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In Sound Mind – Recensione, un viaggio negli orrori della psiche umana

Nel panorama videoludico odierno, soprattutto per quanto riguarda quello del mondo indie, l’horror è uno dei generi che va per la maggiore, ma sono davvero poche le software house che riescono a proporre qualcosa di veramente efficace e che sappia di nuovo. We Create Stuff è proprio uno di quei team di sviluppo indipendente che, nonostante un budget ridotto e meno esperienza sulle spalle, è stato in grado di confezionare un prodotto funzionale, capace d’incanalare e gestire tutte le influenze e le sfumature del genere horror. Oggetto di questa recensione è proprio In Sound Mind, un titolo estremamente interessante, soprattutto per quanto riguarda la sua particolare personalità. Il titolo non è ovviamente esente da difetti, come scoprirete proprio nel corso di questa analisi, ma è sicuramente un ottimo biglietto da visita per lo studio e una tappa immancabile per tutti gli amanti del terrore.

In Sound Mind, di cui vi avevamo già parlato in anteprima, si prepara al lancio su console di nuova generazione, PS5 e Xbox Series X/S, PC e Nintendo Switch. La terrificante avventura è stata inoltre sviluppata dallo stesso team che ha lavorato a Nightmare House 2, un FPS horror nato come mod di Half-Life 2 e divenuto un vero e proprio cult tra la community. Senza perderci in un’ulteriori chiacchiere, lanciamoci quindi nella recensione di In Sound Mind.

Dall’altro lato della scrivania

In Sound Mind apre le porte a una trama davvero intrigante, che porta il giocatore a vestire i panni di Desmond, uno psicologo che si risveglia misteriosamente nel seminterrato della clinica dove lavora. Cosa gli sia successo e per quale motivo si trovi intrappolato lì non ci è dato saperlo, ma è proprio quando Desmond riesce a raggiungere il proprio ufficio che le cose cambiano radicalmente. Una voce misteriosa e dal tono terrificante, che contribuisce a spaventarci dall’altro lato della cornetta, e una serie di audiocassette da ascoltare fanno da apripista a un viaggio mistico, onirico e dalle leggere tinte lovecraftiane, all’interno dei racconti dei precedenti e deceduti pazienti di Desmond e della loro psiche.

L’horror psicologico di In Sound Mind ha la capacità di raccontare una storia estremamente contorta, che pesca a piene mani da più di un racconto dell’orrore – integrandone anche, forse troppo spesso e con troppa noncuranza, alcuni cliché – per mettere in scena una narrazione che funziona e non annoia, ma anzi incuriosisce al massimo l’utente. Il team avrebbe potuto rendere alcuni passaggi più accattivanti e meno banali, ma nel complesso ci riteniamo soddisfatti di ciò che abbiamo visto e siamo felice di constatare quanto We Create Stuff abbia puntato particolarmente anche sul comparto narrativo, che troppo spesso viene purtroppo relegato a una semplice cornice nella maggior parte degli indie horror.

Tante strade, una sola direzione

Così come sono state diverse le influenze che hanno portato alla stesura della trama di In Sound Mind, anche il gameplay presenta tantissime sfumature provenienti da diversi sottogeneri dell’horror, ma procediamo con ordine. Il titolo sviluppato da We Create Stuff si presenta come un survival horror in prima persona, che, nelle fasi iniziali del gioco, pone l’utente in svantaggio rispetto ai propri avversari. Desmond è un semplice psicologo, non un militare o un acchiappa fantasmi, e non ha la minima idea di come difendersi dalle terrificanti creature che incontrerà durante questa impensabile esperienza. Correre, accovacciarsi e nascondersi, grazie a un intuitivo e ben realizzato sistema di controlli, sono le uniche azioni che il nostro psicologo può permettersi di fronte a tali minacce, ma le cose cambieranno ben presto e prenderanno una svolta più action.

In Sound Mind recensione

L’introduzione di un sistema di crafting, tanto basilare quanto efficace, e il ritrovamento dei pezzi necessari alla costruzione di una pistola – e anche qui un gunplay davvero ben realizzato – cambieranno velocemente le carte in tavola. Scappare non è più l’unica opzione, il giocatore ha finalmente la possibilità di contrattaccare, sempre che lo voglia. Se c’è infatti una cosa che non ci saremmo aspettati da un titolo così fortemente incentrato sulla narrazione e comunque costruito su binari, è proprio una così ampia liberta di scelta e di approccio. In Sound Mind non è il classico horror in cui si scappa o si spara, ma un conglomerato di più generi e meccaniche che, per fortuna, sono legate in maniera coesa e coerente e non stonano l’una con l’altra. Il rischio di ritrovarsi di fronte a un’accozzaglia di feature senza nessun nesso logico e mal sviluppate era davvero alto, ma per fortuna We Create Stuff è stata in grado di smentirci.

La solita clinica spettrale, ma non il solito horror

Nonostante In Sound Mind si sviluppi su dei binari prestabiliti, in sede di recensione abbiamo notato come il team di sviluppo abbia giocato in maniera eccellente con gli ambienti e il level design, portando nelle mani dei giocatori un titolo che va sì progredendo attraverso un unico corridoio, ma che riesce comunque a presentare aree piuttosto aperte e ampie, dove l’esplorazione – ovviamente nei limiti – è comunque un’opzione. È quindi così che a obiettivi primari, comodamente visualizzabili dall’inventario, si intervallano collezionabili e obiettivi secondari. Nelle varie aree di gioco è infatti presente una grande quantità di oggetti da raccogliere che non hanno il solo scopo di allungare il proverbiale brodo, ma risultano anche funzionali al gameplay. Raccogliendo un numero definito di un determinato oggetto, è infatti possibile aumentare alcune delle statistiche del personaggio, tra punti salute, stamina e furtività.

In Sound Mind recensione

Ne viene fuori un già citato ottimo level design, che non manca però di alcune sbavature e piccoli inciampi, che non vanno certo a intaccare la giocabilità del titolo ma che ci sono sembrati comunque abbastanza evitabili. Nonostante la maggior parte degli enigmi e dei puzzle siano ben pensati, sono infatti presenti alcuni piccoli problemi che ci hanno fatto storcere il naso. Anche in questo caso, comunque, è innegabile l’influenza da tanti altri titoli che hanno fatto la storia del genere horror. Passando infine alla recensione del lato tecnico, In Sound Mind non riesce purtroppo a sfruttare a pieno la potenza delle console next-gen, mantenendo la qualità che ci si aspetterebbe da un titolo della generazione PlayStation 4 e Xbox One. Tanti i modelli poligonali molto buoni, ma non mancano quelli un po’ sottotono, così come per alcune texture.

Nel complesso, però, il comparto tecnico del titolo di We Create Stuff riesce ad accompagnare perfettamente trama e gameplay ed è perfettamente in linea con il budget della produzione. Nota di merito, infine, per la colonna sonora originale, che è stata in grado di regalarci diversi momenti di puro terrore, insieme a un doppiaggio inglese davvero ben realizzato e affiancato alla sempre gradita presenza dei sottotitoli in italiano.

In Sound Mind

8

In Sound Mind è un horror spaventoso e intrigante, dall'ottima atmosfera e con un buonissimo comparto narrativo, anche se non mancano alcuni evitabili cliché. Quello che fa del titolo di We Create Stuff una vera perla per gli amanti dell'horror è la sua capacità di mischiare meccaniche provenienti da diversi sottogeneri e di confezionare un prodotto coeso in grado di divertire il giocatore. Alcune sbavature per quanto riguarda il comparto tecnico e il level design non pregiudicano in alcun modo l'avventura di Desmond all'interno della psiche umana.

Francesco Samperna
Nato nel mai troppo lontano 2002, la sua immensa passione per i videogiochi nasce quando prende in mano per la prima volta il Dualshock 2. Amante dei titoli action, è sempre alla ricerca di nuovi e luccicanti trofei di platino. Tra una partita e l'altra trova comunque il tempo per un po' di sano binge watching!

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