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Odio L’Estate – Recensione, Il vero ritorno di Aldo, Giovanni e Giacomo

Aldo, Giovanni e Giacomo; Il trio comico contemporaneo più famoso d’Italia, torna sul grande schermo insieme a Massimo Venier, per un ritorno alle origini che in molti aspettavano dopo la delusione degli ultimi lavori; infatti, deviano dalle situazioni irreali degli ultimi film per concentrarsi su quello che esce meglio loro, cioè, la classificazione dello stereotipo di vari aspetti della società italiana e dell’italiano medio, sottoponendo questa caratterizzazione a delle “prove” non così discostanti da i problemi che una qualsiasi persona potrebbe avere. L’affrontare i suddetti problemi con la forza della risata e dello scherno, riporta in auge il tragicomico che, con un certo piacere, il trio ci fa riscoprire e, nel frattempo, cerca di insegnarci la leggerezza dell’affrontare determinate situazioni d’impiccio a fronte di altre ben più gravi.

La vacanza perfetta  

Un dentista di successo, un piccolo imprenditore fallimentare e un nullafacente ipocondriaco, con le rispettive famiglie, partono per una vacanza su un’isola, affittando la casa dei sogni. C’è un solo problema, hanno tutti affittato la stessa casa e per questo saranno costretti a passare il resto dell’estate cercando di capire come relazionarsi gli uni con gli altri, scoprendo un’amicizia che va oltre il semplice ceto sociale.

La presenza di Venier si sente, forse anche troppo: i movimenti di macchina bassi si indirizzano verso la figura molto più importante dell’attore, che in questo caso è essenziale ma, purtroppo, l’ovvio stile della commedia all’italiana non da spunti alla cinepresa per attivare una fotografia peculiare che rimane classica – non per questo scadente – e degna di questo prodotto. Una tonalità gialla accompagna lo spettatore nelle varie scene all’aperto e senza sostituzioni vengono, invece, aggiunte altre tonalità come azzurro o addirittura grigio (l’ultima scelta dovuta alla luce calda del sole). Il trio insieme a Venier, Pellegrini e Lantieri, curano una sceneggiatura che si rivela essere di alto livello, anche se ogni tanto un minimo sforzata con l’utilizzo di un piccolo Deus Ex Machina. Tuttavia funziona anche così, riuscendo a non creare buchi di trama insostenibili.

Le musiche curate da Brunori Sas sono eccellenti (non ci si poteva aspettare altro da un artista del suo calibro), e il ritorno di “Che Coss’è L’Amor” di Vinicio Capossela e della scena ove è inserita fa scappare un sorriso malinconico e colmo di ricordi per i fan dei tre. Il film in sé contiene diversi riferimenti ai lavori precedenti del quartetto composto dai tre attori principali ed il regista, come Tre Uomini e Una Gamba e Così è la Vita, riferimenti inseriti correttamente e riproposti in chiave moderna e non prendendo spezzoni di spettacoli o film riciclati come già fatto in un precedente lavoro.

Squadra che vince non si cambia

Le abilità attoriali del trio sono già ben note allo spettatore e anche questa volta non deludono, rimanendo sempre in linea con personaggi interpretati in precedenza, ma rivisitati a dovere con una riuscita molto buona. Il ritorno di Venier è essenziale per Odio L’Estate, in quanto i successi da lui ottenuti insieme ad Aldo, Giovanni e Giacomo sono ben consolidati e quindi eccellenti. Le mogli ed i figli dei tre non sono da meno, con Lucia Mascino ad interpretare la mogli di Giacomo, Carlotta Natoli quella di Giovanni e Maria Di Biase  quella di Aldo, attrici d’eccezione che riescono, senza sforzo, a stare al passo col gruppo. Riconoscimento va a Davide Calgaro che interpreta Salvo, uno dei figli di Aldo, giovane scoperta che merita, senza riserve, l’attenzione alla crescita futura, riuscendo in questa pellicola a mostrare un lato dei giovani non ancora visto in altri lavori italiani. Interessanti le partecipazioni di Massimo Ranieri e Michele Placido anche se quest’ultimo relegato a macchietta comica non proprio azzeccata.

Odio L'Estate

7.5

:Questa volta Aldo, Giovanni e Giacomo non sbagliano, il film è divertente al punto giusto e non scade nella banalità facendo si ridere, ma anche riflettere su determinati aspetti della nostra società che molto spesso vengono dimenticati, come il senso dell'amicizia partendo dalla nascita della stessa fino allo sviluppo finale, Riescono, magistralmente, a trasmettere i propri sentimenti allo spettatore che si immedesima in quello che sta succedendo, per infine venire spiazzato nel vedere quel famoso trio comico che si ritrova in ruoli impegnati privi di spensieratezza, capendo dove può arrivare la bravura dei tre; tutto ciò viene contornato da un cast che non sbaglia mai, riuscendo a bilanciare la differenza di età in modo perfetto, e rispecchiando, oltre alla caratterizzazione dello stereotipo italiano, anche il rapporto, sempre stereotipato, genitori/figli. Sperando nel rinsavimento totale dei tre e nella continuazione di lavori del genere, aspettiamo il prossimo spettacolo con trepidazione.

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