Gli amanti del genere metroidvania probabilmente li conosceranno (molto) bene, i due capitoli della fortunatissima serie firmata Takumi Naramura. Per chi non fosse invece avvezzo a questo genere videoludico, possiamo brevemente descrivervi La-Mulana 1 e La-Mulana 2 come degli intricatissimi platform cult acclamati dalla critica e, ovviamente, anche dal pubblico fin dal loro primissimo esordio – anno 2005 -, come freeware per Windows.
La-Mulana 1 è in effetti un piccolo gioiellino, realizzato con cura per imitare l’aspetto e l’approccio di gioco tipico degli MSX anni ’80, e che già nel 2012 aveva ricevuto un remake per Nintendo Wii. Dato il successo ottenuto dal primo capitolo, ad inizio 2014 il team originale ha poi deciso di creare un gioco completamente nuovo, creando una campagna su Kickstarter e fissando come data di rilascio un “dicembre 2015”. Quella data, però, è slittata e slittata ancora, fino a quando la produzione non è approdata finalmente come multipiattaforma nell’estate 2018. Su Nintendo Switch, tuttavia, entrambi i titoli debuttano ufficialmente a marzo in un ricco bundle, disponibile all’acquisto in formato digitale sul Nintendo e-Shop o in formato fisico presso i rivenditori autorizzati.
Piccola nota da sottolineare, però: entrambi i giochi sono localizzati per il mercato occidentale esclusivamente in inglese, e per alcuni utenti potrebbe risultare dunque ancora più ostico districarsi tra il gameplay e gli obiettivi da completare. Ma come si suol dire, “giocatore avvisato, mezzo salvato”.
La-Mulana 1
Art thou a wise man or a fool? In hopes that thou truly art a wise man.
Lemeza Kosugi, è il protagonista del metroidvania in stile old school La-Mulana. Si tratta di un intraprendente professore di archeologia che viene convocato presso le antiche rovine del tempio di La-Mulana da suo padre, Shorn Kosugi. Un eroe profanatore di tombe, in buona sostanza, un po’ ispirato a Indiana Jones ma che come un Belmont è in grado di padroneggiare la sua invincibile frusta. La sua storia ricalca abbastanza quella di Indiana Jones, in effetti, anche se a differenza di quest’ultimo titolo, il mondo narrativo che si cela dietro Lemeza ci viene mostrato a singhiozzi, attraverso una serie di fallimenti continui. Perché sì, La-Mulana è un gioco difficile, frustrante ed estenuante. Un bel punto di forza questo, per gli amanti dei giochi MSX anni ’80; un bel deterrente, invece, per coloro che non apprezzano la natura ripetitiva del mantra “die-try-fail-repeat”.
Una delle sfide di La-Mulana è la vasta gamma di enigmi sparsi tra le rovine che ci ritroviamo ad esplorare. Alcuni possono essere risolti in maniera piuttosto semplice fin da subito, mentre altri richiedono più interventi successivi da parte del giocatore. Utile, in questo senso, è tenersi sempre accanto un qualcosa sul quale appuntare tutti gli indizi più importanti. Anche perché l’avventura rischia altrimenti di diventare fin troppo dispersiva, data anche la vastità della mappa. Infatti, sebbene sia presente un solo finale all’interno del gioco, sono davvero molti i modi attraverso i quali è possibile completare il titolo, e l’esperienza di gioco, essendo affatto lineare, ci offre parecchio margine di scelta per ottenere il bramato Tesoro Segreto della Vita.
Per completare La-Mulana, inoltre, abbiamo bisogno di numerosi strumenti, come software per il computer portatile di Lemeza, armi di vario genere, potenziamenti e abilità. Tutti “power-up”, questi, che in alcuni casi saranno determinanti per il corretto proseguimento del gioco. Non di rado, sarà necessario avere un gran bel daffare per prendere determinati strumenti o reliquie, anche per il semplice scopo di usarli una volta soltanto per sbloccare una nuova area. Come per tutti i giochi dello stesso genere, tra l’altro, La-Mulana obbliga il giocatore a visitare varie volte le stesse aree fino a quando non saranno svelati tutti i segreti celati.
Perché sì, il gioco è difficile – e questo l’abbiamo già detto; molti Guardiani richiedono riflessi ninja e molteplici colpi di frusta per essere sconfitti, ma serve anche un’ottima memoria per tenere conto dei livelli in cui si deve andare o degli enigmi che rimangono ancora da risolvere. Di per sé, però, i nemici diventano minacciosi soltanto quando si presentano a orde, mentre la vera spina nel fianco può essere rintracciata nella disposizione delle trappole o delle piattaforme (data soprattutto la portata del salto di Lemeza). Il completamento del gioco richiede per questo parecchie ore, almeno una 30ina (se si è “fortunati”), e bisogna munirsi d’infinita pazienza. Nonostante tutto, comunque, la struttura cadenzata e il feeling che offre La-Mulana si prestano bene alla modalità portatile di Nintendo Switch.
La-Mulana 2
Ask, and it shall be given you. Seek, and ye shall find.
La-Mulana 2 è il sequel diretto del primo capitolo, e percorre quindi in tutto e per tutto la stessa strada tracciata dal predecessore, seminandola al contempo di nuovi puzzle, enigmi e segreti da svelare. Anche la trama si riallaccia a quella di La-Mulana 1. Mantenendo sempre un certo spirito umoristico e referenziale al genere cui appartiene, questo sequel porta in azione l’avventurosa Lumisa Kosugi, ovvero la figlia dell’eroe del titolo precedente. Lumisa sarà dunque chiamata ad esplorare le antiche rovine di La-Mulana, descritte da leggende e profezie come la culla della civiltà umana. Nel disperato tentativo di trovare la causa delle numerose apparizioni di mostri che stanno invadendo le rovine, e disturbando il turismo locale, la giovane dovrà dirigersi verso il misterioso sito di Eg-Lana. Una versione capovolta delle leggendarie rovine di La-Mulana che, in realtà, ricalca in un certo senso il castello capovolto presente in Castlevania: Simphony of The Night.
La ricetta è dunque rimasta sostanzialmente la stessa: una labirintica mappa da esplorare, arricchita da trappole mortali qua e là, vari mostri da evitare, Guardiani da sconfiggere ed enigmi esasperanti da risolvere. Anche la difficoltà che ha tanto contraddistinto il primo capitolo è rimasta, e anzi, in questo senso una confessione tocca farla: La-Mulana2 è più difficile del predecessore e persino più lungo. Data l’estenuante complessità dell’esperienza di gioco, non basterà lo stesso numero di ore del primo per potarlo a termine, e potrebbe esserne necessario addirittura il doppio. Un punto a favore, questo, per chi ama titoli del genere; un motivo ulteriore per lasciarlo sullo scaffale se non siete amanti dei giochi hardcore.
Anche nel caso di La-Mulana 2, ciò che ci ritroviamo difronte è un titolo che si lascia esplorare, più e più volte, attraverso una mappa complessa e districata, e che regala ai giocatori una serie di sviluppi che confermano la non-linearità dell’esperienza ludica. Ancora una volta sta alle nostre decisioni, alle nostre capacità e intuizioni, la possibilità di riuscire a prendere quella o l’altra strada. E sta conseguentemente alle nostre scelte la possibilità di acquisire oggetti più o meno utili all’occasione del momento. Perché in fondo anche questo è il bello: la non-linearità del gioco, tipica di ogni metroidvania che si rispetti, può farci raggiungere (anche involontariamente) determinate zone prima del tempo, e può quindi farci acquisire oggetti molto prima di quando non siano realmente necessari. Il che, probabilmente, farà senz’altro sorridere di gioia tutti gli appassionati delle speedrun.
Tuttavia, non è sempre oro tutto ciò che luccica. Si tratta di un aspetto, questo, che infatti può torcersi contro il giocatore in più di una occasione. Del resto, diventa facile imbattersi in vicoli ciechi, nei quali soltanto un piccolo e minuzioso indizio ci viene in aiuto, e per i quali serve aver effettuato tutta una serie di procedure che magari non abbiamo potuto (o pensato di) effettuare in precedenza. La difficoltà del gioco risiede, infatti, soprattutto qui: nel backtracking.
Saltellando tra una piattaforma e l’altra, e correndo da un livello all’altro, verremo accolti da indizi che, però, risolvono l’enigma di un puzzle presente in un’altra area della mappa, non sempre vicinissima. E allora, dopo questo continuo andirivieni, dopo tutto questo spremere di meningi e di memoria, diventa seriamente frustrante vedere l’eroica Lumisa morire, soltanto per aver effettuato una mossa sbagliata, un passo falso; e dover, così, ricominciare di nuovo, per l’ennesima volta, tutto daccapo. Per fortuna, però, il titolo dispone di un sistema di teletrasporti che consente di raggiungere determinate aree abbastanza facilmente, tanto da smorzare, almeno per un po’, il continuo su e giù dall’uno all’altro stage.
Per farla breve, La-Mulana 2 si presenta ai giocatori come il primo capitolo, soltanto più cattivo. Migliorie estetiche se ne vedono anche, così come la colonna sonora che risulta più ispirata, eccellentemente composta; ma il feeling, l’atmosfera e l’esperienza (auto)distruttiva sono rimaste pressoché invariate. E questo è proprio il bello della serie, no?
Come si comportano su Nintendo Switch
Il bundle da noi provato per Nintendo Switch non ha mostrato inghippi o intoppi di alcun tipo. I titoli sono leggeri, fluidi e si giocano benissimo sia in docked che in handheld mode. Data la natura dei giochi, però, si consiglia forse di sfruttarli di più in modalità portatile. Purtroppo non sono stati aggiunti supporti alle funzionalità extra di Nintendo Switch: non è presente il touch, e non è attiva la vibrazione.
Inoltre, si tratta di semplici porting: nessun contenuto aggiuntivo è stato inserito in queste rinnovate versioni dei titoli. Tant’è che non è stata apportata alcuna miglioria nemmeno alle meccaniche di gioco. Il menù può risultare un po’ ostico, all’inizio, così come la stessa gestione dei movimenti dei personaggi. Ma si tratta di un lavoro volutamente rimasto fedele agli originali del passato, e questo va tenuto in considerazione.
Per ciò che riguarda l’affaticamento della console, invece, nessun dettaglio particolare da segnalare: Switch non si surriscalda mai, non necessita l’attivazione del sistema di raffreddamento e, tra l’altro, consuma la batteria in maniera molto esigua. Giocando alla saga di La-Mulana in modalità handheld non correrete mai il rischio di interrompere la sessione per dover ricaricare, anche immergendocisi per 4 ore di fila… sempre che ci riusciate.