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Gensou SkyDrift – Recensione del titolo targato illuCalab

La storia in Gensou SkyDrift tratta di uno strano mondo chiamato Gensokyo che si trova in Giappone. Un fatidico giorno Reimu e Marisa, mentre camminano per la città, avvertono la loro energia spirituale indebolirsi, quando all’improvviso vedono uno sconosciuto che le supera. Senza esitazione, sia Reimu che Marisa decidono di inseguire questo individuo, unendo i loro poteri per inseguire questo sconosciuto in fuga. Questo incipit è un (blando) pretesto narrativo per giustificare le peculiari corse di Gensou SkyDrift, titolo sviluppato da illuCalab che vede questi personaggi femminili gareggiare l’una contro l’altra in coppie… e dove una delle quali fungerà da veicolo. Il titolo era già uscito per Nintendo Switch e PC, ma adesso sbarca ufficialmente su PlayStation 4 dopo oltre un anno dalla data di uscita originale (ovvero 11 dicembre 2019). Aspettare sarà valso la pena?

Veicoli “particolari”

Gensou Skydrift, come tutti i titoli a tema corse, è provvisto di più modalità. La prima è la modalità campagna, che segue la storia dei personaggi menzionati in apertura di articolo. Tale modalità, parecchio semplice e dalla durata di appena un’ora, è piuttosto noiosa da seguire. Ogni segmento della storia viene mostrato sia prima di una gara, sia un’altra alla fine di essa se si è arrivati in prima posizione. La storia è raccontata attraverso immagini fisse dei personaggi e finestre di dialogo ed è parecchio dimenticabile. Passando al gameplay, la situazione non migliora, visto che Gensou SkyDrift risulta essere un blando titolo di corse senza né arte né parte, con ambienti spogli, anonimi e un sistema di guida approssimativo che trova come unica peculiarità i veicoli/personaggi.

Gensou SkyDrift 3

Come già detto, infatti, Invece di guidare un kart o un veicolo, saremo chiamati ad utilizzare la nostra compagna di gare come veicolo. Una caratteristica interessante sulla carta è che è possibile switchare tra una ragazza e l’altra, cambiando quindi i ruoli di pilota/veicolo durante la corsa. A conti fatti, però, la differenza tra un personaggio e l’altro è prossima allo zero, e l’unico vero cambiamento è legato alla carta incantesimo, unica per ciascun personaggio. Ogni personaggio ha le proprie statistiche, come velocità e danni da incantesimo. Alcuni personaggi sono sono più abili a derapare mentre altri hanno un controllo migliore del “veicolo”. I personaggi sono in tutto 20 e le combinazioni di conseguenza sono varie, anche se arrivati in pista non si notano queste grandi differenze.

Sulle (poche) piste disponibili saranno presenti degli anelli d’oro che daranno un breve sprint e caricheranno lentamente le barre degli incantesimi situate nell’angolo in basso a destra della schermata. Una volta attivata la ruota degli incantesimi con l’apposito tasto, delle carte scorreranno ciclicamente prima di darne una casuale che fungerà da incantesimo utilizzabile o per protezione dagli attacchi avversari, o per attaccare gli altri contendenti (niente di diverso da un Mario Kart o da un Crash Team Racing). Il vero problema di queste abilità è che, oltre ad essere poche e molto simili tra loro, è che non c’è modo di sapere cosa facciano, visto che non esiste un indice o un manuale di gioco che indichi di cosa è capace ogni carta.

La rigiocabilità del titolo, molto bassa, viene un minimo risollevata dalle altre modalità disponibili, come ad esempio la Versus, divisa in singolo, multigiocatore, e online. Nella gara singola dovremo scegliere due personaggi e selezionare la difficoltà della CPU, oltre ai numero di giri, le regole e le tracce. Nella modalità multiplayer il tetto massimo e di 4 giocatori in locale. Nella modalità online sono supportate le partite classificate, ma non è stato possibile testare ulteriormente tale modalità visto che attualmente i server sono vuoti. La rigiocabilità, inoltre, viene sostenuta dal fatto che rigiocando la campagna ci saranno delle aggiunte… anche se una volta finita la prima run il gioco potrebbe avervi già annoiato.

Gensou SkyDrift 3

Un’altra modalità è la Free Run, una corsa libera ti consente di scegliere qualsiasi personaggio e percorso e giocare senza altri avversari. Tale modalità è dedicata alla familiarizzazione con le piste disponibili, gareggiare con fantasmi e salvare replay. Questi ultimi posso essere guardati nella galleria che viene sbloccata dopo aver completato la prima campagna. L’appena citata galleria consente di visualizzare i replay salvati, visualizzare i modelli 3D di tutte le ragazze e ascoltare le varie tracce della colonna sonora estrapolate dal titolo, questa che risulta efficace per il contesto del gioco ma parecchio anonima. Questa comunque include temi originali e remix di alcune delle più note musiche della serie Touhou Project. Graficamente il gioco risulta parecchio datato, soprattutto per quanto concerne gli ambienti e gli scenari. Inoltre non c’è audio per i dialoghi, cosa che rende l’aspetto narrativo ancor più dimenticabile. Detto questo, c’è dell’ottima musica, che non è davvero una sorpresa per la serie.

Nel complesso, Gensou Skydrift è un titolo breve e per nulla intenso, viste anche le poche modalità disponibili. Presenta alcuni problemi tecnici, come alcune hit box parecchio deficitarie e un motore grafico vecchi di almeno quindici anni. Inoltre il motore principale del titolo, ovvero l’aspetto racing, è blando e poco ispirato, a parte il concept di base del titolo, ovvero l’utilizzo dei personaggi come veicoli. Curioso come il team dietro questo gioco includa alcuni ex sviluppatori del già citato Mario Kart, serie che ha definito il genere, quindi se da un lato non sorprende che alcune idee siano simili, sorprende invece la pochezza del titolo in sé, del quale vi dimenticherete poco dopo averlo giocato per l’ultima volta.

Gensou SkyDrift

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Seppur ci siano dietro alcuni ex sviluppatori della serie Mario Kart, la cosa non si nota per niente. Oltre alla pochezza di modalità, una campagna parecchio breve e un motore grafico vecchio di almeno quindici anni, il vero problema è che sul lato racing il titolo non incide per nulla, e l'unica peculiarità dell'opera (ovvero i veicoli) non porta nessuna vera innovazione al genere. Un titolo dal quale non ci aspettava di certo una rivoluzione per il genere, ma non ci si aspettava nemmeno un titolo così spoglio e privo di mordente.

Paolo Saccuzzo
Laureato in Lettere Moderne e in Comunicazione della e Cultura dello Spettacolo, da sempre appassionato di tutto ciò che concerne l'intrattenimento in tutte le sue forme, dal cinema alle serie TV, dai fumetti alla musica, fino ad arrivare ai videogiochi. Amante del mondo Sony, è però cresciuto con i classici Nintendo, nello specifico Super Mario 64 e The Legend of Zelda: Ocarina of Time.

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