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La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra Recensione

Talion e Celebrimbor tornano ancora una volta sui nostri schermi e, pad alla mano, sarà nostro compito guidarli nel mondo che Monolith ha sviluppato per conto di Warner Bros. Non mancheranno voli di fantasia e “licenze narrative”, del resto stiamo parlando di una storia inventata per la maggior parte su di un brand che pare non voler smettere di far parlare di sé. Come abbiamo visto ne Lo Hobbit, in La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra, qualche licenza poetica fa bene alla storia se questa può essere guidata verso nuovi orizzonti: bando alle ciance, Arda ci attende!

Unico, ma non troppo

La nostra avventura inizia con la forgiatura di un nuovo Unico Anello, per mano di Talion e Celebrimbor. Come è logico aspettarsi, il potere di questo anello è bramato da molti ed ecco che una procace Shelob abbandona la sua forma di ragno e arriva a insinuare il dissenso tra lo spirito del forgiatore e il nostro redivivo Talion; i puristi potrebbero già gridare al sacrilegio, trasformare una creatura millenaria come Shelob da aracnide (il nome composito, tipico dell’universo tolkeniano, si basa sull’unione di “She” ovvero “Lei” in inglese e “lob”, un arcaico modo di dire “ragno” in lingua anglosassone), la cui venuta nelle terre di Arda è addirittura precedente a quella di Sauron e che non è mai stata un alleata di quest’ultimo, ma anzi un’avversaria, dato che impediva il passaggio degli orchi nel valico in cui si era insediata, potrebbe far storcere qualche naso di troppo ma fidatevi, espedienti narrativi come questo ed altri, come ad esempio l’approfondimento della storia di Celebrimbor o la creazione dei Nove Nazgul caduti in preda al potere dell’Unico, sono espedienti narrativi sapientemente intessuti nella trama, al punto che sebbene la storia prenda una sua piega peculiare lo spettatore non troverà buchi di trama o lacune; tutto procederà secondo un piano ben organizzato e definito.
Senza svelarvi null’altro sulla trama posso dirvi che il titolo ha una storia molto ben scritta, permettendo agli appassionati di conoscere molti dettagli dei loro ero. Questa però non va considerata come una parte dell’universo canonico: si, i riferimenti e gli allacciamenti all’universo cinematografico descritto da Peter Jackson sono presenti, ma per il resto è come se il titolo seguisse una sua strada, quasi a voler riscrivere certi avvenimenti della terra di Arda. La narrazione è ben strutturata nonostante i limiti e i binari su cui è costretta a viaggiare, non mancheranno infatti colpi di scena e situazioni interessanti che vi terranno incollati allo schermo forti del nuovo comparto grafico, che rende il tutto molto più fluido rispetto al primo capitolo cross-gen.

Guerra ad ogni costo

Il gameplay è sicuramente la cosa che ne La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra colpisce forte come un maglio il cuore del giocatore: nonostante il sistema rodato del Free-Flow, che Rockteady ci ha presentato nei titoli di Batman Arkham, sia presente e incisivo, Monolith migliora l’opera arricchendo il Senzamorte di abilità peculiari e punteggi a ogni livello di esperienza raggiunto; nonostante quello che si possa pensare, in questo capitolo la parte rpg del titolo è molto più profonda, concedendo ai giocatori di scegliere in qualsivoglia momento come skillare il duo Talion/Celebrimbor: infatti questa volta lo Spettro sarà un vero personaggio giocabile, forte di abilità e azioni proprie anche in combattimento. Il vasto albero di abilità che abbiamo davanti ci consentirà di scegliere in tutto e per tutto come giocare l’avventura di Talion: per esempio potreste propendere per estremi e divenire il signore della spada, una macchina da guerra che affronta a viso aperto il nemico, oppure uno spietato assassino dell’ombra che agisce di soppiatto per arrivare al suo obbiettivo, o magari un virtuoso dell’arco, al punto da suscitare l’invidia di Legolas.

L'Ombra della Guerra Talion

La scoperta e la ricerca la faranno da padrone una volta capito che armi ed armature saranno reperibili dall’uccisione dei nemici: assaltare roccaforti orchesche sarà il vostro pane quotidiano ma non disperate, ogni azione e ogni avversario sarà diverso, e ogni assalto non assomiglierà mai all’altro. Preso possesso della roccaforte, grazie all’anello di Talion, potrete assoggettare orchi e bestie presenti nella struttura, nominare un vostro luogotenente e ottenere diversi vantaggi sull’area che controllate. Lo studio sarà una componente essenziale del vostro viaggio: qua e là reperirete informazioni sui capitani orchi presenti nelle varie strutture e infiltrerete spie e traditori tra le fila nemiche. In questo modo sarete preparati allo scontro perché, per quanto bravi possiate essere, se incontrerete un orco immune al danno da veleno e la vostra strategia sarà basata su colpi poco incisivi, ma caratterizzati da danni nel tempo da veleno, potreste avere seri problemi. Più grande sarà la vostra conoscenza del nemico, maggiori saranno le vostre possibilità di vittoria e di conseguenza, il vostro esercito crescerà con voi, andando a replicare a schermo le battaglie epiche descritte dalla penna di Tolkien. La stanchezza sarà l’ultima cosa che proverete nel gioco: grazie al Nemesis System, ogni nemico e ogni azione è peculiare e personalizzata; si, c’è della reiterazione nelle azion,i ma se le osserviamo da vicino ogni assalto e ogni battaglia ha la sua peculiarità, e questo fa del sistema un modo vincente per tenere sveglio il giocatore.
Nella storia vi ritroverete ad affrontare orchi, troll, caragor, a cavalcare viverne e a sconfiggere Balrog con una naturalezza narrativa spaventosa: l’opera che abbiamo davanti è tanto monumentale quanto lunga.

La Terra di Mezzo L'Ombra della Guerra

Una Storia Interminabile

Forte di un nome importante, La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra non delude affatto le aspettative, regalandoci un capitolo action/rpg di livello altissimo. Certo, i puristi della storia potranno storcere il naso circa le licenze narrative (Shelob umana che balza subito agli occhi), ma a prescindere da questa piccola macchia il titolo rispetta i suoi canoni, forte di un ottima narrazione, una colonna sonora epica e un gameplay che amalgama il tutto. Ovviamente non mancherà un end game che vi terrà col fiato sospeso, un po’ come è successo con Batman Arkham Knight per capirci. Note negative? Forse solo le micro-transazioni che stonano un po’ con la genuinità dell’avventura, ma che rimangono tuttavia non necessarie, salvo voler velocizzare la riuscita della vostra missione.

8

Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

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