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Resident Evil 3 Remake – Anteprima, torna il Nemesis!

Quando uscì il primo capitolo di Resident Evil, la novità degli zombie era particolarmente funzionale, ma solo con l’arrivo di Resident Evil 2 il brand ha fatto quel salto in avanti in cui tanti speravano. Leon e Claire erano protagonisti più caratterizzati, il gioco inseriva degli elementi intriganti e il gameplay avanzava in quella inesorabile evoluzione che lo porterà, più avanti, fino al settimo capitolo. Al contrario del 2, Resident Evil 3 aveva tante differenze col precedente capitolo.

Partendo dal presupposto che questo terzo capitolo era stato concepito come spin-off (e si vede), aveva a bordo un team di sviluppo decisamente inferiore al precedente: capitanati da Kazuhiro Aoyama, la software house serviva solo a sfruttare quel poco di vita rimasta alla PlayStation 1, mentre Mikami era a lavoro su quella che poi sarebbe diventata la prima bozza (scartata) di Resident Evil 4. Oltre a questo, era la prima volta che Resident Evil si trovava affianco al numero persino un sottotitolo; Nemesis. Era quindi scontato che, dopo il remake del secondo titolo, gli sviluppatori puntassero a portare su Ps4 e Xbox One questo capitolo nato sotto una cattiva stella ma ormai nel cuore di tutti i videogiocatori.

Would you be my Valentine?

Il gioco ci pone nei panni di Jill Valentine, membro delle forze S.T.A.R.S. che si trova a Raccoon City durante il contagio già visto in Resident Evil 2. La storia di Jill Valentine, che parte un giorno prima di quella di Leon e Claire e finisce un giorno dopo, sfrutta il fattore “conoscenza”: l’eroina di Resident Evil 3 è infatti una dei membri della squadra Bravo, dove nel primo titolo della serie trovavamo anche Chris Redfield. Allo stesso modo, la demo che abbiamo provato ci porta subito nei panni di Jill Valentine, che deve trovare un modo per salvare se stessa e le varie persone che troverà nella pericolosa città.

Resident Evil 3 Remake

Ciò che abbiamo visto nella demo è una spinta decisamente più preponderante verso l’action: complice il suo trascorso come membro S.T.A.R.S. (ricordiamo che Claire è una civile e Leon un poliziotto), munizioni e armi disponibili in-game ci sono sembrate più “potenti” di quelle del secondo capitolo. Probabilmente nel gioco completo questa cosa verrà smussata, ma per ora ci è piaciuto poter uccidere più zombie del previsto. Anche la mappa di gioco è ben diversa dal remake di Resident Evil 2: Jill, infatti, si trova per ampie strade fin da subito, circondata da negozi e ostacoli vari che rappresentano un’importante diversificazione rispetto agli angusti corridoi a cui ci eravamo abituati con il secondo episodio.

Anche qui le cose cambieranno sicuramente nella versione completa, ma già ci pregustiamo delle sessioni un po’ più libere. A concludere il pacchetto “diversità” ci pensa la schivata: Jill potrà infatti schivare vari attacchi, sgattaiolando agilmente e addirittura evitando di essere morsa. Cambiato anche l’inventario, che rimane fedele alle funzionalità del 2 ma aggiusta un po’ la User Experience con un’interfaccia grafica più minimal, intuitiva e marcata.

Corri scappa c’è il Nemesis!

La cosa che ovviamente la demo doveva mostrarci era il Nemesis, e così è stato. Questa BOW, diretta evoluzione di Mr.X, occupa anche in questo gioco il suo ruolo di inseguitore, quel Terminator che ci braccherà all’inverosimile. La differenza dal precedente Tyrant la ritroveremo nell’agilità e nel moveset: stavolta, infatti, il Nemesis saprà darci più filo da torcere con sequele di attacchi diversi, balzi capaci di accorciare le distanze e un’intelligenza artificiale più evoluta.

Resident Evil 3 fu il primo titolo della saga ad avere un sottotitolo, ed è presto spiegato: il Nemesis è un nemico iconico, famoso ai fan della saga e non, capace di popolare i nostri incubi più di qualunque zombie incontrato. Il modo in cui bracca nella demo la povera Jill risulta ben costruito, leggermente diverso dall’originale, ma abbastanza ansiogeno da non farci pensare a mere differenze (siano esse positive o negative).

Un breve stralcio del gioco non può farci capire se questo Resident Evil 3 Remake sarà al passo con il precedente, o addirittura con l’originale, ma di certo possiamo confermare come stavolta il salto tecnico ci sia stato, seppur lieve: il motore grafico risulta più curato, i dettagli sono migliori e, seppur lievemente, si notano differenze qualitative con Resident Evil 2 Remake. Doppiaggio italiano e localizzazione sono la ciliegina sulla torta di una demo perfetta, che non fa altro che stuzzicarci per farci desiderare di tornare a Raccoon City.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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