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Geometry Hero – Anteprima, l’arena delle figure geometriche

Il catalogo di Steam è un universo in continua espansione, con piccole opere che cercano di trovare spazio all’interno dei suoi meandri. Negli ultimi giorni abbiamo avuto a che fare proprio con una di queste produzioni, un gioco indie che sarebbe stato realizzabile anche grazie all’editor di Dreams per quanto semplice: si tratta di Geometry Hero. Un’idea applicata con leggerezza, dove non è stato necessario creare praticamente nessun comparto grafico, dato che sono bastate poche animazioni e qualche luce particolarmente brillante per dar vita ad arene ricolme di scontri al cardiopalma. Vediamo insieme cos’è riuscito a realizzare il team Kyo Soft con la versione in Early Access di Geometry Hero; si tratta di un titolo da tenere d’occhio o di un’idea semplice e poco efficace?

La rivolta delle figure geometriche

Strano a dirsi, ma i personaggi di Geometry Hero sono estremamente riusciti, seppur al contempo per nulla approfonditi e valorizzati. Si tratta effettivamente di semplicissime figure, fra quadrilateri e triangoli, o in alcuni casi dei modelli più espansi che comprendono diverse altre forme. Dei semplici contorni di led sono gli avversari, e lo stesso è il protagonista dell’avventura, il quale potrà inoltre essere cambiato superando man mano i 9 stage presenti nella versione da noi testata. Non è necessario un comparto narrativo o una qualunque tipo di personalizzazione, diventerà naturale riconoscere i moveset dei nemici semplicemente prestando attenzione alla loro forma.

Geometry Hero

Lo scenario di gioco è un quadrato celeste con uno sfondo spaziale, dove la figura comandata dal giocatore dovrà vedersela con tonnellate di nemici, per poi giungere finalmente al boss finale del suddetto stage. Per riuscire ad avere la meglio avrete nella vostra squadra, strano a dirsi, delle figure geometriche d’attacco. Spade quadrate e martelli semplici, il tutto non presenta alcuna texture ma ogni oggetto su schermo, nel suo minimalismo, appare sempre funzionante, semplicemente perfetto.

Avere a che fare con i moltissimi nemici è tutt’altro che un gioco da ragazzi, e spesso sarà necessario praticare grinding sui primi stage per ottenere ulteriori bonus e migliorare le prestazioni dei personaggi nei livelli più avanzati, in quanto poter resuscitare dopo una sconfitta è molto costoso e rischioso, al punto tale che quest’opportunità vi permetterà di concludere l’intero stage giusto in qualche sporadica occasione. Il sistema degli upgrade è stato ben congegnato e contribuisce ad offrire un certo senso d’appagamento anche dopo una sconfitta, di fatto spingendo l’utente di tutto a lanciarsi in una nuova sfida.

Geometry HeroTrattandosi di un’opera in stile roguelike, ogni partita appare diversa dalla precedente; infatti, le sorti delle run dipendono soprattutto dai bonus reperiti in-game e da moltissime altre variabili, anche se lo spawn dei nemici rimane lineare in ogni singola partita. Nel corso dell’avventura, la presenza di qualche piccola componente gestionale permette di effettuare degli scambi con gli oggetti ottenuti, come anche di curarsi e affrontare capitoli bonus. Il tutto viene regolato dalle gemme che otterrete giocando, ma fate attenzione poiché nel caso in cui non doveste gestirle con la giusta cura – magari spendendone troppo – potreste ritrovarvi con il non averne abbastanza per proseguire verso il prossimo stage, visto che la valuta in questione viene utilizzata anche per potenziarsi.

Il successo della semplicità di Geometry Hero

Come abbiamo riscontrato in questa prima prova, Geometry Hero è un progetto estremamente riuscito, semplice e divertente, che potrà accompagnarvi per molte ore pur finendo inevitabilmente con l’apparire alquanto monotono sul lungo periodo. Nuovi nemici e abilità verranno comunque in vostro aiuto per impreziosire il gameplay man mano che acquisirete esperienza con il combat-system. Il gioco soffre ancora per alcune lacune tecniche, come un input lag non proprio trascurabile e la mancanza del supporto al controller, il quale arriverà – come confermato dalla software house – nella versione definitiva, un’aggiunta sicuramente attesa vista la difficoltà di giocare con la sola tastiera e il mancato supporto al mouse.

Nonostante l’estrema semplicità dell’esperienza possiamo assicurarvi che una partita tira l’altra come in pochi altri titoli, e che l’appagamento dello sconfiggere gli avversari non si fa attendere. Il comparto sonoro spiccatamente arcade che evidenzia il momento in cui un colpo fisico o un’abilità va a buon segno è la ciliegina sulla torta di una struttura ludica frenetica ma tecnica, che speriamo possa venire ulteriormente ampliata da nuove idee e contenuti. Ogni momento è sempre vissuto con la giusta dose d’adrenalina, vista la presenza del ben congegnato indicatore timer posto sempre in bella vista, che quanto più sarà alto tanto più vi consentirà di ottenere oggetti sconfiggendo i nemici, regalando nel mentre quella sana dose d’ansia pensata per tenere sempre sulle spine.

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

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