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ReTurn 2: Runaway – Recensione, la macabra via per la salvezza

Dopo il discreto successo – più tra l’utenza che tra la critica – di ReTurn: One Way Trip, i ragazzi del team indipendente di Red Ego Games sono finalmente pronti a lanciare il suo diretto seguito. Si tratta di ReTurn 2: Runaway, un’avventura horror psicologica che come il suo predecessore si costruisce tutta in 2D, sfruttando un’elegantissima pixel art. Trattandosi del continuo della storia di Saki e dei suoi amici, che ripartirà esattamente da dove si era interrotta, è fortemente consigliato essere a conoscenza di tutti gli avvenimenti del primo gioco, prima di cominciare. Guardiamo più da vicino ReTurn 2 nella nostra recensione, e scopriamo quale sarà il destino del gruppo di ragazzi.

Non è ancora finita

Come appena anticipato, ReTurn 2 riprende gli avvenimenti esattamente da dove si erano interrotti: dopo la morte di tre dei suoi compagni di viaggio, Saki riesce apparentemente a mandare Ayumi nell’aldilà, e si prepara a lasciare il treno infestato insieme al suo fidanzato Sen. Tuttavia la ragazza scoprirà ben presto che lo spirito della bambina è stato tutt’altro che sconfitto, e che tornare a casa sarà più complicato del previsto. Infatti tutto ciò che Saki e i suoi compagni sono riusciti a fare, è stato dare pace alle anime dei passeggeri che infestavano il treno fantasma, ma non vale la stessa cosa per Ayumi, legata ancora a quel luogo per motivi che non vi anticiperemo. Tranquilli, le scene macabre, le situazioni al limite del credibile e i colpi di scena sono assicurati.

return 2

Tuttavia, Sen è pian piano diventato più strano, e per qualche motivo cerca di convincere Saki a rimanere. Ci vorrà poco per capire che non è più in sé, e non seguirà Saki nella sua fuga, ma anzi chiama Ayumi in suo soccorso, che a sua volta scaglierà la creatura oscura all’inseguimento della ragazza.

Da qui in poi, evitiamo di raccontarvi altro, dato che si tratta di un’avventura narrativa e vorrete scoprire i risvolti giocando. Piccola nota a chiudere, purtroppo tra le diverse lingue tra cui scegliere non è presente l’italiano, quindi – a meno che non conosciate una delle altre – sarà necessaria una basilare conoscenza dell’inglese.

Runaway, in tutti i sensi

Come accaduto per il primo capitolo, l’avventura non è estremamente longeva, e può essere completata, prendendosi il giusto tempo, in circa 5 ore di gioco (chiaramente tutto dipende anche dalle vostre abilità deduttive e di risoluzione indovinelli). Anche la struttura del gioco è rimasta pressoché la stessa: scenari in 2D (di cui una buona metà sono nuove location) realizzati con una splendida pixel art nei quali faremo avanti e indietro cercando oggetti e chiavi, il tutto per riuscire ad avanzare nel gioco e trovare un modo per andarcene definitivamente da quel luogo maledetto. In molti casi ci troveremo ad agire per tentativi, ad esempio per cercare la porta giusta in combinazione con la chiave appena trovata, o per risolvere alcuni degli indovinelli che il gioco ci propone.

Le novità più importanti sono due, ovvero la possibilità di correre, nascondersi e schivare, e la lente UV per la torcia. Già, perché nonostante la struttura ludica sia la stessa, le cose in determinati punti del gioco saranno più movimentate: ci sarà una bella differenza in velocità tra il correre e il camminare, e ce ne accorgeremo quando verremo braccati da diversi nemici. Uno di questi è chiaramente la creatura controllata da Ayumi, ma per gli altri… beh, vi consigliamo di proseguire nel gioco. L’unico modo per sfuggirgli è uscire dalla zona in cui sarete stalkerati, quindi correte a più non posso.

C’è anche la possibilità di nascondersi però, prima di essere individuati, cosa indispensabile specialmente in un paio di occasioni, ma fate attenzione poiché nascondersi dopo che il mostro vi avrà già visto non vi salverà da una dolorosa morte. Certo, potete provare a schivare il nemico quando vi sarà vicino, ma consumerete un gran quantitativo di stamina, e stancandovi diventerete praticamente fermi e inermi, quindi ad ora rimane una feature quasi inutile e da bilanciare.

La nostra fidata torcia in ReTurn 2, come anticipato poco fa in recensione, sarà provvista stavolta di una lente UV che troveremo nelle prime fasi di gioco, con la quale potremo trovare messaggi nascosti, ma anche degli oggetti indispensabili per proseguire nel gioco. Attenzione, anche qui l’utilizzo prolungato porta allo scaricamento della batteria, che dovrà pian piano ricaricarsi per essere utilizzata di nuovo.

In linea generale la difficoltà del titolo si attesta come media, con alcuni indovinelli estremamente intuitivi ed altri dove dovremo impegnarci un po’ di più. L’unica parte da limare rimane quindi la feature della schivata.

Pixel spettrali

L’atmosfera di ReTurn 2 Runaway non ha nulla da invidiare alla prima produzione, e viene arricchita da un paio di cambiamenti stilistici neanche troppo di contorno, che vanno ad aumentare per quanto possibile l’immersione. Prima di tutto la colonna sonora, che conta tracce del tutto nuove ad accompagnarci nel gioco tra un effetto sonoro e l’altro, ma anche i modelli dei personaggi durante i dialoghi ripuliti per l’occasione, e le scene d’intermezzo rese più “moderne” visivamente e soprattutto dinamiche. L’atmosfera che ne esce è sicuramente migliorata, con anche lo stile “macchina da scrivere” del testo che è stato sostituito da un font più leggero, ma allo stesso tempo rafforzato dal doppiaggio completo – in inglese – di tutti i dialoghi e i commenti di ogni personaggio.

Nonostante tutto, per concludere la recensione, vogliamo sottolineare che nonostante i buoni intenti e la situazione tutt’altro che allegra, ReTurn 2 non riesce a terrorizzare il giocatore, ma riesce comunque a farsi giocare per tutta la sua durata con un leggero alone di inquietudine di sottofondo, che paradossalmente lo tramuta in un titolo perfetto per chi vuole avvicinarsi al genere horror per la prima volta. Vi ricordiamo che ReTurn 2 Runaway è disponibile da oggi, 28 gennaio 2022, su PC via Steam.

Re:Turn 2 - Runaway

7.8

Nonostante non brilli né per difficoltà, né per longevità, Re:Turn 2 - Runaway si mostra come un prodotto discreto e piacevole da giocare. Soprattutto se avete giocato il primo titolo, questo seguito diretto rimane un pezzo della storia imperdibile, con anche alcune piccole feature aggiunte che vanno ad arricchire il tutto. A parte qualche piccola mancanza e degli aspetti tecnici da limare, il gioco rimane solido, e fa della narrazione il suo punto focale, non disdegnando neanche un paio di colpi di scena ben assestati.

Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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