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Maquette – Recensione del puzzle game dimensionale

Nonostante le numerosissime altre uscite di questi mesi abbiano fatto da sordina per altrettante uscite indipendenti, Graceful Decay e Annapurna Interactive sono riusciti ad ottenere un palcoscenico non da poco. Oltre che su PC, infatti, il nuovo Maquette è disponibile anche su PlayStation 4 e PlayStation 5, ma soprattutto sarà ottenibile gratuitamente con l’abbonamento PlayStation Plus fino alla fine del mese (e al conseguente rinnovo dei giochi). Di certo un onore e un onere non da poco, un coin flip che potrebbe determinare un grosso successo, o un fallimento su tutti i fronti. Negli ultimi giorni abbiamo avuto quindi modo di approcciarci a questo particolare e introspettivo puzzle game, corredato da una narrazione intima e lineare, che si sforza – come il gioco stesso – a farci vedere le cose da diverse prospettive.

Il mondo è piccolo… o è troppo grande?

Maquette: che cosa significa? Questo termine francese nella nostra lingua sta per “modello”, e viene utilizzato per indicare appunto dei modelli, dei plastici, o semplicemente delle bozze. In un certo senso, all’interno del gioco possiamo trovare riferimenti ad ognuno di questi significati, che vanno ad incastrarsi in una sola opera, piccola ma tratteggiata nei punti giusti. Il modo in cui li farà, ve lo spiegheremo tra poco.

 

Quest’opera particolare ci pome di fronte a degli enigmi da risolvere mentre guideremo il nostro personaggio con la visuale in prima persona, ma a differenza di un The Witness, dove gli enigmi erano estremamente sparsi, complessi, e con una narrazione a tratti silente e da dover ricercare, Maquette si traduce in una semplicità genuina. Controlleremo Michael, e vivremo la storia del suo rapporto con Kenzie: la loro storia ci verrà raccontata dallo stesso Michael, in un flusso di ricordi che avanzerà punto per punto man mano che proseguiremo nei vari capitoli. Badate bene, la narrazione è uno dei fulcri principali del gioco, e vi consigliamo di seguirla attentamente e di non farla passare in secondo piano. Il racconto è intimo, puro, e sottolinea tutti gli aspetti importanti di una relazione, di un affetto. Non entreremo nel merito dei vari avvenimenti, perché sono legati a doppio filo con il gameplay, e perché vi faremmo degli sgraditi spoiler.

maquette

Dopo una prima breve introduzione che ci farà da tutorial, entreremo in quello che sarà il nostro vero e proprio mondo di gioco. Si tratta di una dimensione molto particolare, un loop concentrico dove in ogni capitolo ci troveremo a visitare lo stesso luogo ma a grandezze differenti, che comunque sono collegate tra loro. Al centro della mappa ci sarà (quasi) sempre quelle che sembra un plastico, me che in realtà è la stessa zona più piccola, e spostare uno stesso oggetto avrà ripercussioni in entrambe le  “visuali”: questo perché l’oggetto è sempre uno. Per esempio, prendere una gemma a grandezza uomo e lasciarla in un punto X della mappa a grandezza normale, la farà comparire nel plastico in scala, e quindi più piccola. Questa meccanica funziona in entrambe le direzioni (quindi per ingrandire oggetti, etc…), e funzionerà anche per noi stessi. Mischiando in modo assai ingegnoso le carte in tavola di volta in volta, tutti gli enigmi di Maquette sono intriganti, alcuni più macchinosi di altri nella risoluzione, ma mai che creino un valico insormontabile. Come già detto le fasi di puzzle e la narrazione vanno di pari passo, tanto che addirittura il mondo di gioco, i suoi colori, e anche i colori degli intermezzi narrativi, seguiranno di pari passo le emozioni trasmesse. Tenete sempre d’occhio anche questo fattore, indispensabile per godere appieno dell’esperienza offerta da Graceful Decay.

Spigoli e voci d’autore

Ciò che invece purtroppo rimane pesante è la presenza di diversi problemi tecnici. Nonostante si palesino solamente in alcuni casi, sono presenti dei bug all’interno del gioco – un paio dei quali sono ancora presenti nonostante la patch correttiva – che costringono il giocatore a caricare un salvataggio precedente, magari per una scena che non si è avviata automaticamente o perché il giocatore ha trovato una “via traversa” per risolvere un determinato enigma. Chiaramente, nonostante sia una cosa frustrante, sappiamo che il team è a lavoro per limare tali problematiche, quindi non sono da considerare un peso eccessivo. Il ritmo di Maquette è leggermente altalenante, e dipende anche dalla velocità di comprensione del giocatore. Ci aggiriamo intorno alle tre ore di gioco per vedere i titoli di coda, tre ore che comunque non ci vedranno dannare per comprendere i fatti grazie alla localizzazione italiana tramite sottotitoli.

Il resto del comparto tecnico regala al giocatore delle composizioni artisticamente ispirate in low poly all’interno del gioco, ma dando il meglio senza dubbio nei vari disegni e bozze che vedremo durante i vari intermezzi, quelli che descrivono l’andamento del rapporto tra Michael e Kenzie. Mentre si ascolta la storia e si guardano i disegni (nei quali i due sono rappresentati metaforicamente come due uccellini), è impossibile non provare empatia, uno dei punti decisamente più importanti per un gioco che poggia le basi sulla narrazione. Il comparto audio è senza dubbio di rilievo, dove sono state prese in prestito determinate tracce anche cantate per corredare determinati momenti del gioco (narrativamente e attivamente), e dove per le voci dei protagonisti sono stati scelti niente meno che Bryce Dallas Howard e Seth Gabel, due professionisti della recitazione che hanno saputo dare i giusti colori ad una storia che vive di essi.

Maquette

7

Maquette è un puzzle game che poggia le basi su un'idea davvero interessante. Lo sviluppo di Graceful Decay è stato molto buono, ma non impeccabile, e non ci riferiamo solamente ai bug incontrati: di certo sul piano della mera enigmistica potevamo aspettarci di più, così come sul piano della longevità. Nonostante questo, Maquette è ricco di guizzi impeccabili e di idee davvero singolari che ne hanno - è il caso di dirlo - disegnato la personalità. Artisticamente gradevole, Maquette è un'opera basata molto sulla narrazione, introspettiva ed intima, uno dei pilastri fondamentali che accompagna sotto braccio il giocatore verso i titoli di coda in 3 ore circa (o anche la metà, se sarete velocissimi nelle risoluzioni). Di certo una piccolissima gemma grezza, ma che potrebbe gettare le basi per produzioni più ambiziose.

Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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