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Pokémon Spada e Scudo: paure e speranze sui nuovi capitoli

Con tutta una ricca campagna di marketing partita già da diversi mesi, Game Freak ha promesso al suo pubblico qualcosa di diverso e innovativo per ufficializzare l’entrata in scena dei nuovi capitoli canonici della saga Pokémon su Nintendo Switch. Secondo quanto più volte confermato dagli sviluppatori stessi, Pokémon Spada e Scudo saranno quindi dei titoli che strizzeranno l’occhio ai giocatori più affezionati, ma che sapranno stupire anche coloro che si approcceranno al brand per la prima volta.

Eppure sappiamo tutti come va a finire quando si promettono novità: i cambiamenti spesso fanno molta paura e lasciare la strada vecchia per percorrere nuovi sentieri non sempre ci riempie il cuore di coraggio e positività; poiché il timore di ritrovarsi davanti a dei mutamenti drastici e ostili è sempre dietro l’angolo. Questo è un po’ ciò che sta accadendo, da qualche anno ormai, proprio a Pokémon: se da un lato, infatti, i fan chiedono a gran voce uno svecchiamento di un marchio che di fatto ha più di 20 anni, dall’altra storcono la bocca quando si imbattono in cambiamenti che, a detta loro, non sono richiesti e nemmeno necessari.

Il cambiamento fa sempre paura

Pokémon Spada e Scudo lanceranno sul mercato l’ottava generazione che su Nintendo Switch apporterà di conseguenza ulteriori trasformazioni che già dai titoli per il 3DS hanno cominciato ad affiorare titolo dopo titolo. Ma quanto di questo innovare e implementare potrà realmente giovare ai nuovi capitoli e valorizzare quell’esperienza di cui godranno i fan?

Ciò che si teme maggiormente è una drastica e inesorabile svolta casual e infantile di un brand che per svecchiarsi punta fin troppo ai giovani e agli utenti occasionali, che non amano le sfide, si stancano presto dei prodotti che comprano, e per questo necessitano di un qualcosa di semplice e maggiormente fruibile in poco tempo. Il che, per una saga che raccoglie tra le fila degli affezionati molti più “anzianotti”, potrebbe sembrare un controsenso. I sintomi di questa svolta casual potrebbero essere rintracciabili nelle nuove funzionalità inserite nei titoli, che puntano a una parziale ripresa di quanto introdotto già su Pokémon GO, oltre che alla semplificazione del sistema di lotte e della laboriosa pratica dell’allevamento.

Ma non tutto questo tagliuzzare, sfoltire e incorporare, però, dovrebbe essere visto come un qualcosa di totalmente negativo. L’idea di aggiungere nuove funzionalità lotta (aggiungere, non sostituire!) e di eliminare o semplificare alcuni sistemi che hanno da sempre caratterizzato il metagame (EVs, IVs e tutta la questione di breeding), potrebbe essere in realtà un vantaggio anche per quelle persone che da sempre, per ottenere la squadra “del cuore”, hanno fatto su e giù davanti la pensione Pokémon approfittandosi dell’ingenua disponibilità del Ditto strategico di turno, a differenza di chi, invece, per pigrizia più che per furbizia, facilitava il processo usando cheats e magheggi non legit.

Dare a tutti, quindi, la possibilità di allevare e allenare i Pokémon in maniera legittima, così come in maniera meno complessa e più “popolare”, potrebbe essere una svolta casual che non nasconde esclusivamente aspetti negativi. Al di là di rendere Pokémon Spada e Scudo un capitolo più child-friendly (anche l’inserimento di una selezione dei livelli di difficoltà poteva essere senz’altro molto apprezzata dagli storici veterani), svecchiare il grinding e il breeding dei mostriciattoli darebbe a tutti, sia a chi ama allenarsi su Smogon e a chi no, la possibilità di giocare competitivo in maniera più immediata e soprattutto corretta.

Ma a questo punto, allora, perché sfoltire così drasticamente il Pokédex in Pokémon Spada e Scudo? All’annuncio di una simile mossa da parte della compagnia, moltissimi utenti hanno fin da subito riflettuto su quanto questa potesse essere una pessima, oltre che inaspettata, idea. Effettivamente, sul momento, è risultato difficile non indignarsi davanti a tale mancanza, un taglio che potrebbe essere dovuto a tutta una serie di motivi a noi ignoti ma che, quanto meno all’apparenza, sembrano comunque tutti illogici e insensati. Pigrizia, tempistiche strette con la pubblicazione dei titoli, reale incapacità di supporto e ottimizzazione di un’enorme quantità di creature da parte del team, queste sono solo alcune delle supposizioni più speculate. Ma un altro dei sospetti potrebbe essere in realtà visto anche in prospettiva della già menzionata voglia, da parte di Game Freak, di rendere il titolo più inclusivo possibile.

In effetti, ghigliottinando molti dei Pokémon inseriti nel ‘dex nazionale, si avrebbe la possibilità di agevolare chi Pokémon l’ha conosciuto per la prima volta con la coppia di Let’s Go e/o con Pokémon GO, o chi addirittura lo conoscerà direttamente con Spada e Scudo. Strizzare l’occhio ai casual gamer, ai nuovi arrivati per permettere un fair game in cui tutti possono avere le stesse possibilità, e in cui sono solo la bravura e la tempra da lottatore veterano a fare la differenza, potrebbe essere quindi ancora una volta la linea di pensiero che ha portato a una tale strategia, ma che al momento perplime abbastanza quasi tutta la fan base.

pokemon spada scudo - pikachu

Fan base che però, in linea di massima, sembra relativamente apprezzare l’inserimento delle forme Gigamax e Dynamax, che promettono quanto meno una certa dinamicità e ricerca strategica da sfruttare sapientemente nel battle system. Anche se un piccolo appunto andrebbe, a mio avviso, sottolineato: non si tratta di una funzione realmente e strettamente necessaria per dare varietà alle lotte Pokémon, così come del resto non lo erano nemmeno le Mega Evoluzioni o le Mosse Z.  Ci sono talmente tanti mostriciattoli da catturare e allenare (stiamo parlando di oltre 800 creature!) che diventa pressoché impossibile, proprio per statistica, non rendere variegato uno scontro Pokémon. Il punto è che molti utenti, a conti fatti, hanno sempre usato gli stessi set: e un incentivo in più che permetta di dare giustizia a un po’ tutte le creature può essere proprio quello di donargli una peculiarità tale da diventare attraente agli occhi di chi non gioca mai con i propri preferiti quanto piuttosto solo con i più “forti”.

Altro elemento che fa tanto (e negativamente) chiacchierare un po tutta la fan base, è infine la grafica con la quale i titoli si presentano ai giocatori. Esteticamente poco accattivante e al di sotto degli standard che gli altri titoli Nintendo hanno saputo egregiamente regalarci, con dei modelli di fatto malamente riciclati e un game design che fa seriamente riflettere sul modus operandi che Game Freak sceglie di attuare quando dà vita ai suoi prodotti. E sebbene la grafica sia sicuramente poco influente per un titolo come Pokémon, dove sono ben altri gli elementi che i giocatori dovrebbero apprezzare, l’idea che non sussista nessun reale miglioramento in tal senso – e che per assurdo sia generalmente più piacevole il design adottato in Let’s Go Pikachu e Evee – lascia un certo amaro nella bocca di chi, provenendo da titoli come Astral Chain, Zelda, Super Smash Bros. Ultime o Pokkén Tournament, si ritrovi a giocare con un Salamence dalle ali strane e dalle mosse frettolosamente animate, o a gironzolare in un mondo in cui gli alberi sembrano usciti direttamente da un titolo indie a basso budget.

okemon spada scudo - grafica confrontata con Zelda

La speranza è l’ultima a morire

Nonostante alcune scelte discutibili che a primo impatto non promettono faville e scintille (a differenza di quanto contrariamente pubblicizzato dal brand), alcuni elementi molto promettenti di Pokémon Spada e Scudo è possibile senz’altro rintracciarli in ben altre funzionalità. Anzitutto, ovviamente, l’inaspettato quanto allettante open world che animerà ampiamente ed esclusivamente le Terre Selvagge.

L’idea di avere finalmente una visuale libera, di vivere un mondo in cui è possibile agire e interagire a nostro piacimento senza alcuna (o quasi) restrizione, è senz’altro quella marcia in più che un brand come Pokémon stava aspettando da tempo. Se ben sfruttata – e non intesa quindi come una mera sostituzione interattiva del Festiplaza -, l’introduzione di queste Terre Selvagge potrebbe garantire una sana dose di divertimento in più, garantendo magari anche una certa longevità alla coppia di capitoli. Nella speranza poi, che se dovesse rivelarsi un’aggiunta felice e ben ottimizzata, Game Freak decida di riprenderla e perfezionarla negli episodi a seguire; non vogliamo mica un altro erede del Parco Lotta, giusto?

pokemon spada scudo terre selvagge

Altro elemento molto stuzzicante di Pokémon Spada e Scudo è indubbiamente quello legato al possibile sviluppo della lore, e quindi a tutto ciò che riguarda la trama, i personaggi e i Pokémon leggendari. Galar è infatti una regione palesemente ispirata al mondo britannico, e già questo, fin dal momento della presentazione ufficiale dei titoli, portò un susseguirsi di speculazioni, rumor e leaks inerenti al mondo mitologico e ad alcune forme esclusive che superavano ogni immaginazione. La base per promettere ai fan una trama ricca e avvincente, con nuovi personaggi in realtà anche ben caratterizzati – almeno da quanto sembra trasparire dai trailer per ora rilasciati –, è effettivamente consistente e si spera in un’avventura che dia qualcosa in più rispetto a quanto non sia stato tristemente fatto con Ultra Sole e Ultra Luna.

Del resto, come confermano dagli stessi sviluppatori, Galar è una regione che richiama anche il mondo competitivo degli sport e delle lotte. Non è un caso quindi che focus fondamentale dei titoli saranno proprio le battaglie, sia classiche che in versione Raid Dynamax, in un clima che riporta per forza in auge (e meno male) sia le palestre che la lega Pokémon. Il tutto sarà tra l’altro condito da una serie d’attività secondarie che pare saranno in grado di arricchire sensibilmente l’esperienza e la longevità dell’opera, dando all’ottava generazione una svolta ancor più RPG  e di stampo quasi “animal-crossinghiano”, come fare campeggio e cucinare, ad esempio.

Insomma, di aggiunte ce ne sono e le basi per una trama che sappia tener incollato il pubblico sembrano possedere solide fondamenta. Le speranze di stringere tra le mani dei titoli che, nel loro piccolo, possano essere interessanti e sorprendentemente divertenti per la maggior parte degli utenti sono effettivamente concrete, ma senz’altro è ancora troppo presto per pronosticare una reale previsione di quella che sarà o meno l’esperienza di gioco. Punto a favore, se non altro, è proprio questa nuova strategia di marketing perpetrata stavolta da Nintendo, con la quale nonostante le simpatiche iniziative “interattive”, riesce comunque a tenere celate gran parte delle sorprese.

Pokémon Spada Scudo - campeggio

Chi invecchia e chi cresce

Sulla base di questa riflessione generale, maturata sulle aspettative che vorremmo si avverassero nell’ottava generazione in arrivo su Nintendo Switch, rimane comunque impossibile negare come Pokémon Spada e Scudo siano degli esempi concreti di quanto il brand stia cambiando in nome di una modernizzazione portata avanti da Game Freak. Che piaccia o meno, ai giocatori rimane soltanto la scelta di assecondare o rifuggire da tale work in progress promosso dalla compagnia, di essere partecipi o estranei a questa continua evoluzione, senza fasciarsi troppo la testa con critiche e giudizi ancor prima di aver provato il gioco, ed evitando quindi di additare, spesso aspramente e gratuitamente, un team che nonostante tutto sta tenendo in vita un brand (ancora di successo, per giunta) da ormai più di 20 anni.

Non si può certo rimanere bambini per sempre, purtroppo, nemmeno quando cerchiamo di mantenere la nostra elasticità mentale giocando ai videogame. Il tempo scorre inesorabile per tutti: i gusti cambiano, le mode anche, e le nuove generazioni chiedono nuovi prodotti che ai più vetusti potranno senz’altro non piacere, com’è normale che sia. Del resto, anche questo fa parte del business, e chi può biasimare le scelte strategiche di una compagnia che ha intenzione di portare quanta più acqua al suo mulino possibile?

Bisogna perciò prendere atto di tutto questo, ed eventualmente continuare a giocare a prodotti che si apprezzano realmente, in nome di una maturità diversa, figlia di una genesi avvenuta anni addietro e lontana dalla mentalità dei più piccoli. E questo vale anche per i giocatori (ormai stanchi) di Pokémon, per coloro che non riescono più a valutare il marchio in maniera oggettiva, senza lasciarsi sopraffare dalla nostalgia delle cartucce per Game Boy o Nintendo DS,  e di quando “si stava meglio quando era peggio”. Perché a conti fatti non è così che funziona. Tutto cambia e così deve essere, sia nel bene che nel male.

Valeria Girardi
Amante della musica, della scrittura e della lettura, ha una gatta nera che le fa compagnia. Tra i suoi hobby, videogames e fumetti, con i quali evade dal mondo sintetico e monotono della quotidianità.

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