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Pathfinder: Wrath of the Righteous Enhanced Edition – Recensione, demoni, eroi e molto altro

Pathfinder: Wrath of the Righteous è l’occasione perfetta per riunire gli amanti di Pathfinder in una nuova avventura, sviluppata da Owlcat Games dopo essere stata finanziata su Kickstarter. Il gioco è stato rilasciato per PlayStation 4, Xbox One, PC e Nintendo Switch, quest’ultima la piattaforma presa in considerazione per questa recensione. Dopo il successo di Pathfinder: Kingmaker, fare un altro titolo è stata considerata l’opzione migliore, nonché un ottimo metodo per mettere in campo nuove modalità e differenze rispetto al primo capitolo. L’edizione appena uscita migliora le prestazioni del gioco base rilasciato nel 2021, rendendo l’esperienza di gioco ancora più godibile. Pathfinder è una versione riveduta e corretta di Dungeons & Dragons versione 3.5 che, nel tempo, si è affermata prepotentemente nello scenario dei giochi di ruolo, pur rimanendo complessa e poco intuitiva da giocare. Il videogioco ha racchiuso queste stesse caratteristiche in un’avventura godibile, ricca ed enormemente personalizzabile.

C’era una volta una spaccatura nel mondo

E dalla spaccatura fuoriuscivano demoni. Il gioco è ambientato in un momento importante della storia di Golarion, in seguito alla morte del Dio Aroden e alla spaccatura che ha portato i demoni a invadere le terre. L’incipit di Pathfinder: Wrath of the Righteous mette i protagonisti di fronte alla città di Kenabres, distrutta e rasa al suolo dal potente lord dei demoni Deskari, fuoriuscito dalla ferita chiamata Worldwound. Proprio da questa iniziano, subito dopo, a fluire altre creature oscure, che in breve tempo diventano incontrollabili. Il personaggio del giocatore ha, tuttavia, un importante potere: è in grado di assorbire l’essenza di oggetti appartenuti a creature dotate di grandi poteri (come il lord dei demoni).

Potrebbe sembrare la classica lotta del bene contro il male: i demoni sconfinano nel mondo, gli impavidi avventurieri li abbattono e la pace torna a invadere le terre. In realtà, dopo poco tempo dall’inizio la storia si presenta molto più complessa di così. I demoni e gli eroi che li combattono non sono, infatti, le uniche forze in campo. Completare la trama è un percorso lungo e “sofferto”. Arrivare a un centinaio di ore di gioco senza aver finito non è raro, soprattutto selezionando la modalità di gioco più difficile. Anche in quella normale può essere complicato, talvolta, superare alcuni punti della trama, pertanto si può tranquillamente affermare che i giocatori in cerca di sfide troveranno pane per i propri denti.

Livello di personalizzazione alle stelle

In Pathfinder: Wrath of the Rightoeus, la storia è nelle mani delle scelte dei giocatori, che possono ampiamente personalizzare la propria avventura. Costruito sulle regole originali del gioco di ruolo al quale è ispirato, questo videogioco offre una vasta gamma di scelte per costruire il proprio personaggio. Si può scegliere tra 25 classi base, ognuna dotata di sei possibili archetipi, e una serie di classi prestigio che si attivano dopo aver scelto un determinato percorso con particolari prerequisiti. Inoltre, è possibile diventare un personaggio multiclasse, e avvalersi delle caratteristiche di più di una classe.

Per chi desidera iniziare rapidamente a giocare, c’è la possibilità di scegliere uno dei personaggi preimpostati a disposizione. Molti tra gli amanti della costruzione del proprio personaggio, della strategia e delle statistiche, tuttavia, non li prenderanno neanche in considerazione. Vista la grande quantità di opzioni, si potrebbe impiegare davvero tanto tempo per creare il proprio personaggio, ma è tutto parte dell’avventura.

Oltre alla normale classe e razza, nel corso della storia si sbloccherà il Mythic Path (percorso Mitico), che permetterà al giocatore di personalizzare ulteriormente la propria storia e inserirsi nel mondo politico fantasy di Golarion. Questo percorso consiste in livelli che viaggiano parallelamente ai 20 di base, sbloccabili con il completamento di specifiche quest, con eventi e personaggi collegati. In questo modo, il giocatore potrà uscire dal rango, per esempio, di “semplice” stregone, guerriero o appartenente di una delle classi normali, e acquisire grandi poteri, che possono spaziare da demoni ad angeli finanche ai Lich non morti, temibili nemici che tutti i giocatori di Pathfinder e Dungeons & Dragons conoscono.

Gameplay complesso ma perfettamente controllabile

Proseguire nell’avventura di Pathfinder: Wrath of the Righteous è impegnativo. I demoni che si dovrebbero affrontare vengono inseriti nel gioco compatibilmente con il livello che i giocatori dovrebbero avere in quel punto della storia. Tuttavia affrontarli non è semplice, soprattutto se diventa necessario combattere contro orde di mostri subito dopo aver affrontato un’altra battaglia, che ha prosciugato le proprie risorse. Come già accennato in precedenza, all’inizio della partita è possibile scegliere tra vari livelli di difficoltà. Quello medio, ossia normale, è ben più gestibile della difficoltà elevata, ma non per questo giocare partite normali sarà una passeggiata.

Oltre al gruppo di eroi, è possibile condurre armate in battaglie a turni contro gli eserciti di demoni. In questo difficile compito è necessario controllare punti geografici strategici come le fortezze, centri di reclutamento e gendarmerie. È possibile selezionare un’opzione che consente ai giocatori di gestire in modo automatico le crociate, lasciando spazio a trama, dialoghi e battaglie meno impegnative e poco strategiche. Ogni giocatore, insomma, potrà trovare il suo modo preferito per andare avanti nella storia. Ricordiamo che la difficoltà può essere cambiata ogni volta che si desidera. Per esempio, se ci si accorge di aver cliccato su un livello troppo difficile, è preferibile passare il prima possibile al livello normale, e viceversa.

“Ti uccido”?

Pathfinder: Wrath of the Righteous possiede tutte le caratteristiche per conquistare gli appassionati del genere, e non solo. Tuttavia, sono presenti alcune note “stonate” nell’insieme. A volte può capitare di incappare in qualche bug, sebbene il grosso sia stato risolto nel corso dei mesi trascorsi dall’uscita. L’avventura rimane ampiamente personalizzabile, e i dialoghi sono solidi e ben strutturati, ma alcune scelte lasciano a desiderare. Riguardo la parte dei personaggi malvagi, infatti, si potranno selezionare quasi esclusivamente opzioni di dialogo poco elaborate e monotone, il che rende evidente la differenza di impegno messa, invece, con le stringhe di dialogo riservate ai buoni.

Il gioco rimane, comunque, ricchissimo di contenuti. Sia i giocatori che amano questa tipologia di avventura e sono veterani di Pathfinder, sia coloro che preferiscono dedicarsi a un’avventura poco impegnativa e strategica, godendosi maggiormente la storia, troveranno la propria via per affrontare il mondo di gioco. Le quest sono numerose, la colonna sonora godibile e, indubbiamente, il lavoro di Owlcat Games è ben riuscito.

Enhanced Edition!

Il team di Owlcat Games non ha mai smesso di lavorare per migliorare Pathfinder: Wrath of the Righteous, e l’Enhanced Edition ne è la prova. L’interfaccia è stata migliorata e il supporto del controller sviluppato in modo da permettere ai giocatori di avventurarsi nell’esperienza in un modo nuovo. Anche l’epilogo è stato approfondito, fornendo informazioni dettagliate sui vari personaggi. Inoltre, ora è stata inserita la modalità foto, per immortalare i momenti salienti della campagna.

Pathfinder: Wrath of the Rightoeus

8

Il gioco basato sulla storia di Golarion e sulle regole base del gdr Pathfinder, rielaborazione della versione 3.5 di Dungeons & Dragons. L'avventura è ampiamente personalizzabile. I giocatori possono scegliere tra una moltitudine di classi e razze, affrontare livelli paralleli a quelli di base e trasformare i propri personaggi in potenti creature demoniache, angeliche e persino Lich non morti. I livelli di difficoltà sono vari, e già al livello normale si accusa la fatica nei combattimenti e in un gameplay impegnativo. Le battaglie sono strategiche e le orde di mostri posizionate strategicamente per mettere alla prova i giocatori. La linea di dialogo dei malvagi è carente e, talvolta, si può inceppare in qualche bug.

Martina Lembo
Cresciuta a pane e videogiochi, la sua passione per il mondo videoludico è nata negli anni '90 e si è sviluppata, un pixel dopo l'altro, a partire dalla sua prima cartuccia, Pokémon Giallo (che tutt'ora custodisce gelosamente). Laureata in Fisica e specializzata in Tecnologie Avanzate, è una lettrice accanita, adoratrice del MCU, divoratrice di film anni '80, amante dei giochi di ruolo e da tavolo, e cosplayer occasionale. Non resiste al fascino del vintage. Potrebbe capitarvi di vederla setacciare il web alla ricerca di cartucce originali per Atari 2600.

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