayer, che risulterebbe più che accettabile anche per delle produzioni tripla A incentrate al single player. Le animazioni hanno una naturalezza estrema, la palette cromatica crea la perfetta miscela fra un’atmosfera cupa – tendente al dark fantasy – e un magnifico mondo fatato.

Tuttavia, il prezzo da pagare è alto, perché su PC Shadow Arena non è per nulla ben ottimizzato e risulta piuttosto pesante anche per configurazioni di fascia molto alta. Inoltre, la closed beta è stata purtroppo un contenitore pieno zeppo di bug, che difficilmente erano ignorabili vista la loro frequenza. Piccoli glitch o veri e propri blocchi, crash continui e problemi con la telecamera, un gran fritto misto di problemi che gli sviluppatori dovranno sistemare al meglio prima del rilascio finale.

Solo l’inizio

Shadow Arena è un gioco davvero sorprendente, sia per la magnifica veste grafica che vanta, sia per quello che il titolo è riuscito a dimostrare. La congiunzione fra MMORPG e Battle Royale è possibile, e se migliorata potrà essere una valida alternativa al mondo degli sparatutto Battle Royale, ormai quasi diventati dei classici per la loro massiva presenza sul mercato. L’approccio con l’utente deve ancora essere levigato, sia sul livello tecnico che per i tutorial necessari, e un maggior bilanciamento non potrà che giovare all’esperienza. Non possiamo che sperare in un degno supporto per un’atipica ed estremamente intrigante opera che è ancora un diamante da rifinire.

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

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