VideogiochiRecensione

Mushihimesama – Recensione del porting per Nintendo Switch

Oggi vi portiamo a fare un tuffo nel passato. Se siete fan dei bullet hell da tanto tempo non potrete non aver sentito parlare di Mushihimesama, noto gioco shootem’up creato dall’azienda di videogiochi giapponesi Cave nel 2004 e divenuto famoso un anno dopo grazie alla conversione per PlayStation 2. In questa recensione vi parleremo del recente porting del primo capitolo fatto per Nintendo Switch, andiamo subito a vedere cosa ne pensiamo.

Un’ambientazione e un gamemplay particolari

Il pretesto di trama di Mushihimesama è molto retrò, potremmo dire: interpreterete la principessa Reco, figlia della famiglia reale di un villaggio, che è stata destinata a sacrificio in cambio della salvaguardia del suo popolo, per un rituale che si viene a compiere ogni 200 anni. La ragazza però non vuole starci e, in sella al suo fidato compagno (un enorme scarafaggio) decide di affrontare i mostri: degli insetti giganti e molto aggressivi che stanno assediando il suo villaggio e tutta la sua terra. Reco dovrà quindi affrontare decine e decine di orde di artropodi che cercheranno di farla fuori, e ogni minimo errore le sarà fatale.

Il gioco divenne famoso ai tempi anche per questa sua ambientazione che, a differenza dei vari titoli concorrenti dei suoi anni che si concentravano sull’utilizzo di aerei, carri e attrezzatura militare, Mushihimesama si distingueva mostrando insetti, piante e tutti gli elementi di una foresta. I disegni e lo stile artistico, inoltre, sono molto ispirati a Nausicaä della Valle del vento, famoso film diretto dal maestro Hayao Miyazaki del 1984.

A livello di gameplay il gioco non è altro che un frenetico e classico bullet hell con 5 stage da superare per poter essere completato. Per quanto riguarda il lato estetico il titolo rende davvero bene, con colori molto accesi e diversi tra loro, in modo che si possano sempre distinguere i vari proiettili – di un colore viola e bianco – dal proprio personaggio, così da non confondersi. Anche per quanto riguarda il comparto sonoro, Mushihimesama è molto sul pezzo, con delle tracce piene di bassi e in grado di tenere perfettamente il tempo con il ritmo molto veloce del gioco.

Si possono scegliere di base 3 diversi livelli di difficoltà:

  • Original mode: versione base dei livelli, il vero obiettivo è continuare a prendere gemme e cercare di sopravvivere fino alla fine. Attenzione, non sottovalutatelo solo perché è il livello più facile, Mushihimesama non risparmia nessuno.
  • Maniac mode: versione intermedia, un po’ di proiettili in più anche se la velocità non cambia. Per i giocatori amanti del genere, ma ancora non troppo esperti.
  • Ultra mode: versione più difficile del gioco, con molti più proiettili e tutto velocizzato. Non sopravvivrete a lungo se non siete esperti di titoli bullet hell. L’unica modalità oltretutto in cui il gioco ti chiede se sei sicuro della scelta.

Mushihimesama

Differenze nel porting

Questo porting di Mushihimesama non ha particolari differenze con tutte le altre versioni di gioco, l’unica divergenza sta nei DLC che, mentre nelle versioni precedenti erano extra, qui sono tutti inclusi. Questo porta ad avere alcune modalità aggiuntive che non erano presenti nelle altre versioni, come per esempio la Novice version: una modalità facilitata per tutti quei giocatori che sono alle prime armi con questo shootem’up, i novizi appunto, e che permetterà loro di imparare le basi di questo genere gradualmente… e senza morire in un ciclo frustrante nel primo stage del gioco.

Un’altra aggiunta è la Arrange mode, una versione differente della Maniac, in cui non solo partirete direttamente con la modalità MAX carica, quando di solito dovreste caricarla, ma sarà anche possibile scegliere a piacimento il tipo di sparo da utilizzare – normalmente lo si sceglie prima di iniziare lo stage – S per quello classico, colpo singolo e forte dalla lunga distanza, M per una via di mezzo e W per un tipo di proiettili molto potenti a gittata ravvicinata e più larga; oltretutto le bombe verranno tirate automaticamente quando verrete colpiti. In questa versione per Nintendo Switch, inoltre, ci sarà la possibilità di rivedere i vari replay dei giocatori più forti al mondo in modo tale da poter prendere spunto per migliorare le vostre future partite.

Ultima, ma di certo non per importanza, la versione 1.5, l’ultima rilasciata. Questa, anche detta Matsuri mode, cambia le carte in tavola per tutti coloro che invece Mushihimesama lo masticano bene: stage con colori e palette alternativi, colonna sonora esclusiva solo per questa modalità, e nemici che spuntano da posizioni diverse rispetto all’originale e hanno un tipo di fuoco tutto nuovo. Inoltre avrete la possibilità di aspirare automaticamente le gemme dal terreno e potrete iniziare la partita direttamente in modalità MAX. Attenzione però, perché se sceglierete questa opzione il gioco aumenterà la difficoltà dei nemici fin da subito.

Mushihimesama

Conclusioni di recensione su Mushihimesama

Per concludere questa recensione di Mushihimesama, menzioniamo anche la presenza della modalità Score Attack, che è il modo in cui potrete sfidarvi con gli altri giocatori online e scalare la classifica globale cercando di fare più punti possibili, e la modalità Training nel caso in cui vorreste fare pratica, ma soprattutto vogliamo parlarvi del feeling su Nintendo Switch e di eventuali difetti. In generale il gioco non ha problemi a girare, niente lag o freeze se non in un’occasione, in cui lo schermo era veramente pieno tra proiettili e nemici, e anche in quel caso l’effetto è stato abbastanza minimo e non ha impattato sulla partita.

I comandi inoltre sono molto responsivi e precisi, nonostante si utilizzi una levetta molto piccola per muoversi. Il vero problema sta proprio nel joy-con della console Nintendo e nel suo joy drift, problema che come ben sapete affligge molte unità di Switch. In un gioco così frenetico, preciso ed in cui il minimo errore può portarti tranquillamente alla sconfitta, avere la levetta del movimento che può non reagire correttamente agli input, o darne addirittura di propri errati, è molto frustrante. La recensione riguarda il porting di Mushihimesama e non la console, ma nonostante ciò questa è una problematica di cui tener conto.

In generale il gioco ci ha soddisfatto molto, e nonostante non abbia aggiunto pressoché nulla di nuovo rispetto alle altre versioni, riteniamo sia ancora estremamente valido come bullet hell, e che grazie anche alle modalità extra con la quale potersi allenare, sia in grado di poter interessare e attrarre anche nuovi giocatori che non hanno mai provato un titolo shootem’up. Se infine foste interessati ad altri giochi per Nintendo Switch da poter provare, vi consigliamo di leggere la nostra recensione su Disgaea 6, capitolo della saga che ci ha sorpresi più del previsto.

Mushihimesama

8.5

Il porting di Mushihimesama è ottimo. Non ci sono particolari novità, se non la possibilità di giocarlo su console portatile grazie alle caratteristiche di Nintendo Switch. Comandi molto fluidi e reattivi, nessuno scatto o lag pervenuto come si addice ad un gioco di questo genere. Unica nota dolente riguarda il drift del joycon Switch.

Leonardo Mesce
Nasce nel 1997 e fin da piccolo ha una grande passione per l'informatica trasmessagli da suo padre. Ottiene la sua prima console a 4 anni e si innamorerà molto velocemente di quel mondo, ampliando poi i suoi interessi anche verso fumetti, film e serie tv. Grande appassionato del mondo Pokémon e The Legend of Zelda.

    Rispondi

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

    Potrebbe interessarti anche