Out of Sight Recensione: nascondersi e fuggire, mano nella zampa

Abbiamo finalmente espresso il nostro giudizio definitivo su Out of Sight, un titolo "soft horror" che ci metterà nei panni di una bambina non vedente e il suo orsacchiotto. Ecco la recensione!

Gianluigi Crescenzi
Di
Gianluigi Crescenzi
Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto...
- Deputy Editor
Recensioni
Lettura da 8 minuti
out of sight
7.5 Buono
Out of Sight

Ve ne abbiamo già parlato durante una nostra anteprima tre settimane fa, e finalmente possiamo dirvi cosa ne pensiamo in via definitiva. Da oggi è infatti disponibile Out of Sight, sviluppato da The Gang e pubblicato da Starbreeze Entertainment. Già una volta vi abbiamo raccontato come questa avventura, tra stealth ed enigmi ambientali, riesce a mischiare in modo interessante le telecamere in prima e seconda persona. Ma quale sarà il nostro verdetto finale? Ecco la nostra recensione di Out of Sight.

Un labirinto di ombre e scricchiolii

Out of Sight è un particolare titolo a tinte horror, un’avventura che già dalle sue battute iniziali ci immerge all’interno della sua dolce e allo stesso tempo inquietante atmosfera. I protagonisti del gioco saranno due, e saremo portati ad impersonare allo stesso tempo una piccola bambina non vedente, e… il suo piccolo e fedele orsacchiotto di pelouche Teddy. Tutto normale? Neanche per idea, perché sarà proprio la prima volta che apriremo gli occhi a dare vita a tutto. Ma per quale motivo quest’orsacchiotto e la bambina sono così speciali?

out of sight

La nostra protagonista si chiama Sophie, e per qualche motivo a noi sconosciuto – al meno al principio – è tenuta prigioniera in una grandissima casa. In questa dorme nella sua piccola stanzetta, con tanto di piccola area gioco, e con un’oscura figura femminile e un maggiordomo “pacioccone” a farle da carcerieri. Tuttavia però, noi saremo anche il suo orsacchiotto Teddy, che inspiegabilmente acquisterà la vista e la utilizzerà per lei: Sophie vedrà attraverso gli occhi del suo fedele amico di cotone e stoffa.

Il nostro intento sarà chiaro fin dalle prime linee di dialogo: la piccola vuole andare via da questo luogo, e ora che può “vedere”, ha tutto ciò che le serve per farlo. Tuttavia la strada non sarà facile, dato che la villa in cui si trova è gigante e labirintica, e non riuscirà ad orientarsi da subito, dato che la vede coi suoi occhi per la prima volta. “È sempre stato così buio qui dentro?”. Questa una delle prime domande che si farà Sophie, che andrà a braccetto con molte altre per tutta la durata del gioco, comprese quelle che ci faremo noi giocatori.

Questioni di prospettiva

Le cose sembrano facili all’inizio, perché potremo sfruttare Teddy per vedere l’ambiente circostante e orientarci, magari scoprendo passaggi segreti, oggetti utili o altro. I primi minuti tranquilli però lasceranno presto lo spazio a una serie di nascondini raffazzonati, fino ad arrivare a vere fughe a perdifiato. La triste realtà si palesa, scappare è una missione complicata, pericolosa, che a quanto pare non è mai riuscita a nessuno.

out of sight

Come già detto, il titolo è molto particolare soprattutto per la sua alternanza delle telecamere. I comandi di gioco sono molto semplici: Sophie potrà muoversi in tutte le direzioni, e potrà poggiare Teddy su delle coperte rosa in modo che sia i suoi occhi in un determinato punto della stanza. Questo cambierà la visuale in seconda persona, con una telecamera semi-fissa che potremo indirizzare con gli occhi dell’orsacchiotto, cercando di seguire i movimenti di Sophie. Quando avrà le mani libere, la piccola bambina potrà anche arrampicarsi, spostare oggetti o spingerne altri, mentre quando avrà Teddy fra le sue braccia potremo tornare a guidarla con una visuale in prima persona. Una trovata alquanto semplice ma funzionale.

La parte più al cardiopalma arriva quando dovremo nasconderci dai nostri carcerieri, la minaccia più grande per la povera Sophie. Questi dopo aver scoperto della nostra tentata fuga ci braccheranno senza sosta, e non senza ricorrere a metodi estremi. Il nostro compito sarà quindi nasconderci alla loro vista (da qui il nome del gioco), sfruttando i vari passaggi segreti, i mobili, e altro.

Una delle parti più importanti del gioco riguarda gli enigmi ambientali di ogni stanza: questi hanno il doppio potere di farci avanzare nel gioco, e di infonderci il senso di complicatezza nel fuggire. Inoltre, dovremo sempre essere attenti a non fare rumore, perché anche durante la risoluzione di alcuni di questi saremo in fuga! C’è anche da dire una cosa però: noi siamo speciali, anche più di quello che crediamo: le nostre capacità aumenteranno, come se si sviluppassero dei poteri, ma non vi sveleremo in che modo… sappiate solo che, a quanto pare, all’interno di questa casa non siamo gli unici ospiti. L’aumento di queste capacità aprirà in modo gradito la porta anche a nuove meccaniche di gioco, che andranno di pari passo coi pericoli. In bocca al lupo!

out of sight

Quanta paura hai?

Parlando invece del lato più artistico, uno dei pregi migliori di Out of Sight è senza dubbio la sua atmosfera. In game avremo sempre paura che possa succedere qualcosa, e il fatto di essere effettivamente una bambina indifesa è una sensazione palpabile. Buon lavoro è stato fatto non solo nelle ambientazioni, ma anche nel sound design, a braccetto con un doppiaggio originale molto convincente. Ci è piaciuta in particolar modo la costruzione degli ambienti e il level design, anche se purtroppo per forza di cose ha sofferto per una buona parte dell’avventura di una certa ridondanza nell’ambiente proposto, e con l’escamotage dei cunicoli dietro alle pareti sfruttato un po’ troppo spesso. Gli enigmi però, sono di sicuro la parte più ingegnosa e riuscita.

Dobbiamo in ogni caso dire che il gioco è in un certo senso un “soft horror”, non tenta di terrorizzare né di metterci paura furbescamente, ma come detto la tensione e l’atmosfera sono reali. Anche nella nostra anteprima avevamo utilizzato il riferimento del ben più famoso Little Nightmares, che ci è tornato alla mente con alcune dinamiche e situazioni, tuttavia ripensandoci, in quel caso, la sensazione di essere braccati era ancora più forte.

Pregio e punto di forza indiscusso è poi il lato registico, dove viene sfruttata al meglio la dualità tra Sophie e Teddy, specialmente con i punti scelti per posizionare la telecamera: molto apprezzabile come tutto ciò sia anche integrato nel gameplay e nella risoluzione degli stessi enigmi ambientali.

out of sight
Out of Sight
Buono 7.5
Voto 7.5
Condividi l'articolo
Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.