JDM: Japanese Drift Master Recensione, vi presento il Re del Drifting SimCade

Ecco la nostra recensione di JDM: Japanese Drift Master, un SimCade open world dedicato al Drft, dall'anima "underground", ma con abiti del Sol Levante.

Gianluigi Crescenzi
Di
Gianluigi Crescenzi
Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto...
- Deputy Editor
Recensioni
Lettura da 8 minuti
JDM Japanese Drift Master
8.2 Ottimo
JDM: Japanese Drift Master

L’evoluzione degli ultimi decenni per quanto riguarda i titoli automobilistici ha portato alla nascita di sistemi “ibridi“, che non siano votati solamente alla simulazione, o solamente all’arcade. I titoli SimCade quindi hanno conquistato un posto nell’industria in modo prepotente, perfettamente in linea con “l’evoluzione” del gaming. Tuttavia è anche vero che questi titoli hanno spesso ricalcato i due grandi filoni della guida sportiva dedicata ai maggiori campionati, come titoli di Rally o F1, o magari più affascinanti dal punto di vista delle ambientazioni e pazzi negli stunt, come ad esempio la famigerata serie Forza. Quello che però mancava sul serio, e che ci aveva fatto venire l’acquolina in bocca fin dai tempi di Need For Speed Underground, era un titolo dedicato esclusivamente al Drift. Finalmente è arrivato, e quale posto migliore dove ambientarlo, se non la patria per eccellenza dl drift? Vi presentiamo JDM: Japanese Drift Master nella nostra recensione, un ottimo lavoro di Gaming Factory che strizza fortemente l’occhio a Initial D.

Benvenuto in Giappone!

Come molte delle storie che partono da zero, il nostro protagonista è fresco di trasferimento, arrivato in Giappone e guidato nel nuovo territorio da un suo amico. Non passa molto tempo che il suo talento alla guida non rimanga inosservato, e poco dopo aver trovato casa e lavoro, inizia la sua ascesa nel mondo delle corse di Drift della zona. Questo significa però farsi le ossa, guadagnare denaro, ed esplorare in lungo e in largo tutto il territorio.

L’avventura che viviamo in JDM: Japanese Drift Master è ambientata in una zona di fantasia ispirata a delle famose località giapponesi, tra strade strette con guida a sinistra, continui saliscendi, e costruzioni caratteristiche e tanto altro ancora. La mappa è ad esplorazione libera in open world, che ci permetterà sia di guidare dove vogliamo, sia di affrontare missioni di storia, ma anche di girare per negozi, che sia per potenziare la nostra auto, abbellirla esteticamente, o comprarne una nuova.

Le parti narrative, per rimanere in tema, vengono presentate come pagine di un manga lette su un tablet, che rigorosamente sfoglieremo da destra verso sinistra. Sono vignette molto brevi, ma tutte ben curate e che contribuiscono all’immersione nell’atmosfera. Dalla vostra per controllare il tutto, per tenere traccia di contatti, missioni e altro, avrete a disposizione il cellulare, posto in basso a sinistra nello schermo, così da leggere anche ciò che hanno da dirvi gli altri personaggi presenti nel gioco.

In breve, JDM: Japanese Drift Master vuole – e riesce molto bene – a regalare un’esperienza autentica, dal sapore di sushi e dal profumo di fiori di ciliegio, senza però dimenticare la cosa più importante: la guida!

Gomma sull’asfalto

Abbiamo provato JDM in diversi modi, prima prendendo confidenza con le meccaniche di gioco e la guida attraverso il controller, e poi trasferendoci sul nostro playseat e surfando tra le stradine del posto impugnando un Logitech G29. Come c’era da aspettarsi da un SimCade che si rispetti, l’esperienza si è rivelata equilibrata ma personalizzabile, nonostante guidare con il volante, per chi è abituato ai giochi di oggi, si è rivelato meno performante che con il pad: questo sia a causa del gioco in sé, che presenta strade estremamente strette (dopotutto, è fedele anche per questo), sia perché da un certo punto di vista il gioco punta molto di più ad un’anima arcade. La sensazione di controllo è buona, ma quando si passa alle impostazioni manuali, tra cambio e altro, la situazione si scalda, e vi consigliamo di non cimentarvi in tale sfida se non siete davvero molto avvezzi ai giochi di guida.

Ricordiamo però che lo stile è tutto: in JDM i nostri punteggi saranno dati in base alle derapate che effettueremo, cercando di essere precisi al millesimo, trovando gli angoli perfetti, e creando degli arcobaleni di gomma su asfalto da far invidia ai migliori pittori. Ci sono diversi tipi di missione che possiamo effettuare in game, e anche i tipi di obiettivi variano dall’una all’altra: chiaro, non parliamo di una varietà infinita, ma comunque decisamente buona se si pensa che parliamo di un gioco che si basa su una singola cosa.

In alcune gare saremo impegnati anche a competere con altri giocatori guidati dall’IA: cosa assai stimolante, ma che in alcuni casi ci ha lasciati un po’ interdetti per il comportamento degli avversari. Certo, stiamo parlando di un titolo indipendente – e già pensando questo, ci sorprendiamo del livello raggiunto – ma rimane viva la sensazione che da questo punto di vista si poteva fare qualcosa di meglio.

 Tra colpo d’occhio e cavalcature

Dal punto di vista tecnico il titolo gira tra alti e bassi: trovare le impostazioni grafiche più adatte per giocare è molto importante, ma per avere un’esperienza di guida degna è necessario optare per la modalità che predilige le performance. Infatti se si gioca pensando soprattutto ai dettagli, i cali di framerate sono abbastanza vistosi, capaci anche da inficiare nelle nostre partite (a patto che non si abbia a disposizione il meglio sotto al cofano del PC). Con una configurazione media in ogni caso, possiamo avere buonissimi risultati visivi anche con dettagli alti. Che sia in performance o fedeltà però, la resa visiva a volte pecca di sgranature, cosa in netta contrapposizione col colpo d’occhio a distanza, sempre molto affascinante. Gli effetti particellari e le texture sono comunque da rivedere.

Il meglio è stato però riservato alle auto giapponesi: belle, realistiche, e con una scelta più che dignitosa, che ricalca (a volte con nomi non proprio “originali”) la tradizione delle corse in derapata del Sol Levante. Ovviamente come detto potremo personalizzarle, dalle luci, ai cerchi, gli alettoni, ma chiaramente anche le sospensioni, i sedili e così via. A corredare il tutto una colonna sonora non esageratamente d’impatto, ma fortemente caratterizzata e perfetta per lo stile di gioco e per il contesto. Peccato per l’assenza di un doppiaggio ad accompagnare le varie fasi narrative, anche se in un certo senso rimane coerente col dover leggere il manga.

Vogliamo inoltre sottolineare che sono già in lavorazione diverse aggiunte al gioco, che vanno a correggere determinate sbavature (come la citata IA). Durante l’anno ci saranno però anche grosse aggiunte, come l’integrazione della Community, impostazioni per risoluzione e display, ma anche nuove auto, nuove parti per il tuning, l’estensione della modalità carriera, e anche una modalità split-screen.

Ultima nota a margine, e grandissimo punto a favore del gioco, è presente la localizzazione completa del gioco in lingua italiana: i dialoghi su vignetta, il menù di gioco, e praticamente qualsiasi altra cosa sono disponibili di deafult nella nostra lingua, cosa che aiuterà non poco nelle fasi di apprendimento.

JDM Japanese Drift Master
JDM: Japanese Drift Master
Ottimo 8.2
Voto 8.2
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Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.