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Fist of the North Star: Lost Paradise – Provato, viaggio nella Terra dei Demoni

Quando SEGA annunciò al mondo il suo Fist of the North Star: Lost Paradise, in milioni poterono lanciarsi in un corale canto di pura gioia. L’idea di andare a unire l’immaginario di Tetsuo Hara e Buronson a un’esperienza ludica estremamente vicina a quanto visto con gli apprezzati capitoli di Yakuza si rivelò infatti capace di conquistare l’attenzione di un pubblico ormai al limite dell’esasperazione. A ben vedere, risulta effettivamente difficile riuscire a ricordare un’opera videoludica capace di racchiudere dentro di sé il fascino di Ken il Guerriero, un vero peccato se si considera ciò che l’industria potrebbe portare alla luce sfruttando intelligentemente un marchio tanto famoso e ricco di carisma. Codesta sequela di delusioni in rapida sequenza potrebbe però aver finalmente raggiunto un punto d’arresto proprio con questo nuovo titolo, un’esperienza che nelle basi sembrerebbe voler puntare a offrire tutto ciò che Kazuma e compagni hanno saputo regalarci nel corso di tutti questi anni, nel bene e nel male. Mancano ancora diverse settimane all’uscita ufficiale del titolo nei negozi, ma SEGA ha ben pensato di farci ingannare l’attesa con un’interessante demo che abbiamo esplorato in lungo e in largo cercando, nel mentre, di capire tutto ciò che il prodotto finale potrebbe riuscire a offrirci.

Omae wa sude ni shindeiru

La Terra dei Demoni è tutto ciò che resta di un pianeta oramai ridotto in cenere dopo che un violento conflitto mondiale ha quasi portato all’estinzione della razza umana. L’uomo non è però andato scomparendo e i sopravvissuti si sono adeguati al nuovo mondo venutosi a creare, una terra senza legge dove i forti schiacciano i più deboli. È proprio in questo tragico contesto che ha inizio l’emozionante avventura di Kenshiro, guerriero dalle incredibili capacità e legittimo successore della Divina scuola di Hokuto che ha temprato anima e corpo per padroneggiare le tecniche della stella del Nord. È interessante notare come SEGA abbia deciso di mettere totalmente da parte le avventure più famose del nostro Ken per dar forma, invece, a un’avventura inedita capace di sorprendere fan accaniti e nuovi arrivati, un’idea che non possiamo far altro che supportare pienamente. Purtroppo, la demo rilasciata ha offerto ben poco sulla componente narrativa per concentrarsi, invece, sul lato gameplay. La prova ci ha infatti permesso di affrontare una breve missione grazie alla quale abbiamo poi potuto ottenere un veicolo utilizzabile in-game e, apparentemente, di primaria importanza nell’economia di gioco. In termini di combat-system, il titolo è strutturato similarmente a quanto visto nella serie Yakuza ma con interessanti differenze utili a dare maggior spessore all’intera esperienza ludica.

Ancora una volta, sarà nostro compito concatenare pugni, calci, prese e schivate per massacrare qualsiasi minaccia ci si dovesse parare innanzi, il tutto affiancato però da colpi particolarmente potenti utili per stordire gli avversari ed eseguire sugli stessi le letali tecniche della Scuola di Hokuto. Suddette mosse speciali si risolvono in una serie di QTE tanto divertenti da eseguire quanto magnifici da vedere, soprattutto per tutti i fan della produzione cartacea o animata che potranno riconoscere in un batter d’occhio molte delle mosse che si potranno eseguire. Resta il dubbio sull’effettiva quantità di tecniche che saranno rese disponibili nella release finale, ma per adesso non possiamo che definirci soddisfatti. Oltre a questo, combattendo andremo poi riempiendo uno specifico indicatore – rappresentante la costellazione dell’Orsa Maggiore – che una volta riempito aumenterà per un breve periodo le nostre capacità in combattimento, di fatto rendendoci delle letali macchine da guerra. Combattendo e completando missioni primarie o secondarie si otterrà esperienza necessaria per aumentare di livello e ottenere nuovi potenziamenti all’interno di un ricco albero delle abilità diviso in quattro tronconi – Skill Orb, Mind Orb, Body Orb e Star Orb -, ognuno dei quali pensato per farvi ottenere specifiche migliorie

Una vita spericolata

La demo del gioco permetteva di girovagare in giro per la città di Eden al fine ultimo di vedere alcune delle attività che saranno disponibili al day-one, tra minigiochi legati al black jack, manifesti ottenibili per iniziare missioni in cui dare la caccia a pericolosi criminali o, ancora, lavori part-time in cui gestire un Night Club dove il nostro Ken diverrà a tutti gli effetti il manager della struttura, dedito ad addestrare le accompagnatrici che lavoreranno nel nostro locale. Sfortunatamente, tutte queste opzioni erano tristemente bloccate all’interno della demo, se non per le gare clandestine, le quali ci permetteranno di gareggiare in alcuni circuiti per guadagnare considerevoli somme di denaro. In gara saranno presenti potenziamenti e boost alla velocità di vitale importanza per arrivare primi, oltre a una barra della vita per il nostro veicolo da tenere sotto stretta attenzione.

A voler essere onesti, l’unico circuito presente non ci ha particolarmente sorpresi, ma a onor del vero bisogna tenere a mente che quello da noi provato era il primo di molti altri tracciati che sarà possibile affrontare nella versione completa dell’opera. È inoltre interessante notare come le wasteland potranno essere percorse in lungo e in largo a bordo del proprio veicolo, il quale si rivelerà essenziale per poter viaggiare tra le diverse zone d’interesse presenti nel mondo di gioco. In queste fasi potremo inoltre essere attaccati da grandi bande avversarie composte anche da oltre venti nemici da dover affrontare contemporaneamente, con scontri decisamente impegnativi dove però la telecamera ha mostrato in più occasioni grosse difficoltà nel seguire le nostre azioni. A chiudere il tutto ci pensa infine un comparto tecnico altalenante che riesce a offrire modelli dei personaggi ben fatti e zone urbane sufficientemente ricche di dettagli che vanno scontrandosi a una wasteland purtroppo inguardabile, tra pop-up, texture in bassa risoluzione e una spogliatezza degli ambienti a tratti disarmante. Di buon livello si è apparentemente mostrato anche il doppiaggio, disponibile sia in inglese che in giapponese, un apprezzabile lavoro a cui però non ha purtroppo fatto seguito quella localizzazione in italiano su cui molti auspicavano, un duro colpo per tutti coloro che non masticano sufficientemente la lingua anglosassone.

Luca Di Carlo
Cresciuto a suon di videogiochi, cartoni animati e fumetti, ho potuto godere di un infanzia interamente basata sulla creazione del nerd per antonomasia, sempre intento ad affrontare sane partite videoludiche e alla costante ricerca di tutto il comprabile da poter mettere in bella vista su qualche mensola. Essendo poi anche un grande casanova, ho scoperto il mio primo vero amore dopo aver attaccato la spina della mia Playstation 1, ma non preoccupatevi Microsoft e Nintendo, nel mio cuore vi è spazio anche per voi.

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