Prima prova per il team di sviluppo Mad Head Games che con il supporto di Plaion oltre a quello di Prime Matter porta sulle piattaforme di tutto il pianeta Scars Above, un action sparatutto in terza persona ambientato nei reconditi recessi di un pianeta sconosciuto. La formula sembra classica e congeniale, sebbene ci siano qua e là delle lacune dettate dall’inesperienza del team di sviluppo che ci consegna un titolo non proprio consono al mondo moderno.

Piramidi nello spazio

Siamo in un mondo moderno, simile al nostro ma con una tecnologia leggermente più avanzata (nulla che qualche decennio non possa colmare) ed è in questo scenario che arriva sui cieli di tutto il globo un’enorme piramide che si posiziona pochi chilometri sopra la superfice terrestre, grossomodo tra la Terra e la Luna. Sono passati sei mesi dall’avvento di questo elemento non proprio convenzionale, che la S.C.A.R. (acronimo di Spedizione di Contatto, Analisi e Ricerca) ha definito Metaedro: la piramide capovolta è gigantesca e si intuisce sia ricca di tecnologia, al punto che la superficie esterna non è perfettamente piatta anzi, lascia intravedere del movimento come dei blocchi connessi da una rete energetica.

La nostra protagonista, la dottoressa Kate Ward, si muove all’interno della navicella S.C.A.R., e nei sei mesi di permanenza a bordo ha stretto amicizia con tutti gli inviati in questa missione, persone di ogni etnia terrestre. Avvicinandosi al Metaedro, Kate e compagni vengono letteralmente teletrasportati in un altro luogo: la giovane scienziata si ritrova su un pianeta alieno ed il suo scopo sembra essere quello di dirigersi verso il Metaedro che compare all’orizzonte. Sebbene la trama inizi con una struttura banale e sostanzialmente già vista (Returnal o Dead Space per citare alcune avventure) questa si dipana in maniera interessante, ponendo Kate dinnanzi a diverse situazioni che non vi sveleremo, del resto la trama ha una struttura stile “giallo”, per cui vi lasciamo l’onere della scoperta.

Arma…

In Scars Above, come anticipato, saremo Kate, una scienziata che non si sarebbe mai aspettata di vivere un’avventura ai confini della realtà: l’impostazione di gioco è molto classica, telecamera posta sulla spalla della protagonista, diversi enigmi da risolvere per progredire nella missione, oggetti da trovare, anfratti segreti che si rivelano con l’uso delle armi e una struttura che potremmo definire ibrida tra un Dark Souls ed un Dead Space.

Nel gioco, Kate ha perso il contatto con la navicella S.C.A.R. di cui però troverà pezzi ed elementi in giro per il pianeta ostile in cui si trova: tali pezzi l’aiuteranno a comporre e migliorare l’arma di cui è in possesso: la VERA, una sorta pistola multiuso capace di accettare moduli stampati in 3D così da variarne l’uso passando da pistola laser a lanciafiamme a mitragliatore e così via.

Oltre alle combinazioni possibili delle armi da fuoco, Kate dispone di un pratico machete laser, anche questo uno strumento adibito ad arma, utile sia per eliminare minacce corpo a corpo, sia per farsi strada tra la vegetazione del pianeta. Scars Above ha una dinamica attiva del mondo circostante, ovvero se ad esempio sparate ad un nemico coperto di acqua con del fuoco questi subirà meno danni; viceversa se lo crivellate di colpi a base elettrica inizierà a subire più danni, e se si trova immerso nel liquido la corrente elettrica si propagherà nelle vicinanze colpendo anche i nemici circostanti. Questo sistema pone il giocatore in una situazione interessante che lo spinge a ragionare molto sul terreno di scontro e su come approcciare il nemico; Kate è anche in grado di schivare ma occhio alla stamina che si consumerà abbastanza velocemente.

I nemici saranno sempre in numero consistente e non hanno un’intelligenza da prendere sottogamba, anzi, metteranno Kate quasi sempre all’angolo e sarà sua cura colpire sempre – o quasi – il punto debole del nemico che si presenterà in diverse occasioni, ad esempio sottoforma di una bocca aperta o di una pustola ripugnante sulla schiena. Nel gioco sono presenti dei fari di sosta, pezzi della S.C.A.R. che Kate può usare per rimettersi in sesto, ricaricare le armi, effettuare un level up mediante la spesa delle “anime” che ottiene dai nemici (da qui il richiamo allo stile Souls) e gestire il proprio inventario. La sosta in questi punti produrrà il respawn dei nemici nell’area, il che rende interessante la cosa per chi fosse interessato al farming compulsivo dei nemici.

…o Strumento?

Scars Above è certamente un buon esordio per un team di sviluppo giovane, ma purtroppo proprio per la sua giovinezza, questo pecca di superbia: il gioco sembra un immenso “vorrei ma non posso”, con elementi estetici tipici di un gioco AA, con texture super curate per la protagonista e per gli elementi chiave del gioco, mentre terreni, acqua e nemici sembrano abbozzati e privi di quella profondità che i giochi moderni ci hanno abituato a vivere. Scars Above sembra un prodotto esteticamente datato, fermo al 2016 come data ultima d’aggiornamento, ma con meccaniche e richiami ai giochi moderni, il che lo rende un prodotto anacronistico. Soprassedendo ai crash che abbiamo sperimentato in prima persona, giocando su PlayStation 5, ci auguriamo che questi vengano risolti con una patch correttiva al day one del gioco, mentre per il resto il titolo è giocabile ma non aspettatevi nulla di eccezionale.

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Scars Above

6.5

Scars Above è un action in terza persona che fi farà vivere l'avventura di Kate Ward, una scienziata che suo malgrado si ritrova su un pianeta alieno dove ogni cosa tenta di ucciderla. Compito della nostra eroina sarà quello di raggiungere un faro luminoso proiettato dal Metaedro, una piramide capovolta, che l'ha relegata su questo mondo. Il sistema di gioco ricorda molto un Souls game unito alle meccaniche di Dead Space, compreso lo spirito un po' horror che a tratti prende il titolo. Esteticamente datato, va giocato se siete appassionati del genere, altrimenti dirigete pure il vostro sguardo altrove.

PRO
  • Trama interessante e non banale
  • Adatto agli amanti del sci-fi
CONTRO
  • Esteticamente datato
  • Troppi richiami a titoli recenti
Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

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