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Final Fantasy 7: perchè remake (e come potrebbe chiamarsi il prossimo)

Ok è appurato: Final Fantasy 7 Remake sembra essere andato storto a molti per il suo finale contorto, a tratti frettoloso e non così strutturato. Nonostante una fedeltà quasi maniacale nei primi 17 capitoli, le scelte fatte dal team – che ricordiamo essere lo stesso dell’originale – non sono andate a genio a molti fan, mentre persone che non avevano giocato all’originale hanno trovato tante cose non ben spiegate. Ovviamente si dice che tutto ha senso nella mente di chi lo pensa, e questo probabilmente è decilnabile anche al team di sviluppo di questo gioco.

Andiamo quindi, con i dovuti spoiler (se non avete finito il gioco non proseguite), a cercare di capire in primis perché questa parola Remake, ma soprattutto cosa potrebbe significare per il futuro della serie. Se invece siete interessati a scoprire le differenze dall’originale e le nostre teorie sul finale, vi invitiamo a leggere i nostri speciali.

Final Fantasy 7 Remake

Il termine, preso dal Cambridge Dictionary, significa “to make a new film that has a story and title similar to an old one”. Ovviamente questa spiegazione è declinata sui film: abbiamo già visto in passato, soprattutto nel mondo del cinema italiano, come un remake sia un’interpretazione dei concetti dell’originale spostati nell’ottica d’appartenenza del nuovo staff. Benvenuti al Nord, film francese, diventa da noi Benvenuti al Sud, e cambia alcune dinamiche traslandole alla nostra conformazione geopolitica. Nel corso del tempo abbiamo visto anche film come Point Break rinascere sotto nuova vita con remake che cambiavano di molto il racconto, lasciando solido solo il concetto. A concludere il pacchetto ci ritroviamo anche pellicole come Baywatch, non definibili ma che giocano molto sul limite tra remake e sequel, e Star Trek, che invece è un vero e proprio reboot.

Final Fantasy 7

Sui videogiochi questo è molto più marcato: Remastered significa prendere un gioco e riproporlo uguale ma adattato, remake vuol dire prendere un titolo e trasporlo con delle dinamiche moderne (senza stravolgerlo), reboot significa prendere una serie e farla ripartire (Call of Duty: Modern Warfare). Senza iniziare a parlare della gradazione di grigi che si mescolano tra le parole reboot e remake, analizziamo invece il modo in cui i remake vengono gestiti nel mondo del videogioco.

Nel corso degli ultimi anni abbiamo visto nascere molti remake di alto valore: Resident Evil 2 e 3, Crash Bandicoot, Spyro, Trials of Mana: come possiamo vedere, questi giochi hanno cambiato sicuramente l’assetto grafico, alcuni anche il gameplay e la storia, adattandosi a degli anni decisamente diversi da quelli di appartenenza. Tra tutti però, c’è una cosa in comune: la totale assenza della parola Remake. Se prendiamo questo e lo uniamo al fatto che, nella filosofia di produzione giapponese, accostare nomi di alcun tipo al titolo sta a significare sempre qualcosa (Persona 5 Royal, Nier Reincarnation, Metal Gear Solid 3: Subsistene), allora la parola Remake accanto a Final Fantasy 7 inizia a suonare strano.

Re-Make

La parola Remake nasce dal termine make (fare) e dal prefisso re, che insieme vanno a definire la parola rifare. Se prendiamo poi il concetto del termine stesso, andiamo a vedere come questa parola potrebbe stare a significare qualcosa di più profondo del semplice tipo di gioco. Se prendiamo per vera questa teoria, allora davanti ci troviamo ad un Final Fantasy VII che ha il compito di rifare. Cosa? Ovviamente la storia del gioco.

Final Fantasy 7

Come vediamo nel finale del titolo, infatti, gli eroi si avventurano verso spiagge mai visitate (nemmeno nell’originale) con la voglia di riscrivere la storia, di rifarla. Vogliono evitare quello che vediamo in Advent Children, e vogliono farlo nel miglior modo possibile, a costo di rischiare di cambiare se stessi. E se quindi quel remake, che quasi nessun gioco pone affianco al nome anche quando è palese che lo sia, stesse proprio ad intendere una cosa simile?

Ovviamente non curerebbe le ferite degli scontenti, ma almeno contestualizzerebbe ciò che voleva dire per Nomura e per tutti gli altri fare questo gioco. Lo stesso Kitase, Executive Producer del gioco, ha affermato come non c’è mai stata voglia di fare una copia 1:1, ma anzi di adattarlo a questa nuova era, di rifarlo per le nuove generazioni.

Insomma, ovviamente siamo nell’ambito delle teorie, ma qualora avessimo ragione, Final Fantasy VII Remake non è un remake, a tutti gli effetti, ma nemmeno un reboot, spin-off o remastered: sarebbe un “What If?”, un titolo che parte da un concetto identico all’originale ma che, con un escamotage molto meta-referenziale, pone strade sconosciute per nuovi lidi (che potrebbero essere molto diversi o identici all’originali, una sorta di Final Fantasy di Schrodinger visto che fino ad allora è entrambi allo stesso tempo).

Final Fantasy 7

Final Fantasy 7 Re? (Restore, Rewrite, ecc)

E quindi, cosa ci aspetta nel futuro? Non lo sappiamo, ma siamo quasi certi che non avremo un Final Fantasy 7 Remake Parte 2. Se prendiamo per vero il fatto che Remake non sia significativo per il genere di traslazione ma sia proprio del titolo, allora potremmo avere un Final Fantasy VII Re-Qualcosa, un nuovo sottotitolo che evidenzia non più il voler rifare (cosa che, in effetti, ora possono fare), ma il voler riscrivere la storia, cambiare il mondo.

Insomma, ci aspettiamo un Final Fantasy che potrebbe porci nuove strade, magari poco differenti dalle originali ma quanto basta per lasciarci di stucco. Oppure potrebbe averci preso tutti in giro e nel prossimo episodio avremo la stessa trama, alla faccia dei detrattori. O magari Mass Effect insegnerà al titolo come avere varie strade da percorrere, rendendo felici sia i vecchi puristi (fare le stesse azioni porterebbe alle stesse conseguenze dell’originale) che le new entry (farne di diverse cambierà la trama, magari facendo morire Tifa al posto di Aerith o vedendo Cloud passare dalla parte di Sephiroth).

E voi, cosa ne pensate? Quale sarà il titolo del prossimo Final Fantasy VII? Ma soprattutto, come lo vorreste? Scrivetecelo nei commenti.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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