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John Wick Hex – Recensione, un Keanu Reeves più tattico e letale

Era solo forse questione di tempo prima che Keanu Reeves facesse il suo debutto nel mondo dei videogiochi. Ultimamente è facile vedere il noto attore nelle sembianze di Johnny Silverhand, ma l’uomo è stato anche ricreato in un titolo che vede come pieno protagonista il suo personaggio John Wick. Nell’opera targata Bithell Games il mondo del cinema e del videogioco si congiungono, per dar vita a John Wick Hex. Dopo aver fatto il suo debutto su PC, la produzione è arrivata a maggio di quest’anno anche su PlayStation 4, per poi giungere recentemente anche su Nintendo Switch e Xbox One, versione che abbiamo provato per stilare questa recensione. Con quello che pare un controsenso rispetto al motivo dell’iconicità di Keanu Reeves, John Wick Hex è un titolo che vuole portare il letale personaggio in un ambiente dove la strategia è tutto, dal doversi muovere al calcolare ogni possibilità per atterrare le decine di nemici. Scopriamo insieme se questa particolare formula, tutt’altro che prevedibile, riesce a risplendere nell’opera di Mike Bithell (già noto per il successo di titoli come Thomas Was Alone).

Il tempo è strategia

Sin dalle prime battute, è chiaro come il titolo voglia lasciare in sordina il comparto narrativo, al fine di far risplendere il suo peculiare gameplay. Si tratta di ovviamente di una scelta tutt’altro che apprezzabile visto che sarebbe stato possibile sbizzarrirsi anche in questo senso, ma alcune cutscene sparse fra uno scenario e l’altro riescono almeno a dare un senso allo scorrere degli eventi. In soldoni però, il nostro John Wick dovrà stendere decine di cattivoni fino ad arrivare al nemico principale dell’avventura, Hex, come suggerisce il titolo.

John Wick Hex

Il gameplay di John Wick Hex è fresco e divertente.

Il creatore, come già accennato in apertura, ha deciso di usare per questo contesto uno stile assolutamente strategico, che si pone a metà fra i gameplay a turni e quelli in tempo reale. Con una visuale isometrica, facilmente regolabile in base alle proprie preferenze, è necessario muovere John Wick in dei punti ben stabiliti. La mancanza della libertà potrebbe essere poco piacevole nei primi momenti, ma ci vuole poco prima che l’idea di base esploda fra le mille azioni che il letale protagonista può compiere. Questo deve infatti destreggiarsi fra i nemici, usando le sue armi e le abilità corpo a corpo per mettere fuori gioco chiunque gli si pari davanti, sfruttando la meccanica del tempo. Ciò che differenzia infatti John Wick Hex dai classici strategici a turni è la presenza di una barra del tempo che fa da “regolamento” per ognuna delle azioni che si svolgono in-game. Dagli attacchi ai movimenti, fino alle schivate e ai turni di nemici, tutto viene supervisionato dalla linea temporale, che è necessario imparare man mano a leggere per procedere stanza dopo stanza incolumi.

Se da un lato l’evolversi dell’abilità del giocatore è necessaria per fronteggiare chiunque si pari innanzi a John Wick, purtroppo l’esperienza manca totalmente di un senso di progressione. La formula ludica che appena appresa risulta davvero fresca e divertente, purtroppo finisce per appassire pian piano nel giro di poche ore, risultando nel tempo stantia. Il gioco fortunatamente non la tira per le lunghe, e non ci vuole molto per raggiungere i titoli di coda.

John Wick Hex è un tie-in poco riuscito?

Intelligenza artificiale e boss fight risultano poco riusciti.

Le scazzottate con i nemici possono essere sicuramente piacevoli, ma c’è da considerare che la loro intelligenza artificiale non brilla particolarmente, senza contare  inoltre che questi arrivano da ogni angolo della mappa senza particolare criterio. Le situazioni disperate dove ragionare velocemente nell’azione sono però sicuramente in linea con l’idea di John Wick Hex, e i vari livelli durano abbastanza poco da non risultare frustranti in caso di game over. Mentre i nemici risultano quindi riusciti per certi versi, siamo costretti purtroppo a bocciare completamente i boss, così anonimi da minare fino all’ultimo il senso di progressione mancante nella produzione, che non riesce quindi a mostrarsi neanche con scontri particolari da ricordare.

Il poco budget del progetto ha sicuramente fatto il suo, e c’è da considerare che le soluzioni applicate per colmare questo fattore risultano tuttavia brillanti. La grafica in cel-shading può risultare per molti utenti appagante, proprio come per le particolari animazioni, che – seppur non qualitativamente eccelse – faranno scoppiare dei simpatici deja-vu per chi ha passato una serata in compagnia delle pellicole di John Wick. Possiamo confermare che il titolo risulta tecnicamente solido, salvo per qualche compenetrazione sporadica che non mina assolutamente l’esperienza. Riusciamo inoltre definirci sorpresi per come il passaggio da mouse a controller sia stato ben strutturato, e non renda le sezioni di gioco macchinose.

John Wick Hex

7.4

John Wick Hex è un titolo che riesce nei suoi intenti: offrire un'esperienza fresca senza badare troppo alla narrazione e ai dettagli. Lo sviluppatore Bithell Games è sicuramente riuscito a rendere giustizia alle gesta di John Wick - e dell'attore Keanu Reeves - senza però stupire particolarmente con la sua produzione. La gestione di un budget limitato è stata sopraffina per certi versi, sicuramente per quanto concerne il lato tecnico e la grafica in cel-shading, ma ha fatto un bello sgambetto alla produzione sul lato dell'intelligenza artificiale e delle boss fight da dimenticare.

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

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