FBC: Firebreak Recensione, quando l’unione fa la forza

FBC: Firebreak è il nuovo esperimento FPS multiplayer ambientato nell'universo narrativo di Control: missione compita per Remedy? Scoprilo nella nostra recensione

Sara Pandolfi
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Sara Pandolfi
Nata e cresciuta videoludicamente sotto il segno della triforza, grande appassionata di videogiochi a 360°, ma con un nostalgico occhio di riguardo alle creazioni della grande...
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Lettura da 7 minuti
FBC: Firebreak
6.5 sufficiente
FBC: Firebreak

FBC: Firebreak si presenta come un diverso approccio per quanto concerne il gameplay e i ritmi di gioco allo stesso universo narrativo che abbiamo imparato a conoscere in Control, amatissimo titolo targato Remedy. Approcci diversi, ma una base di partenza definita e comune. La dualità dalla quale emerge il nuovo progetto FPS in prima persona multiplayer di Remedy non lascia spazio a vie di mezzo: o ci troviamo di fronte ad un grande lavoro di inserimento di nuove meccaniche nel già conosciuto contesto narrativo, o ci troviamo di fronte ad un processo di allargamento degli orizzonti narrativi che però ha come principale conseguenza uno snaturamento del progetto di partenza. Per capire al meglio in che direzione è riuscita a muoversi Remedy, ecco la nostra recensione di FBC: Firebreak nella sua versione PS5.

Nuovi stimoli per un ambiente che già conosciamo

Ci troviamo nella Oldest House, edificio essenziale nella storia di Control (che segue di qualche anno quanto narrato in FBC: Firebreak), invaso da un’oscura e terrificante presenza infuocata, il Sibilo. Di fatto, ad essere onesti, non abbiamo ulteriori dettagli da fornire in merito alla trama e al contesto del gioco: nonostante il potenziale di partenza del titolo, che poteva di fatto essere un anello di congiunzione tra Control e i prossimi progetti di Remedy, ci troviamo di fronte ad uno spin-off decisamente laterale rispetto al progetto del 2019.

Intendiamoci: nessuno si aspetta che un titolo FPS multigiocatore abbia come elemento di maggiore risalto la trama, ma ci saremmo con piacere incartati nella lore di Control con dettagli sparsi o riferimenti che, se non per il pretesto iniziale, mancano completamente. Un peccato, dato che avrebbe permesso al gioco un tipo di longevità decisamente diverso. Concentriamoci quindi sull’aspetto pregnante dell’esperienza: il gameplay.

FBC: Firebreak

Tre classi, un unico obbiettivo

Prima di dare il via alla nostra partita, abbiamo la possibilità di selezionare la classe da impersonare, con relativo armamentario e caratteristiche: ad ora, le classi disponibili sono 3 ed ognuna di queste può essere approfondita attraverso un albero delle abilità. Abbiamo un Meccanico, dotato per l’appunto di una duttile chiave inglese da utilizzare per aggiustare meccanismi (ma anche colpire i nemici che si avvicinano un po’ troppo!); il Controllore Elettrico dotato di apposito kit per generare elettricità; e Eupporto Anti-fuoco, che ha appunto il compito di lanciare l’acqua sulle zone incendiate della mappa per permettere lo spostamento tra le varie aree.

Queste classi collaborano tra di loro all’interno di un match, ambientato nelle stanze della Older House, durante il quale sarà richiesto di risolvere una serie di piccole tasks e farsi strada tra orde intermittenti di nemici al fine di espugnare la base dell’invasione, ossia l’ambiente assai ostile della Fornace.

Viene richiesto ai giocatori di fare gioco di squadra per sfruttare le combinazioni tra le abilità dei membri del team e di collaborare al fine di portare a termine delle task sempre più complesse sia per la finestra di tempo a disposizione, sia per il pericoloso avanzare di orde di nemici di varia natura e potenza.

La sensazione, nel momento in cui si entra in partita, è quella di trovarsi in un ambiente dai tratti horror: vicoli bui e uscite delle quali nemmeno siamo a conoscenza si intersecano attorno a noi in un ambiente ricco di scorciatoie ma, al contempo, claustrofobico. Ogni giocatore è dotato di una torcia che aumenta la sensazione dispersione e rende l’esplorazione dell’ambientazione un viaggio breve ma emotivamente trascinante. 

FBC: Firebreak

Ogni task può essere completata anche dai giocatori che non hanno l’abilità specifica richiesta per il completamento: in questo caso, a rendere possibile l’avanzamento sarà la pressione a tempo limitato di una serie di pulsanti che appariranno su schermo, un espediente semplice ma immediato per tenere tutto il team all’erta. Usiamo questo esempio per dire che ogni missione può essere portata a termine in maniera limitatamente differente, in base all’attitudine del giocatore o a decisioni prese all’interno della squadra, per quanto queste opzioni siano da contemplare in una cerchia di possibilità relativamente ristretta.

Passando ai combattimenti, ci troviamo di fronte ad una struttura che non necessita di essere particolarmente fantasiosa: spariamo, cambiamo arma con una manciata di secondi, attacchiamo corpo a corpo, ci accucciamo, miriamo. I nemici sono presenti in discreta varietà per livello di potenza, salute e stile di combattimento e movimento, ma nulla di particolarmente approfondito.

FBC: Firebreak

Lo stile artistico giusto

Passando ad un discorso più legato a scelte tecniche e artistiche, ci sentiamo di dire che FBC: Firebreak non sembra intenzionato a dare sfoggio di una particolare complessità stilistica o di scelte di design all’avanguardia: l’atmosfera, che non verte verso una direzione incredibilmente approfondita, si può benissimo creare “con poco”. Questa osservazione può essere replicata anche per quanto riguarda l’impostazione artistica, dove la ricerca di stile, forme e colori non sembra essere stata una priorità per Remedy, pur presentando, con poche accortezze, una discreta personalità non particolarmente “ruggente”. FBC: Firebreak è caratterizzato da una colonna sonora tenue e d’atmosfera, ma mai determinanti, traduzione dei testi in italiano e un interessante numero di trofei per quanto riguarda la versione PlayStation. Oltre 40 trofei, alcuni dei quali veramente simpatici, possono essere ottenuti partita per partita, interagendo, per quanto possibile, con le possibilità offerte dal gioco.

FBC: Firebreak
FBC: Firebreak
sufficiente 6.5
Voto: 6.5
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Nata e cresciuta videoludicamente sotto il segno della triforza, grande appassionata di videogiochi a 360°, ma con un nostalgico occhio di riguardo alle creazioni della grande N.