Partiamo da un concetto fondamentale: di cose strane nella mia vita videoludica ne ho ho viste molte, come cross-over impossibili, ma Insidia è il titolo che in assoluto mi ha spiazzato maggiormente una volta che ci ho messo le mani sopra. Il gioco di Bad Seed non ha niente di speciale nel comparto tecnico, nessuna grafica rivoluzionaria o colonne sonore degne di Ennio Morricone; ciò che rende il gioco “strano”, che guardate bene non è affatto un insulto, è proprio la sua idea, la “fusione” che è stata creata tra diversi generi. Fusione che ha portato ad un risultato che, seppur non eccellente e non alla portata di tutti, può regalare al giocatore diverse ore di divertimento.
Dunque, cos’è che rende Insidia così particolare nel suo gameplay? I più grandicelli tra di voi ricorderanno certamente la serie di Heroes of Might and Magic, in cui il movimento era a turni ed una volta giunti ad una certa distanza dall’avversario si potevano usare le varie abilità del personaggio… bene, ora immaginate tutto ciò all’interno di una realtà MOBA, dove due giocatori con un team di 4 personaggi dovranno affrontarsi all’ultimo sangue. Sì, avete capito bene, e tutto ciò è molto spossante, soprattutto nelle prime fasi di gioco; nonostante io abbia giocato entrambi i generi, e anche per parecchio tempo, posso affermare che le prime partite le passerete nel tentativo di capire il tempo e le dinamiche del gioco, anche se siete esperti di strategici a turni o di Massive Online Battle Arena.
Per coloro che ancora non avessero ben compreso le dinamiche del gioco, in Insidia disporremo di 4 Campioni: ad inizio partita, dovremmo selezionare uno di essi e schierarlo in campo, in seguito dovremo agire facendo muovere il nostro campione nella “scacchiera” della mappa, finché non si esaurisce il turno, in modo da posizionarlo per poter eseguire un’abilità, le quali hanno delle distanze richieste. In seguito sarà il turno dell’avversario, poi di nuovo il nostro e così via, nei quali potremmo anche schierare i nostri rimanenti campioni. Si può definire una partita a scacchi? Decisamente, uno scacchi dove ogni pedina possiede delle abilità proprie. Come già detto, l’impatto sarà molto forte nelle prime partite: abituarsi a questo sistema non sarà per niente facile, poiché c’è da considerare che se in League of Legends fai una “cavolata”, hai modo di riposizionarti in tempo reale; qui invece bisognerà aspettare il turno avversario, pregando che non si subisca di tutto e di più. Possiamo quindi dire che la complessità del gioco è maggiore per tutti coloro che sono abituati agli strategici in tempo reale. Parlando personalmente, da giocatore di scacchi non ho avuto alcun problema e ho perso un solo match, conoscendo bene le tecniche per “zonare” gli avversari utilizzate nel gioco strategico per eccellenza.
La particolarità di Insidia è stata sicuramente la mescolanza di questi due generi, uno retro’ e l’altro molto più attuale ed in voga. Bisogna però dire che tale incrocio non è alla portata di tutti, e di fatti i server del titolo, attualmente in early access, scarseggiano di giocatori. Purtroppo su questo incide anche il fatto che, con la turnazione dei movimenti, le partite riescono a protrarsi anche molto avanti nel tempo nel caso i due giocatori abbiano un livello di skill medio in entrambi i generi (anche non per forza nel gioco stesso), poiché la previsione di mosse è una capacità appresa da entrambi i lati dello schermo, e naturalmente i giocatori saranno portati a giocare “mirror”. Tale strategia si basa infatti sull’aspettare un errore del nemico per punirlo duramente ma, e qui prendo ad esempio una mia esperienza diretta, è capitato più di una volta di aver passato 10-15 minuti buoni senza nemmeno fare uno scambio di danno viste le mosse di posizionamento necessarie per impostare bene la propria formazione. Posso garantirvi che tutto ciò è bello da un lato, poiché si vede direttamente il confronto di tecnica e strategia, ma dall’altro può rendervi l’esperienza più che frustrante. In conclusione, Insidia è un gioco che parte da un’idea simpatica e carina, ma di certo non aperta a tutti: non sono molte le persone infatti in grado di sostenere partite così lente ma intense, pregne di ragionamento e tattica (e sopratutto non in tempo reale). Il lato artistico del gioco non eccelle particolarmente, mantenendo lo stampo dei personaggi Blizzardiani con grafica leggermente più cartoonesca, i buoni vecchi colori accesi che ormai sono un’icona del genere ed un reparto sonoro che non è niente di eccezionale, ma comunque piacevole all’udito. Aspettiamo in ogni caso di vedere quali saranno gli sviluppi del titolo, i vari aggiornamenti, e la crescita della community, sperando che questo interessante titolo venga migliorato e snellito, magari rendendosi anche più fruibile dalla maggior parte dei giocatori.