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Live A Live – Recensione, una bella riscoperta

Live A Live, protagonista della recensione di oggi, è il remake dell’omonimo videogioco uscito originariamente per Super Nintendo. Un’esperienza videoludica per certi versi d’altri tempi ma non realmente invecchiata, con anzi meccaniche di gioco tutto sommato uniche e peculiari per i giorni d’oggi. Un titolo che traccia anche una linea per quello che è, probabilmente, il miglior modo per revitalizzare i videogiochi di quel periodo (ma di questo parleremo meglio nell’analisi tecnica). Live A Live si è rivelato più di una semplice operazione nostalgia? Vediamolo!

Un’esperienza classica, ma non vecchia 

Giocare Live A Live per questa recensione è stato come un tuffo nel passato, dato che questo titolo rappresentava la filosofia dei videogiochi dell’epoca. Poche meccaniche ma ben strutturate, invece di una sovrabbondanza di queste ultime ma con meno sfaccettature come spesso capita negli ultimi anni. Live A Live è di per sé un GDR di stampo strategico, dove il campo di battaglia è una sorta di scacchiera invisibile sulla quale si muovono sia i propri personaggi che i nemici. Si possono attaccare i nemici e supportare i compagni attraverso delle mosse che, e qui arriva la prima peculiarità, non necessitano di mana o punti utilizzo per essere effettuate. 

Come viene regolato quindi il loro utilizzo? Semplice, attraverso una barra di caricamento, che si riempie ogni volta che un qualsiasi personaggio fa un’azione nel proprio turno. Lo spostamento attraverso le caselle è illimitato e non occupa l’utilizzo del turno di un personaggio, quindi si potrebbe potenzialmente muoversi all’infinito prima di attaccare, però come detto ogni azione carica la barra di ogni personaggio sul terreno, ovviamente nemici inclusi. Se un nemico si ritrova la barra caricata al massimo, e ha a disposizione nel suo pool di mosse un attacco da poter sferrare senza spostarsi, lo sferrerà immediatamente per poi ridare modo al giocatore di muovere il proprio personaggio.

Live A Live gameplay boss fight

Ogni attacco si differenzia per danni inflitti, eventuali effetti secondari e posizione richiesta per andare a segno: ad esempio un attacco che colpisce entro le 3 caselle alla propria sinistra e alla propria destra ha bisogno di un tipo posizionamento, uno che colpisce entro 2 caselle in tutte le direzioni di un altro, e così via). Alcuni attacchi più potenti possono addirittura richiedere un turno per caricarsi e andare a segno in quello dopo. Quelli più efficaci sono sicuramente gli attacchi con un’ampia gittata, che richiedono meno spostamento possibile e non danno modo, di conseguenza, ai nemici di attaccare mentre prepariamo la nostra offensiva. Tenete però a mente che colpire un nemico con un attacco riempirà del tutto la sua barra di caricamento, a prescindere da quanto sia piena. 

Come in ogni buon GDR, anche in Live A Live abbiamo anche modo di equipaggiare i nostri personaggi con oggetti di vario tipo, come per esempio armi o vestiario protettivo, andando ad aumentare le proprie statistiche offensive e difensive. Per motivi che tratteremo tra non molto parlando della struttura narrativa, però, si tratta di una componente poco approfondita e non è possibile strutturare una crescita del proprio equipaggiamento a lungo termine.

La strategia entra in gioco nello scegliere quale mossa usare, se preferire danni immediati o mosse meno offensive che però infliggono malus, se usare mosse o strumenti curativi o puntare a mosse che conferiscono bonus a uno o più personaggi alleati e così via. Nulla di trascendentale, intendiamoci, però per quanto sia un’esperienza di gioco piuttosto classica, “non sa di vecchio”. L’abbiamo trovata sicuramente piacevole, leggera e difficile il giusto. Il gameplay in definitiva è di buona qualità e probabilmente, con qualche guizzo qua e là per un’eventuale riproposizione futura di un gioco simile, potrebbe anche diventare più che ottimo.

Tante piccole storie convergenti 

La particolarità principale di Live A Live è che presenta tante piccole avventure al posto di un’unica storia. Sono 7 le campagne accessibili inizialmente dal giocatore, ognuna con un setting storico completamente diverso. Si passa dalla preistoria alla Cina Imperiale, passando per il Far West per poi sfociare in ambientazioni più moderne. Una peculiarità che ha reso Live A Live a suo modo iconico, con la chicca dell’avere una sorta di filo conduttore tra tutte queste storie che sfocia nell’ottava e ultima. Non solo narrativa però, il gameplay stesso assume sfumature e attività nuove in base alla storia scelta (pur mantenendo la stessa struttura). Un dettaglio che impreziosisce non poco l’esperienza di gioco.

Live A Live Gameplay Preistoria

Trattandosi però di tante storie brevi, tante dinamiche e caratteristiche dei GDR classici sono assenti. Non esiste il classico dualismo tra main quest e side quest, la crescita narrativa è veloce e ripida dovendosi sviluppare e concludere in pochissimo tempo e, infine, c’è un senso di progressione praticamente nullo. Per esempio, nella storia ambientata nel Far West è totalmente assente ogni tipo di farming, ci sono qualcosa come 3 combattimenti in totale e non si prendono nemmeno punti esperienza al loro termine. Qualcosa di decisamente atipico per un GDR standard, che per quanto possa piacere o non piacere comunque contribuisce all’unicità di Live A Live. 

Il comparto tecnico ideale per un gioco simile

Uno dei punti di forza da sottolineare maggiormente di Live A Live in questa recensione è sicuramente la grafica. Non perché sia spettacolare o realistica, bensì perché è quella ideale per riproporre giochi simili senza rovinarne lo spirito estetico, anzi migliorandolo pur rimanendo fedeli all’opera originale. Una pixel art 2.5D che è già stata adottata in titoli come Octopath Traveler e Triangle Strategy (qui la nostra recensione). 

Live A Live Gameplay Cina Imperiale

A nostro avviso questa è la strada migliore da seguire per i prossimi remake di GDR (e non solo) di quell’epoca videoludica, e in questo Live A Live può sicuramente fare da punto di riferimento. Nota di merito anche per il comparto audio, con alcune ost che vi entreranno letteralmente in testa. 

In definitiva Live A Live è un gioco assolutamente promosso, un ottimo titolo sotto molti punti di vista. L’augurio è che magari la sua base possa essere ripresa ed evoluta in futuro, perché ha tutto il potenziale affinché ciò accada. Consigliato, soprattutto ai nostalgici e a chi vuole un’esperienza GDR differente dal solito.

Live A Live

8

Live A Live è un gioco classico, ma non è un gioco vecchio. Riporta alla mente la filosofia videoludica degli anni '90 ma, con meccaniche e scelte narrative tutt'ora poco inflazionate, può risultare comunque e paradossalmente una ventata d'aria fresca nel genere GDR, pur se atipico in diverse cose. Consigliato, soprattutto ad appassionati e nostalgici.

Alessio Fuscà
Sono un game designer di professione ma videogiocatore incallito nel cuore. Tra le mie altre attività, oltre quella da redattore, c'è anche quella di player competitivo nel circuito torneistico ufficiale di Pokémon, la cui serie è stata una dei motivi per i quali ho iniziato a videogiocare quasi 20 anni fa.

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