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Narciso Nero – Recensione, una fiaba gotica tra i monti dell’Himalaya

L’arrivo di Star, la nuova sezione dedicata ai contenuti più maturi ed adulti di Disney+, si sta rivelando incredibilmente importante per la celebre piattaforma streaming, il cui catalogo continua ad essere arricchito con molta costanza. Oltre ad alcuni titoli originali, Star si sta impegnando nel portare nel nostro paese delle produzioni che fino ad oggi non erano mai arrivate in Italia. È questo il caso di Narciso Nero, la miniserie composta da tre episodi prodotta da FX, un adattamento dell’omonimo romanzo di Rumer Godden del 1939 (che poi ha ricevuto  successivamente una trasposizione cinematografica nel 1947, con Deborah Kerr nel ruolo della protagonista). Ebbene, ecco la nostra recensione di Narciso Nero,  disponibile da oggi, venerdì 16 aprile 2021, sulla piattaforma streaming Disney +.

Una fiaba erotica dai toni gotici

Mopu, Himalaya, 1934. Un gruppo di suore si trasferisce in un remoto palazzo arroccato su una scogliera, un tempo noto come “Casa delle donne”, per poter fondare un nuovo convento e una scuola per i bambini del luogo. A capo del gruppo di donne inglesi c’è Suor Clodagh, interpretata da Gemma Arterton (The Voices, Murder Mystery, Scontro tra Titani), intenzionata a fare il possibile per aiutare gli altri e per lasciarsi alle spalle un passato difficile e doloroso. Il gruppo di sorelle impiegherà veramente poco tempo per capire che il luogo in cui si sono appena trasferite era un harem, e l’arredamento, gli specchi, le decorazioni e i lussureggianti affreschi sulle mura continuano a trasmettere erotismo e passione.

Una situazione non sempre facile da gestire per alcune delle donne, nello specifico per la giovane Sorella Ruth, interpretata da Aisling Franciosi (The Nightingale, Il Trono di Spade) già duramente messa alla prova dalle cultura e dalle tradizioni della gente del luogo, molto differenti da quelle alle quali è sempre stata abituata. Non a caso, sarà proprio lei ad essere colpita maggiormente da questo grande cambiamento, e a soffrire di più a causa della misteriosa minaccia che sembra aggirarsi nei corridoi del palazzo. Un’incubo tra riflessi, ombre e tormenti personali, in cui la fede e le proprie ambizioni vengono spesso messe alla prova, il tutto illuminato dalla suggestiva e preziosa luce che si destreggia tra le mura del monastero himalayano.

Narciso Nero
Nonostante la durata estremamente ridotta (tre episodi da circa un’ora l’uno), la serie riesce a creare delle sottotrame particolarmente efficaci, che a tratti arrivano ad essere anche più interessanti della sceneggiatura principale. Nel palazzo facciamo la conoscenza di Mr. Dean (Alessandro Nivola), l’affascinante accompagnatore del Generale Toda Rai (Kulvinder Ghir), il quale dimostrerà un particolare interesse nei confronti di Suor Clodagh. Un’attrazione reciproca e inespressa, che si nasconde in un rapporto decisamente complicato a causa del personale percorso affrontato dalla donna. Allo stesso tempo abbiamo modo di conoscere in maniera più approfondita il gruppo di suore, ossia Sorella Briony (Rosie Cavaliero), Sorella Philippa (Karen Bryson), e la dolce sorella Blanche (Patsy Ferran), ognuna delle quali si troverà costretta ad affrontare i propri tormenti personali, indipendentemente dalla gravità di quest’ultimi. Complici inconsapevoli della storia d’amore proibita tra il principe Dilip Rai (Chaneil Kular) e la bella Kanchi (Dipika Kunwar), il gruppo di Sorelle si troverà costretto ad affrontare più volte le loro tentazioni e debolezze.

Narciso Nero: tante aspettative ma poco equilibrio

In questa recensione è necessario puntualizzare che Narciso Nero è tutt’altro che un prodotto perfetto, ma anzi risulta inutilmente appesantito da numerosi elementi di cui, onestamente, potevamo fare a meno. Non ci troviamo di fronte ad un prodotto scadente, ma fin troppo spesso la narrativa risulta piatta e statica, non riuscendo mai a catturare pienamente l’attenzione degli spettatori. Eppure le premesse sembravano ottime; un gruppo di suore rinchiuse in un esotico palazzo diroccato ricco di segreti, in cui un misterioso fantasma sembra muoversi nel buio dei corridoi lussureggianti. Nonostante tutto, infatti, il ritmo non decolla e gli spunti narrativi non sempre riescono a convincere.

Le numerose storie non sempre riescono ad intrecciarsi con successo, ma è giusto considerare che la miniserie ha anche numerosi pregi, facilmente riscontrabili nell’interpretazione delle protagoniste e nella meravigliosa ambientazione, ricca di tutta quella spiritualità che ci si potrebbe aspettare da un luogo e un contesto del genere. Le luci e le atmosfere del monastero, leggermente tinte da un tenue colore rosa, fanno sognare, e riescono a dare un velo di magia ad alcuni dei momenti più evocativi dell’intera produzione. Inoltre, in questa recensione è bene ricordare che Narciso Nero ci offre l’ultima interpretazioni di Diana Rigg (Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà, Il Trono di Spade, Agente Speciale) scomparsa lo scorso settembre, in un ruolo secondario ma comunque in grado di mostrarci tutte le sue qualità.

Narciso Nero
Nonostante i suoi numerosi errori, Narciso Nero è comunque un prodotto incredibilmente interessante, anche se, in questo caso, l’approccio seriale non sembra accompagnare nel modo migliore la narrazione. Se alcune scene risultano troppo lente e piatte, tanti altri elementi non vengono approfonditi come dovrebbero, lasciando qualche vuoto che aveva bisogno di essere colmato. L’ottimo lavoro dell’intero cast, unito ad una fotografia impeccabile e ad alcuni dei risvolti veramente intriganti della storia, ci offrono comunque un lavoro convincente ed incredibilmente suggestivo ma che, purtroppo, poteva offrire molto di più, e si lascia alle spalle delle mancanze che, anche se minori, non possono essere sottovalutate. La nuova trasposizione del bestseller di Rumer Godden non è sicuramente priva di difetti ma, allo stesso tempo, offre dei personaggi carichi di emozioni e sentimenti, illuminati dalle cangianti e suggestive luci che brillano sul monastero.

Narciso Nero

7

Narciso Nero ci offre una storia incredibilmente suggestiva e carica di emozioni, dove i personaggi principali risultano essere il fulcro dell'intera narrazione. In una sceneggiatura che si alterna tra incubi, sogni, misteri e tentazioni, la nuova trasposizione del romanzo bestseller di Rumer Godden si rivela intrigante e piacevolmente interessante, nonostante i numerosi problemi dovuti principalmente alla difficile gestione degli elementi visibili sul piccolo schermo. Pesa in particolare una narrativa che, fin troppo spesso, sembra perdersi nei corridoi della suggestiva ambientazione del monastero himalayano, e che non sempre riesce a catturare l'attenzione degli spettatori come dovrebbe.

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