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Riot Games: si avvia alla risoluzione la class action sulla discriminazione di genere

Dopo quasi un anno di proteste, con denunce, scioperi di massa e perfino accuse di molestie sessuali, sembra che la situazione presso gli studi di Riot Games si stia avviando ad una risoluzione pacifica. Nell’ultimo anno, infatti, partendo da un articolo di Kotaku che rivelava l’ambiente sessista e discriminatorio all’interno degli uffici, si erano aggiunte denunce dei dipendenti per stipendi non pagati e la presenza di un ambiente ostile nei confronti delle donne, culminando in uno sciopero di massa, nello scorso Maggio, che sottolineò tanto la violazione del California’s Equal Pay Act, la legge che stabilisce la parità di salario nel paese, quanto la presenza di un ambiente di lavoro tossico.

Piuttosto che affrontare le battaglie legali che ne sarebbero derivate, Riot Games ha quindi deciso di aprire un dialogo costruttivo con i propri impiegati al fine di risolvere pacificamente la situazione. In un recente comunicato, l’azienda ha dichiarato di voler imparare dal proprio passato per fare ciò che è meglio tanto per la Riot stessa quanto per i propri impiegati, impegnandosi quindi a costruire un ambiente di lavoro equo e sano.

Siamo grati per ogni Rioter che si sia fatto avanti con le proprie preoccupazione e crede che questa risoluzione sia equa per ogni persona coinvolta. Con questo accordo, stiamo onorando la nostra serietà nel trovare la migliore e più tempestiva maniera per tutti i Rioters, e la Riot, per andare avanti e guarire.”

Potete trovare la dichiarazione completa qui.

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