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Fear Street Parte 2: 1978 – Recensione, l’oscuro passato di Shadyside

Dopo il successo del primo film della nuova trilogia horror di casa Netflix, le strade di Shadyside tornano a tingersi di sangue in Fear Street Parte 2: 1978. Fear Street Parte 1: 1994, infatti, ci ha presentato ufficialmente la capitale americana degli assassinii e dei serial killer, tristemente riconosciuta per la serie di brutali omicidi che tormentano da sempre la storia della bizzarra cittadina, e con questo seguito esploreremo ancor di più questa terrificante e pericolosa realtà. Come vi abbiamo già raccontato nella nostra precedente recensione, la trilogia di Fear Street di Leigh Janiak è tratta dall’omonima serie di romanzi horror di R.L. Stine, autore tra le altre cose di Piccoli Brividi ( Goosebumps, in lingua originale).

Dopo aver accompagnato intere generazioni di ragazzi e adolescenti, i racconti di Stine sono stati in grado di conquistare il pubblico anche sulla piattaforma streaming Netflix, grazie alla quale abbiamo la possibilità d’immergerci nel passato di Shadyside. Tra citazioni, riferimenti e antiche leggende, il primo lungometraggio ha gettato le basi su una trilogia apparentemente solida ma che, soprattutto in questo caso, ha cominciato a dimostrare alcune piccole debolezze. Il secondo capitolo della serie, ossia Fear Street Parte 2: 1978, è disponibile sulla piattaforma streaming Netflix dal 9 luglio 2021, e ora siamo pronti a parlarvene in questa nostra recensione.

Fear Street Parte 2: 1978, un viaggio nel passato di Shadyside

Prima d’iniziare la nostra recensione di Fear Street Parte 2: 1978, è necessario andare a vedere che cosa è successo nel precedente capitolo della trilogia horror. Dopo averci presentato Shadyside e averci mostrato alcuni dei terribili avvenimenti che hanno imbrattato di sangue le strade della cittadina, Fear Street Parte 1: 1994 ci ha raccontato la storia della strega Sarah Fier, impiccata pubblicamente nel 1666 proprio in quel luogo. A 300 anni dalla sua esecuzione, i ragazzi continuano a raccontare la sua leggenda, collegando i brutali omicidi avvenuti fino a quel momento nella città a una presunta maledizione che la donna avrebbe lanciato in punto di morte.

Tra numerose citazioni alla cultura pop dell’epoca e i riferimenti a Scream (lo slasher anni ’90 per eccellenza), il primo capitolo di Fear Street ci ha mostrato le “indagini” di un variegato gruppo di personaggi, intenti a scavare nel passato di Shadyside attraverso la ricerca d’indizi e documenti. Fear Street Parte 2: 1978 riprende esattamente dal finale del film precedente, quando i nostri protagonisti hanno ricevuto una chiamata da parte di C. Berman (Gillian Jacobs), l’unica sopravvissuta alla maledizione di Sarah Fier. Ma per poter avere più informazioni su quello che grava sulla loro cittadina, i ragazzi saranno costretti a fare un viaggio nel passato. Siamo nel 1978, a Camp Nightwing, un campeggio che sicuramente ricorderà qualcosa agli appassionati di horror.

Fear Street Parte 2 1978 Recensione

Attraverso il racconto della donna misteriosa, Deena (Kiana Madeira) e suo fratello Josh (Benjamin Flores Jr.) vengono improvvisamente trasportati in un’atmosfera ben diversa dalla precedente. Come già anticipato in precedenza siamo nel 1978, colori più neutri e caldi prendono il posto dei neon, mentre la colonna sonora lascia lo spazio alle canzoni di David Bowie e dei Velvet Underground. Seguiamo così la storia di due sorelle completamente diverse tra di loro, Ziggy (interpretata da Sadie Sink, già vista in Stranger Things) e Cindy (Emily Rudd).

Non si può fuggire dal passato

A differenza da quanto visto in Fear Street Parte 1: 1994 – di cui potete leggere qui la nostra recensione – , il ritmo iniziale della produzione Netflix è insolitamente molto lento, e ci mostra in maniera più evidente la differenza tra gli abitanti di Shadyside e quelli di Sunnyvale, la vicina cittadina benestante. Mentre Cindy cerca disperatamente di adattarsi all’ambiente circostante e ai loro “nobili” vicini, Ziggy respinge con rabbia i limiti che le vengono imposti, andando anche oltre alla volontà della sorella di sentirsi accettata da un gruppo migliore, o almeno riconosciuto pubblicamente come tale. Anche se relativamente importante ai fini della creazione di un contesto ricco di significato, tutto questo cessa di essere rilevante all’arrivo dello squilibrato killer di turno.

Uno degli aspetti che ci aveva maggiormente colpito di Fear Street Parte 1: 1994 era proprio il cast di personaggi variegato e interessante, che non cadeva in stereotipi o nelle generalizzazioni tipiche dei film horror di quel periodo. In questo caso, purtroppo, la situazione è completamente diversa. Il gruppo di protagonisti, infatti, non riesce a convincere pienamente, e l’intera produzione soffre per un gran numero di cliché che vanno inevitabilmente ad intaccare la narrazione principale in maniera negativa. Fear Street Parte 2: 1978 non riesce a convincere come il capitolo precedente ma anzi, basa il suo intero fascino sul costante omaggio al campeggio di Crystal Lake di Venerdì 13 dove, più di una volta, Jason ha fatto una vera e propria strage d’innocenti. Seguendo questo cambio stilistico, anche le uccisioni risultano graficamente più brutali e raccapriccianti, mentre l’intera atmosfera vira verso qualcosa di più cupo e chiaramente sovrannaturale. Dimenticate i neon colorati del centro commerciale, Fear Street Parte 2: 1978 è pronto a trascinarci in una foresta buia e inquietante, dove alcune misteriose grotte sono in grado di portarci ancora più in profondità, sempre più vicini a scoprire i segreti di Sarah Fier.

 

Fear Street Parte 2 1978 Recensione

Dal punto di vista stilistico e narrativo, Fear Street Parte 2: 1978 si discosta profondamente dal precedente, anche se riesce a conservare e a mandare avanti in maniera ammirevole alcune delle caratteristiche che ci avevano conquistato. Ci troviamo di fronte ad un film meno interessante, che probabilmente deve parte dei suoi problemi proprio nell’essere un capitolo di passaggio tra il primo, che ci ha colpiti proprio per la sua particolarità, e il terzo, che sicuramente sarà in grado di regalarci qualcosa d’inaspettato. Non ci resta che aspettare fino all’uscita di Fear Street Parte 3: 1666, prevista per il prossimo 16 luglio 2021, per scoprire se i nostri protagonisti riusciranno a spezzare la maledizione di Sarah Fier.

Fear Street Parte 2: 1978

7

Fear Street Parte 2: 1978, il secondo titolo della nuova trilogia horror di di Leigh Janiak, prodotta da Netflix e tratta dall'omonima serie di romanzi di R.L. Stine, non riesce a convincerci come era riuscito a fare il capitolo precedente. Ci troviamo di fronte a una storia che presenta al suo interno un gran numero di cliché ma che comunque, nonostante tutto, conserva e manda avanti alcune delle caratteristiche già viste in Fear Street Parte 1: 1994. Un approccio più cupo, che si lascia completamente alle spalle i neon e le ambientazioni pop per raggiungere un'atmosfera tradizionalmente più inquietante (tra i riferimenti e gli omaggi a Venerdì 13 di S. Cunningham). La narrativa prosegue in maniera efficace, preparandoci a quello che sarà l'ultimo film della trilogia.

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