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Saint Seiya: I Cavalieri dello Zodiaco – Recensione della nuova serie targata Netflix

Debutta ufficialmente su Netflix, due anni dopo l’annuncio ufficiale, il tanto atteso reboot di uno degli anime più amati di sempre ovvero “I Cavalieri dello Zodiaco” del maestro Masami Kurumada. Questa nuova serie animata, composta da sei episodi della durata di venti minuti ciascuno, ha fatto parlare di sé già prima della sua uscita, precisamente quando trapelò la notizia del cambio di sesso di Shun, il cavaliere di Andromeda. Purtroppo questa nuova serie è l’ennesima occasione mancata da parte degli autori per rilanciare veramente le storie dei cavalieri. Dopo aver visto tutti e sei gli episodi vi accorgerete che il cambio di sesso di Andromeda è forse l’ultimo dei problemi di questa serie.

Un reboot che non convince

La storia è più o meno la stessa che noi tutti conosciamo, solo che questa volta i fatti si svolgono nei giorni nostri e questo lo si evince dalla presenza di telefoni cellulari con cui gli amici di Seiya girano dei video, facendo anche riferimenti a “YouTube” e ai “Like” di Instagram. I quattro giovani che noi conosciamo da sempre come Seiya, Sirio, Crystal e Shun (Shaun per questa versione inedita) dopo anni di duro addestramento riescono ad ottenere le tanto desiderate armature di bronzo, che una volta indossate li renderanno dei cavalieri a tutti gli effetti: I Cavalieri dello Zodiaco al servizio della dea Atena reincarnatasi nella giovane Lady Isabel. I quattro giovani insieme ad altri cavalieri minori, si affronteranno in un torneo chiamato Guerra Galattica dove il vincitore otterrà di diritto la sacra armatura d’oro del sagittario, solo che in questa serie più che una “Guerra Galattica” sembra una sorta di Fight Club dove gli unici spettatori sono Lady Isabel e il suo assistente Mylock. I giovani cavalieri dovranno però fare i conti con in cavaliere della fenice, fratello di Shaun, intenzionato a rubare la sacra armatura d’oro del sagittario ed eliminare i cavalieri di bronzo. I quattro cavalieri dovranno unire le forze per riappropriarsi della sacra armatura d’oro e inoltre dovranno tentare di far tornare in sé il cavaliere della fenice, tornato dall’siola carico d’odio e desideroso di vendetta. Ennesima deludente prova da parte degli autori che non riescono a rilanciare in alcun modo “I Cavalieri dello Zodiaco”. Questa nuova serie riesce a fare anche peggio del film “La leggenda del Grande Tempio” di qualche anno fa. La trama risulta scarica e con poco mordente, questo perché a differenza della versione classica non riesce a caratterizzare quei momenti che hanno reso grande la serie, complice la breve durata degli episodi che non da modo di soffermarsi su alcune dinamiche fondamentali.

La sottotrama (se cosi vogliamo chiamarla) è la cosa più sensata della serie; Phoenix è un cavaliere spietato e temibile che si serve di guerrieri dotati di armature nere frutto di anni di ricerche nel campo scientifico. Fa discutere anche l’idea di usare i doppiatori originali della serie ovvero Ivo De Palma, Marco Balzarotti, Luigi Rosa e Dania Cericola. Sarebbe stato molto più sensato puntare su doppiatori decisamente più giovani visto che la giovane età dei cavalieri va a cozzare con l’età (e di conseguenza il timbro vocale) dei doppiatori originali.

Il “caso” Andromeda

Riguardo al “caso” del cambio di sesso del cavaliere di Andromeda, va spesa più di qualche parola. Trovo sempre poco sensate scelte di questo tipo e mi domando che senso abbia snaturare un personaggio cosi ben caratterizzato come Shun. In questo caso però il passaggio da uomo a donna non ha veramente alcun senso, visto che Shaun è identico al cavaliere di bronzo che noi tutti conosciamo: un guerriero dal cuore puro che nasconde in sé un enorme potenziale. Non sarebbe stato più giusto valorizzare guerriere come Tisifone e Castalia piuttosto che cambiare il sesso di uno dei cavalieri?

Saint Seiya: I Cavalieri dello Zodiaco

4

Ennesima deludente prova da parte degli autori che non riescono a rilanciare in alcun modo I Cavalieri dello Zodiaco. La breve durata degli episodi e una trama ridotta all'osso, fanno si che questa nuova serie targata Netflix risulti un vero e proprio fiasco.

Valerio Pagnotta Proietti
Ventisettenne romano con una grande passione per il cinema d'autore, i gangster movie e i film del maestro Tarantino. Cresciuto a pane, Magic e fumetti americani, ama vivere al massimo ogni sua passione, condividendole sempre con qualcuno per renderle migliori.

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