La Vita Da Grandi è un film del 2025 diretto da Greta Scarano e con Matilde De Angelis e Yuri Tuci. Il film è ispirato al libro autobiografico dei fratelli Damiano e Margherita Tercon Mia sorella mi rompe le balle – Una storia di autismo normale, e segna il debutto alla regia di Greta Scarano.
Irene (Matilde De Angelis) vive la sua vita a Roma, quando sua madre le chiede di tornare per qualche giorno a Rimini, la città dove è nata e dalla quale è fuggita, per prendersi cura del fratello maggiore autistico, Omar (Yuri Tuci). Una volta insieme, Irene scopre che Omar ha le idee chiarissime sul suo futuro, ma per realizzarlo lui deve prima di tutto diventare autonomo. Con Irene inizia così un tenero e toccante corso intensivo per diventare “adulto”. Nella loro casa piena di ricordi, Irene e Omar affrontano insieme paure e speranze e scoprono che per crescere, a volte, bisogna essere in due.
Un debutto eccellente alla regia per Greta Scarano
Non si può negare che ultimamente, il cinema italiano stia nuovamente dando soddisfazioni, e La Vita Da Grandi è una di queste. Greta Scarano, dopo una carriera da attrice, ha deciso di sperimentare la regia, ed è come se il romanzo dei fratelli Tercon stesse aspettando lei. È come se fosse destino che le loro strade si incrociassero e che ci sia stato una sorta di “colpo di fulmine”. In mani migliori, non si poteva capitare (e stiamo parlando di una regista emergente).
La Vita Da Grandi segna quindi il battesimo di Greta Scarano alla regia, un esordio che si può dire riuscito alla grande. Ha scelto una storia commovente, raccontata con una regia molto semplice e uno stile che unisce la drammaticità, per far scappare qualche lacrimuccia, e l’ironia, per non rendere il film troppo impegnativo. È un film che mira alla sensibilizzazione di una tematica importante come l’autismo, senza cascare nella forzatura, e alla crescita (ma non quella crescita che arriva prima o poi a tutti, dove deve fare l’adulto ma ad un’altra).
Fratelli diametralmente opposti, ma molto simili
La Vita Da Grandi vede protagonisti due fratelli diversi tra loro. Irene ha una sua vita propria ed è quella più responsabile, mentre Omar non è ancora indipendente, soffre di autismo e vive con i genitori. Irene decide di aiutare Omar a diventare “grande” e responsabile. Sono due fratelli completamente diversi tra loro, ma in realtà stando assieme si rendono conto di essere più simili di quanto pensino, e si completano a vicenda (uno rappresenta il fanciullo interioree l’altra l’adulto responsabile).
Anzi, forse si rendono conto di avere ancora strada da fare ma, il bello della vita è proprio questo. Irene è forse quella che vuole veramente bene a Omar e vuole che cresca, ma allo stesso tempo si rende conto che da lui può imparare tanto, e che anche lei deve ancora fare strada per essere una vera adulta e trovare spazio per la sua bimba interiore.
Si completano a vicenda, e forse in ogni persona dovrebbe esserci un mix dei due fratelli: una parte responsabile (Irene) e una parte spensierata (Omar). Due lati che devono venire fuori, ai momenti giusti. Matilde De Angelis e Yuri Tuci sono stati bravissimi e si sono calati perfettamente nelle parti, tanto che si percepisce la chimica tra loro e sembra di vedere realmente due fratelli.
Sensibilizzazione non forzata
C’è anche spazio per l’autismo, e senza essere didascalici, fa capire tutte le sfumature di esso. In realtà, l’autismo non è proprio l’argomento principale del film, anzi è più un argomento di contorno. In un’epoca dove è presente spesso questo “politicamente corretto”, si tende sempre a raccontare storie (o riadattando storie già raccontate in passato) per inserire in maniera forzata (non sempre) tematiche attuali. Però, quando si vuole sensibilizzare il pubblico ad una tematica importante, lo si deve saper fare, e La Vita Da Grandi può essere un esempio di come farlo. In maniera semplice, toccante e senza forzare la mano, si può parlare di tematiche importanti come l’autismo e mettere in evidenza tutte le sfumature. Il film riesce a sensibilizzare il pubblico e a far capire come le persone affette da autismo possano insegnare più di quanto sembra, e le persone come Omar possono insegnare davvero molto.
La “vera” vita da grandi
Il titolo fa riferimento a “la vita da adulti”, ed effettivamente parla anche di questo… Ma in realtà, non solo, perché quello resta sempre un atto di coraggio, e non si tratta solo del divenire indipendente. La vera crescita sta proprio nel saper affrontare la vita, senza perdere mai la voglia di sognare e di essere sé stessi, a qualsiasi età.
Non basta solo prendere casa, diventare indipendenti economicamente o assumersi certe responsabilità, perché al di là dell’età e della situazione, prima o poi tutti abbandonano il nido di casa. Però, quanti adulti hanno ancora la capacità di sognare? Pochi. Alla fine, non è solo Irene ad insegnare ad Omar a diventare “grande”, ma anche Omar ad insegnare a Irene a sognare ancora e capire che la strada per diventare veramente grandi è ancora lunga. Però, la vera vita è godersela e avere sempre la capacità di sognare ancora, tra mille doveri da rispettare, e finché si può fare questo, la vita resta sempre la cosa più cara delle persone. Un film che ognuno dovrebbe vedere.