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Insurgency Sandstorm – Recensione, uno sparatutto ibrido

Benvenuti nella nostra recensione di Insurgency Sandstorm, uno sparatutto in prima persona decisamente diverso dagli altri. Gli sviluppatori dietro questo titolo sono i ragazzi di New World Interactive, mentre per quanto riguarda il publishing abbiamo Focus Entertainment, collaborazione che ha portato alla concretizzazione di questo intrigante FPS, disponibile per tutte le console a esclusione di Nintendo Switch e basato interamente sulle proprie funzioni multiplayer, siano esse locali oppure online. Ma senza ulteriori indugi, sveliamo tutto ciò che c’è da sapere su Insurgency Sandstorm.

No alla campagna, sì al multiplayer

La prima cosa che bisogna dire su Insurgency Sandstorm è che questo è il primo capitolo della serie che non avrà la modalità campagna. La produzione è infatti basata sul gioco di squadra, puntando tutto sul realismo e l’amore per le armi da fuoco. Sandstorm ha quindi una modalità in cooperativa, una PvP e alcune modalità in locale, senza voler contare la modalità pratica, dove potrete imparare i fondamenti del gioco senza ansia da prestazione. Infatti, nonostante il titolo vi darà subito “il permesso” di buttarvi nella mischia, è sempre meglio passare per il via e imparare tutto dall’inizio; questo anche se avete alle spalle ore e ore di sparatutto. Il feeling, pad alla mano, lo potremmo descrivere come “pesante”; in che senso? Beh, il nostro protagonista si muoverà con chili di attrezzatura addosso, a prescindere dal loadout, quindi la sensazione che si avrà è esattamente quella di “avere peso addosso”, un elemento che avrà un forte impatto sulle vostre prestazioni sul campo di battaglia, specialmente se siete abituati a FPS frenetici come Call of Duty.

Inoltre, avere l’approccio aggressivo che si usa di solito in sparatutto “normali” non è consigliato. Insurgency Sandstorm è un titolo che richiede strategia poiché estremamente realistico: ogni colpo può essere mortale, l’auto aim non esiste e quando il caricatore finisce dovrete ricordarvi di cambiarlo. E ovviamente, se deciderete di cambiarlo, tenete a mente che ne avrete un numero limitato e nel caso in cui lo farete in anticipo, perderete tutti i colpi rimanenti in quello che scarterete. Potrebbe essere uno scoglio di frustrazione, anche nel caso in cui si giochi contro l’intelligenza artificiale, per coloro che non sono per niente avvezzi al genere, ma se si arriva da titoli come Escape from Tarkov – che spinge ancora di più l’acceleratore sul realismo – si potrebbero avere ottime possibilità di sopravvivenza. Sì, perché in fin dei conti Insurgency Sandstorm non è altro che un buon mix tra azione e strategia. Ovviamente, per via della sua natura ibrida, ha bisogno di ore per essere compreso a pieno e possiamo assicurarvi che si prenderà il suo tempo, il che non è necessariamente un malus, ma colpisce un po’ l’accessibilità.

Non quello che ci si aspetta

Insurgency Sandstorm ha delle ambientazioni classiche e visto che vi muoverete all’interno del Medio Oriente, potete immaginarvi case di mattoni distrutte e tantissima sabbia. I nemici saranno ben mimetizzati grazie alle loro divise e l’avere una palette cromatica che non cambia mai dal color sabbia, marrone e verde, stanca un po’ l’occhio. Per il resto possiamo dire che la componente tecnica appare di buon livello, seppur gli sviluppatori non abbiano voluto spingere più di tanto in tal senso, il che non è il massimo per l’immersività e per la vista, dato che avere dei modelli poco definiti rende difficile (seppur in modo artificiale, ndr) individuare i nemici oppure capire dov’è possibile interagire con l’ambiente.

Per quanto riguarda le animazioni, queste sono ben realizzate e piuttosto scorrevoli, riuscendo a rendere bene l’idea dei movimenti di un soldato: dalla corsa con l’arma in mano al gettarsi a terra per mimetizzarsi con l’ambiente. Peccato che i corpi a terra non abbiano nessun tipo di fisica ed è possibile attraversarli come se non fossero lì.

insurgency sandstorm recensione gameplay

La musica è presente solamente nel menù di gioco e nel caricamento ed è piuttosto classica, quanto basta per mettervi nel mood giusto e caricarvi ad andare sul campo di battaglia mediorientale. Gli effetti sonori sono vitali per Insurgency Sandstorm ed è grazie al loro essere posizionali che spesso si intuisce dove si trova un nemico, cosa che però possono utilizzare anche loro per individuarvi e farvi fuori.

Insomma, potremmo dire che questo sparatutto sia davvero un titolo che vale la pena di essere provato, un’ottima via di mezzo tra super-realismo e arcade. Il titolo si lascia giocare e, come già detto, si prende il suo tempo per essere compreso. Giocarlo insieme a un gruppo di amici è decisamente la scelta migliore, vista la forte componente strategica. La comunicazione potrebbe fare la differenza tra una vittoria e una sconfitta, dunque è il momento di richiamare alle armi i vostri commilitoni.

Insurgency Sandstorm

7.5

Questo sparatutto in prima persona mette in correlazione due tipi di FPS che spesso sono contrari: frenetico e realistico. Ovviamente, non stiamo parlando della velocità di un Call of Duty, ma nemmeno della lentezza di un Escape from Tarkov. Dunque è un punto di partenza per chi vuole avvicinarsi al realismo, ma dovrà impegnarsi davvero visti i picchi di difficoltà del gioco, anche in caso di scontro con l'intelligenza artificiale.

Angela Pignatiello
Classe '97. Nata e cresciuta con la Metal Gear Solid saga, amo giocare a quasi tutto ciò che mi capita sotto mano. Analizzo tutto ciò che avviene all'interno del mercato videoludico e il suo core: i videogiochi.

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