Dalla webserie alla serie TV, da internet al piccolo schermo (anche se sempre di piccolo, a volte piccolissimo, schermo si parla), i The Jackal sono ancora lì a creare contenuti seriali. Dai tempi di “Lost in Google“, in quello che sembra il lontanissimo 2011. Ve lo ricordate? “Hai mai provato a cercare Google su Google?”. E nasceva una webserie di una manciata di puntate a durata crescente in cui il pubblico, tramite i commenti di uno YouTube che andava fortissimo, decideva i risvolti di trama dell’episodio successivo, ma anche le battute dei personaggi o addirittura le guest stars. Commenti che venivano mostrati in sovrimpressione, a dimostrazione proprio di ciò che il pubblico voleva che succedesse. Con i The Jackal di allora, privi ancora di attuali figure chiave e con protagonisti ora non più presenti, ma anche grandi ospiti (ad esempio Caparezza) si scriveva “la storia” di YouTube, con un contributo significativo a quello che poi è stata la webserie in Italia per youtube ed altre piattaforme.
I “The Jackal” che crescono
Così, un piccolo gruppo di Napoli e provincia conquistava sempre più follower e, negli anni, piano piano, usciva dal tubo (dove ha approdato nel 2006) per approdare sul piccolo schermo. Prima Francesco Ebbasta, Ciro Priello, Fabio Balsamo e Simone Ruzzo, poi Gianluca Fru (forse l’acquisto migliore) e Aurora Leone, insieme ad altri colleghi dalle apparizioni più sporadiche. Il gruppo é cresciuto, si é strutturato ed é diventato un vero e proprio studio indipendente che nel frattempo é entrato nelle grazie di Amazon Prime Video.
Si vedano infatti tutte le varie partecipazioni scadenzate nelle varie stagioni di LOL – Chi ride è fuori. I the Jackal diventavano quindi anche televisivi (si ricordino anche le partecipazioni televisive di Fru a Pechino Express e del fuoco Fabio e Ciro al gioco Rai in prima serata The Floor – Ne rimarrà solo uno. Va da sé che quindi il successivo e giustificato passo sarebbe stato quello di una serie TV, in streaming su Amazon Prime Video, intitolata “Pesci Piccoli”.
Con una prima stagione novità, dal grande seguito e successo di pubblico, abbiamo conosciuto un gruppo di professionisti della pubblicità e di internet (i The Jackal stessi, ampliati e arricchiti dalle sottotrame), che nella serie interpretano una banda di colleghi della “Tree of US“, agenzia pubblicitaria di provincia, distaccata dalla loro “casa madre”. Dopo un malinteso lavorativo, Greta, spostata dalla casa madre alla sede dei the Jackal, deve ambientarsi e imparare a conoscere questa nuova gabbia di matti tra mille avventure. Social Media Manager, Project Manager, Cameraman, Sceneggiatori, Scenografi e così via… E la prima stagione va, tra freschezza, novità e qualche esperimento. Tutto sommato bene. Ma la seconda?
La seconda stagione prosegue la storia da dove era stata lasciata in precedenza. Con una Greta ormai ben integrata nel gruppo quasi senza più titubanze e molto vicina ad altri colleghi (specialmente Fabio). La piccola agenzia pubblicitaria cerca di crescere e prendersi rivincite rispetto a quelle grandi ed aumentano quindi le avventure, più o meno credibili, che i nostri protagonisti vivranno, alle prese anche con una incombente crisi economica. Il problema, forse, é un leggero cambio di rotta. Mentre nella prima stagione vedevamo un gruppo credibile che trattava di cose semplici, faceva lavori semplici, organizzava regali di compleanno e comprava piadine da Giovanni Muciaccia, adesso le cose diventano più complesse e meno realistiche.
Nuova stagione, nuovi ospiti
Sia chiaro, Pesci Piccoli 2 é un prodotto leggero che diverte, ma forse l’essere dovuti già arrivare a scene alla Boris o alla The Office, quando almeno secondo le premesse non sarebbe servito, é un piccolo sintomo di inizio della noia e ripetitività. Eccezionali, naturalmente, le presenze di un incredibile Beppe Vessicchio che rimarrà negli annali, ed il ritorno televisivo di Danilo Bertazzi, il grande Tonio Cartonio della Melevisione che ispira un intero episodio-trip mentale, così come altre comparsate. Notevole anche, come sempre, Stefano Rapone.
Tra avventure contro le intelligenze artificiali, assurde scommesse tra colleghi, il personaggio migliore rimane Fru (a parte le scene cringe di pianto, termine appropriato visto il contesto), senza il quale i “Pesci Piccoli” sarebbero forse troppo piccoli, ed i the Jackal non sarebbero gli stessi. Meraviglioso il cinismo di Fabio, apprezzabili i dettagli del personaggio di Greta, dubbi su Ciro e Aurora (anche dal punto di vista recitativo, ma stiamo pur commentando degli originari youtubers), Pesci Piccoli é una produzione che vuole tendere a diventare “Pesci grandi” (come il titolo dell’ultimo episodio) anche dal punto di vista registico e fotografico, ma che avrà bisogno di nuove svolte per continuare, nuovi guest (ma non troppi numericamente, per non far dipendere da loro la buona riuscita o meno di un’eventuale terza stagione), ma forse anche nuovi personaggi per non essere costretti a continuare il progressivo aumento della componente trash. Ce la faranno i nostri eroi?