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[Gamescom 2017] Absolver – Hands On

Poco tempo fa si è conclusa la Gamescom di Colonia e noi di Game Legends abbiamo potuto provare Absolver, nuovo GDR adventure sviluppato da SloClap con elementi di multiplayer che porta i giocatori a combattersi in un campo di battaglia, tutto questo con meccaniche che per certi versi strizzano l’occhio a For Honor. Appena lo sviluppatore ci ha fatto partire la demo, il nostro personaggio è stato per un attimo a trovarsi in mezzo all’oscurità più desolante. Di solito queste, di base, sono già ottime promesse, ma andando a scoprire man mano le varie dinamiche, possiamo dire che ci siamo trovati davanti ad un’opera che, oltre ad un grande gameplay, ha anche un’art direction per certi versi sbalorditiva.

Everybody was kung fu fighting

Absolver vi farà vestire i panni di un Prospect, il quale dovrà dare prova delle sue capacità da guerriero per poter entrare in un gruppo di soldati élite chiamati, per l’appunto, Absolvers. Nonostante questa piccola premessa, che approfondiremo più tardi, la trama non sembra avere molto peso all’interno della produzione, poiché il vero fulcro del gioco è il gameplay che mischia lo stile di combattimento di un Dark Souls alle arti marziali di un vero e proprio picchiaduro. Gli scontri, infatti, si risolveranno quasi sempre a mani nude, salvo quando troverete spade o altri oggetti che si deterioreranno nel tempo. All’inizio avrete a disposizione pochi comandi ma, man mano che avanzerete, sbloccherete mosse e slot che andranno ad incrementare il combact system, così da creare combinazioni e combo imprevedibili. Gli attacchi che otterrete durante l’avventura potranno essere scambiati, invertiti e chi più ne ha più ne metta, così da avere una personalizzazione totale del proprio personaggio. Ogni mossa sarà assegnata all’apposito tasto, dando dunque vita a combo potenzialmente infinite per la loro diversità. Da quanto abbiamo visto gli attacchi sono davvero tanti, e gli sviluppatori ci hanno assicurato che nel gioco completo saranno ancora più numerosi, così da dare ulteriormente gusto anche alle sfide online PvP.

Ovviamente dovrete stare attenti a non consumare tanta stamina, poiché non dovrete solo attaccare ma anche difendervi. Ogni mossa del moveset può essere concatenata e, grazie alla possibilità di svolgere azioni speciali, potrete interrompere e riprendere la combo a vostro piacimento. Man mano che salirete di livello, e quindi anche di praticità, sarete in grado di inanellare serie di colpi sempre più complessi e devastanti, così da rendere imprevedibile ogni vostra singola azione. Nonostante sembri, almeno in apparenza, complesso ed articolato, fidatevi che in realtà è abbastanza semplice ed intuitivo; dopo i primi minuti avrete già acquisito parecchia dimestichezza con i comandi. A contornare tutto questo vi farà piacere sapere che esistono più stili di combattimento, ai quali dovrete anche aggiungerci vari tipi di armi bianche. Nel videogame non vi limiterete solo ad attaccare, ma anche a difendervi: oltre alla parata direzionale, sempre in stile For Honor per intenderci, saranno persino disponibili le finte ed i parry.  Dunque occhio alla stamina che, come nei Souls, una volta esaurita vi lascerà in balia dei vostri nemici. Il risultato finale è un gameplay tra i più profondi in circolazione, che lasciano grandissima libertà al giocatore dando anche un forte senso di appagamento al termine dello scontro.

Bello da giocare, bello da vedere

Dopo aver speso abbondanti parole sul gameplay, vero cuore pulsante della produzione, è giusto soffermarci su un altro degli aspetti che più ci ha colpito, l’art direction. Il mondo di gioco si tratta di una natura incontaminata, fatta di fitte foreste, villaggi montuosi e grandi templi abbandonati. Tutto questo appena citato è collegato perfettamente da un level design della mappa davvero ben ideato. Il videogame è ambientato in un mondo in rovina chiamato Adal, ora governato dall’autorità delle Guide. Gli abitanti del pianeta vengono chiamati Prospect, una sorta di umani che indossano una maschera. Lo scopo di questi esseri è quello di scoprire le origini di tutto, cercando dunque di diventare degli Absolver, una sorta di uomini trascesi ad uno stato più spirituale. Tutto quello che traspare dal gioco è un’atmosfera silenziosa e drammatica, nascosta da quel mantello di colori accesi del quale si veste. Il risultato è un mix di sensazioni che vi faranno vivere realmente un viaggio, dando dunque un senso di immersività ancora maggiore.

Per evidenti motivi su determinate cose è ovvio strizzare l’occhio ai Souls, ma non temete che il videogame ha un anima propria la quale, se scoperta, riuscirà sicuramente ad appassionare parecchi utenti. Una cosa che però ci ha fatto storcere il naso è la poca differenziazione dei nemici: oltre a notare una similitudine in tutti gli avversari, quello che ci ha sorpreso è stato vedere un mini boss che, come unico cambiamento rispetto agli altri personaggi, aveva solo il colore della veste. Il frame rate in ogni caso durante la prova ci è sembrato stabile anche nei momenti più caotici, con un sistema di comandi che risponde subito alle esigenze del giocatore e che si lascia padroneggiare con semplicità.

Absolver dunque ci ha conquistati, grazie al suo stile grafico ed al suo combact system articolato e vario. Probabilmente ci troviamo davanti ad una piccola perla che tutti gli amanti dei Souls Like non possono non tenere in considerazione. Speriamo che la versione finale del videogame risulterà all’altezza delle aspettative create. Lasciatevi cullare dalla leggerezza dei toni, dal gelido silenzio degli scenari e dal viaggio che state per intraprendere. Il titolo è un’avventura tutta da vivere a suon di pugni e calci, riempiendo di botte ogni ostacolo che si trovi sulla vostra strada per diventare degli Absolvers. Il racconto della trama in modo minimale vi aiuterà a concentrarvi unicamente sul gameplay, dando vita così ad uno stile di combattimento unico ed imprevedibile.

Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

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