F1: Il Film Recensione: il riscatto di una vita

Adrenalina, nostalgia e seconde possibilità: F1 - Il Film segna il ritorno in pista di un campione e l’amicizia che sfida i limiti della velocità.

Tiziano Sbrozzi
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Tiziano Sbrozzi
Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona...
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Recensioni
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7.5 Buono
F1 - Il Film

La Formula 1 è un mondo che affascina i più, spaventa i piloti e muove denaro a miliardi in tutto il globo: poche sono le persone che non sono rimaste colpite da questi bolidi, capaci di sfrecciare a oltre trecento chilometri orari e che hanno fatto la storia dello sport assieme a molti campioni immortali. In questo scenario, Brad Pitt e Javier Bardem muovono i loro personaggi: due amici, due facce della stessa medaglia e due persone in un certo senso finite al picco massimo della loro “carriera”. Come scopriremo in questa recensione, rigorosamente senza spoiler, spesso gli apici non sono poi così interessanti. Accendete i motori per F1 – Il Film.

Fuori pista

Sonny Hayes (Brad Pitt) è un ex pilota di F1 che vive la vita tra una gara e l’altra: dopo una carriera promettente ma bruscamente interrotta, continua a girare in lungo e in largo il paese, alla ricerca di un team corse che ha bisogno del suo indiscutibile talento. Sonny vince, non è un perdente, eppure qualcosa lo logora dentro. Tutto cambia quando arriva il suo miglior amico, Ruben Cervantes (interpretato da uno straordinario Javier Bardem), il quale ha fatto una carriera diversa rispetto all’ex-pilota, diventando proprietario di un team F1.

Ruben ha diversi problemi: un team che non funziona, auto-rottame che si rompe a ogni Gran Premio e un giovane pilota da “istruire” nel duro mondo delle corse, forse uno degli sport più duri al mondo. L’idea è quella di prendere il “vecchio” pilota, rimetterlo in pista e far risalire la squadra. Con riluttanza, Sonny sbarca in Inghilterra, dove spera di trovare quel che cerca: invece trova tutt’altro. I primi momenti con la squadra non sono i migliori, sebbene Sonny sia una persona molto speciale, con il sorriso sempre stampato in faccia, ma con quella malinconia negli occhi di chi ha visto l’abisso e ne ha assorbito – suo malgrado – l’essenza.

Joseph Kosinski ci porta in F1 – Il Film con una delicatezza incredibile, quasi in punta di piedi, il regista statunitense dirige mostri sacri come Brad Pitt, Javier Bardem, Tobias Menzies e Shea Whigham con una naturalezza da primato: il film, sebbene leggermente scontato nel finale, ci tiene incollati allo schermo senza un attimo di respiro, per ben due ore e mezza. Un’impresa nient’affatto semplice oggigiorno.

“Ti offro un posto in F1, l’unico posto dove, se vinci…”

Brad Pitt si carica sulle spalle il peso di un film difficilissimo, non solo dal punto di vista tecnico ma anche pratico: guidare (o anche solo fingere di farlo) quei bolidi su pista non è cosa da tutti, soprattutto a 61 anni – sebbene non li dimostri affatto. Il veterano di Shawnee non delude nemmeno sta volta: intenso, con quel tono da “poeta maledetto” che si porta dietro da Babylon (Film del 2022), ci regala un Sonny Hayes davvero magico, un personaggio che ricorderemo nel corso del tempo, senza ombra di dubbio.

Javier Bardem è il collante di tutto: il suo Ruben Cervantes è un manager incallito, affogato dai debiti, strozzato dalla presenza di un Consiglio d’Amministrazione oberante. Ruben nelle mani di Javier è un ragazzino troppo cresciuto, che si domanda a gran voce che cosa ci sta a fare là, perché ha scelto quella vita. Eppure la risposta la conosce bene, e mente a se stesso, o quanto meno ci prova a non darsela. La risposta è che per lui, quello è il lavoro migliore del mondo, poco importano i milioni di debiti che si porta addosso, a morire e pagare si fa sempre in tempo.

Nota interessante l’abbiamo sulla produzione di F1 – Il Film: alcune delle riprese sono state svolte proprio durante le vere tappe del campionato mondiale e, alla produzione c’è, oltre a Jerry Bruckheimer, lo stesso Lewis Hamilton. Durante le scene del film compaio volti come Max Verstappen, Lando Norris e Charles Leclerc. Sarebbe stato interessante vedere i protagonisti del vero mondiale interagire con gli attori del film ma non è stato fatto. Occasione mancata.

“…puoi dire con assoluta certezza di essere il migliore al mondo”

F1 – Il Film ci porta in un mondo complesso, fatto non solo di gare ma di soldi, potere e strategie. La pellicola funziona dannatamente bene, come già detto poc’anzi, non annoia e tiene lo spettatore incollato allo schermo… ma non tutto è perfetto, si intende. Quello che è mancato è la presenza di una visione generale della gara: nel film per la maggior parte del tempo, si vedono i protagonisti, si ascoltano i loro dialoghi e ci si sente “con loro nella monoposto”, questo è vero ma la gara? È uno spettro semi invisibile, non si percepisce l’agonismo, i sorpassi all’ultimo momento compaiono scontati e banali, siamo lontani da Le Mans ’66 per capirci.

Il film ha perso l’occasione di farci vivere la gara in favore di un’approfondimento decente dei personaggi, sebbene molti vengano a malapena accennati e c’è la sensazione che alcuni siano stati improvvisamente tagliati, come ad esempio il personaggio di Callie Cooke, Jodie, un elemento del team addetto al cambio gomme nei pit-stop: all’inizio del film sembra avere un ruolo da sviluppare, passando da imbranata a perfetto membro dell’equipe ma poi di punto in bianco smette di fare cavolate (per altro nemmeno così gravi) e finisce come ci si aspetta ma senza una crescita visibile, bastano 4 frasi di Sonny e diventa un “fenomeno”. Insomma qualche sbavatura c’è ma poteva andare tutto molto peggio. In generale, è un film godibile da tutti.

F1 - Il Film
Buono 7.5
Voto 7.5
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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.