Quando si affronta un tema complesso come l’esorcismo al cinema, specialmente in Italia, la questione può diventare quanto meno spinosa. Uno degli ultimi esperimenti fu con Il Rito, con protagonista Anthony Hopkins nel lontano 2011 film che ebbe un ottimo successo in termini di accoglienza, ma che il pubblico non apprezzò particolarmente. Oggi il regista Julius Avery tenta con la partecipazione del Premio Oscar Russell Crowe di ribaltare i risultati precedentemente avuti con questo genere di film, portando in scena L’Esorcista del Papa, un film che va analizzato con due differenti lenti di ingrandimento.

Nominato dal Papa

Padre Gabriele Amorth è un prete italiano che porta sulle sue spalle la responsabilità di essere il Capo Esorcista della Chiesa Cattolica: questo pone l’uomo in una condizione particolare, perché da un lato le persone lo cercano e lo chiamano spesso per risolvere problemi di natura esoterica, mentre all’interno della stessa Chiesa c’è chi mette in dubbio l’effettiva efficacia di questa figura. Padre Amorth viene interrogato circa il risultato del suo ultimo esorcismo nel quale sono stati coinvolti un ragazzo ed un maiale: la Curia vuole mettere alle strette il prete, il quale per tutto punto risponde con «Io sono il Capo Esorcista della diocesi di Roma, nominato dal mio Vescovo, il Papa: se avete un problema con me e con il mio operato, rivolgetevi al mio capo!».

Padre Amorth non è un uomo che le manda a dire, anzi, fa battute, ride spesso ed è in generale una figura gioviale anche se si intende che la sa lunga e che il sorriso e la battuta sono strumenti sotto i quali cela una consapevolezza che va oltre quella comune. In Spagna presso un’abazia sconsacrata, una piccola famiglia eredita la tenuta e la struttura, ma durante i lavori di ristrutturazione il male prende possesso del figlio minore della famigliola ed è qui che entra in gioco Padre Amorth che, all’arrivo sul posto si rende conto di avere a che fare con una vera possessione di un vero demone, oscuro quanto la pece più nera.

Inizia una lotta senza esclusioni di benedizioni e preghiere tra Padre Amorth e il Demone che non vi sveleremo, vi basterà sapere che a livello di trama il film si riassume come il più classico degli esorcismi, condito con quel tocco di thriller che porterà Padre Amorth e Padre Tommaso Esquibel (un giovane prete) a scoprire dei segreti oscuri sul Vaticano e sul passato di questa grande istituzione.

Conosci le barzellette?

Russell Crowe è perfetto nel ruolo di Padre Amorth e non solo per la sua stazza, diventa negli anni oggetto di scherno da parte della critica, ma proprio perché si comporta così come viene ricordato il personaggio di Gabriele Amorth (che come sappiamo è realmente esistito ed è morto nel 2016). Padre Amorth era un uomo dalla fede incrollabile, che ha scritto diversi libri e articoli per il Vaticano sulla presenza del Maligno nel mondo e sul ruolo che secondo lui, la Chiesa dovrebbe avere in questo scenario.

L’Esorcista del Papa tuttavia non è una pellicola sulla vita di Padre Amorth nel senso stretto del termine: va affrontato come un racconto che prende spunto da un personaggio realmente esistito e che lo romanza in maniera del tutto diversa, senza dubbio più simile ad un action che ad un docufilm. Siamo di fronte ad un prodotto non molto dissimile da La Mummia con Brendan Fraser del 1999 oppure come un Indiana Jones (di cui è in arrivo il prossimo e conclusivo capitolo) ma con effetti speciali più performanti.

Daniel Zovatto che interpreta Padre Tommaso Esquibel è stato ottimale nella parte, del resto vanta una certa esperienza nei film di stampo mistico e horror come It Follows o Man in the Dark. Al di là della performance individuale, ne l’Esorcista del Papa ritroviamo tutti gli stilemi di un film che attraversa di fatto vari generi contemporanei della cultura cinematografica, compresi numerosi richiami la primo film che ha sdoganato il genere – L’Esorcista del 1973 compresi poi i numerosi sequel – nonostante questo film non provi minimamente a superare l’archetipo di cui fa parte, ma gioca su un terreno differente e vince nel suo stesso contesto.

Amorthverse 

L’Esorcista del Papa è l’inizio di quello che potremmo chiamare l’Amorthverse: un universo cinematografico capace di portare sul grande schermo tre o quattro capitoli di una saga ai limiti del fantasy, che passa quel tanto che basta nell’esoterismo e sfocia poi in quello che potrebbe sembrare un Avengers sotto copertura per la diocesi romana. Probabilmente il film è stato pubblicizzato male, e il rischio di delusione è dietro l’angolo, ma visto sotto il profilo di un action/thriller a tinte forti, è un’ottima opera contemporanea, che fa il suo dovere per quel che serve. Usciti dalla sala potreste trovarvi di fronte ad un bivio: o lo odierete, o lo amerete e ne vorreste vedere almeno altri due.

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L'Esorcista del Papa

7

L'Esorcista del Papa è un film che parla, in chiave romanzata, delle avventure del Capo Esorcista del Vaticano, realmente esistito di nome Gabriele Amorth, autore di diversi libri sulla teologia e sulla lotta al Maligno. Sebbene siamo lontani dall'icona che ha dato origine a tali film, L'Esorcista appunto, questa pellicola fa il suo dovere condendo il tutto con un tocco di Thriller capace di scuotere le fondamenta del Vaticano stesso (si fa per dire). Portatevi al cinema della sana ironia e potreste amarlo, viceversa il rischio delusione è dietro al crocefisso.

Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

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