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House of The Dragon – Recensione del secondo episodio della nuova serie HBO

Torniamo a parlare di House of The Dragon anche questa settimana con una nuova recensione. Lo show targato HBO e trasmesso in Italia da SKY Atlantic è ora alla seconda puntata trasmessa in lingua originale e contemporaneamente alla prima trasmessa con doppiaggio in italiano. Stiamo per conoscere, direttamente da un altro dei romanzi di George R. R. Martin, Westeros come non lo avevamo conosciuto neanche dalla serie madre, Il Trono di Spade. House of The Dragon è infatti ambientata 172 anni prima e segue la storia di quel periodo, solamente menzionato in precedenza, di grande splendore dei Sette Regni, quando erano controllati dalla Dinastia dei Targaryen. La famiglia, tra le più antiche di Westeros, era originaria dell’antica Valyria e considerata una delle più potenti di sempre (se non la più potente) per la straordinaria abilità del controllo dei Draghi. 172 anni prima di Daenerys Targaryen, i Draghi in possesso della famiglia erano ben 10 e nella prima puntata abbiamo visto come Re Viserys I abbia scelto sua figlia Rahenyra come erede al trono, a sfavore dell’inquietante fratello Daemon.

La storia riprende sei mesi dopo. Re Viserys sta ancora elaborando il lutto verso la moglie e il figlio; la prima morta durante il parto e il secondo poco dopo. Il Regno non ha un erede legittimo da tradizione se non la figlia, designata dal Re stesso; il fratello Daemon si è stabilito illegittimamente a Roccia del Drago, luogo in realtà governato dalla nipote Rahenyra. Approdo del Re, così come tutti i Regni, sono minacciati da molti malcontenti. Questa immagine debole fortifica le pretese al trono e territori da parte di altre famiglie; rafforzano l’appoggio a Deamon anche da parte delle Cappe Dorate (le Guardie di Approdo del Re), ma soprattutto cresce il malcontento dei Sudditi per la mancanza di un vero e proprio erede da tradizione. Tutti vorrebbero che il Re si sposasse nuovamente (Concilio Ristretto compreso), in modo da poter generare un erede maschio, a cui la tradizione ancora fatica a rinunciare. Un turbinio di problemi che colpisce la famiglia Targaryen e che ci immerge definitivamente in questa nuova vicenda dai vecchi e conosciuti scenari.

house of the dragonArriva l’azione nello show

Il secondo episodio aggiunge molta carne al fuoco e dà inizio all’azione, che non poteva mancare in una serie come questa e che era già stata annunciata dai trailer. È Daemon Targaryen a fare la prima mossa e il Re ed il suo Primo Cavaliere di casa Hightower si trovano a dover rispondere per proteggere il loro Regno. Un’azione per ora appena accennata, che però inizia a dare un’alternativa alla politica, agli intrighi di palazzo e ai lunghi dialoghi a cui siamo stati abituati dalla serie madre. Quest’altra ora scorre bene, non annoia e conferma quello che pensavamo dal precedente episodio: rispetto al Trono di Spade, questo spin-off approfondisce maggiormente i personaggi. Forse complice il fatto che siano numericamente inferiori e meglio gestibili, appaiono di maggior spessore e rimane sicuramente più facile empatizzare con loro. Nello specifico è molto interessante come si possa entrare nei pensieri di Re Viserys, sempre più uomo giusto in questo episodio, ma ancor di più come alcune scene essenzialmente di dialoghi a cuore aperto ci diano la possibilità di conoscere personaggi secondari (di cui parleremo nel prossimo episodio per evitare spoiler). Inutile invece elogiare ancora una volta la messa in scena, gli effetti visivi e le musiche, sempre all’altezza e pronte ad accompagnarci in ogni evento.
House of The Dragon inizia bene, continua meglio e speriamo possa rimanere forte ed interessante anche nei prossimi episodi, che seguiremo settimana per settimana con una nuova recensione.

House of the Dragon: episodio 2

8

Arriva l'azione nel secondo episodio dello show e al tempo stesso si infittiscono ed approfondiscono le trame della Westeros di 172 anni prima del Trono di Spade. Un episodio pieno di contenuti che rende interessante la nuova serie.

Claudio Baldacci
Videogiocatore vecchio stampo, purista e rompiscatole. Di quelli cresciuti con Playstation 1, Playstation 2 e Game Boy Color. Amante del cinema e delle serie TV, sempre attento alle nuove uscite e speranzoso che nuovi e interessanti prodotti popolino la nostra vita fino a farci diventare asociali. No, forse questo è meglio di no. Speaker radiofonico di www.radioeverywhere.it dove il mercoledì dalle 18 alle 20 parla di colonne sonore di film, videogiochi e tv e anche giocatore semi-professionista di Texas Hold'em. Basta.

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