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Dragon Ball Super: uno squarcio tra passato e futuro

A pensarci bene non sembra passato poi così tanto tempo; l’uscita rapida da scuola, la corse verso casa e il tuffo trepidante davanti al televisore sono momenti indelebili e fermi nel tempo, tutti riconducibili a una chiave di volta attorno al quale ruotava il pomeriggio di molti bambini e ragazzi: la visione di Dragon Ball. Non si può negare che sia veramente difficile scrivere riguardo a un qualcosa a cui si è legati così tanto, è costantemente presente la paura di sbagliare qualche parola o di non riuscire a trasmettere il carico emozionale che ci è stato a nostra volta comunicato dalla serie stessa. Tuttavia, in queste ore risulta veramente impossibile non dedicare qualche riga a Goku e i suoi amici che, con la conclusione della saga Dragon Ball Super, hanno riempito di nostalgia e appagamento tutti i fan che sono stati da sempre fedeli alla loro brigata.

Dopo oltre trent’anni dalla sua prima apparizione, Dragon Ball è tornato. Con la serie di Super, infatti, è stata colta in pieno l’intenzione di radunare sotto un unico tetto le nuove e le vecchie generazioni, tutte accomunate dall’amore incondizionato per questo anime. Con Super è stato possibile rivivere per un pochi minuti al giorno quelle sensazioni che hanno caratterizzato l’infanzia di molti, andando a esplorare i fatti avvenuti tra la conclusione della saga di Majin Bu e il finale effettivo della serie Z. A questo punto la domanda sorge spontanea: a chi era indirizzata questa nuova storia? Sicuramente è apprezzabile da parte di coloro che non si sono mai avvicinati a Dragon Ball o che l’hanno seguito sporadicamente, ma il vero target dell’opera sono ovviamente i fan, coloro che sono cresciuti guardando questo fantastico cartone. La cosa risulta palese sotto molti punti di vista: tralasciando il fatto che gli eventi intercorrono in una linea temporale che era già ben conosciuta, a rendere evidente come Super sia una serie realizzata per i fan sono i continui riferimenti al passato, con eventi che strizzano l’occhio a quelli avvenuti nella serie Z; in aggiunta, il continuo fan service inserito all’interno dell’opera è stato solo la conferma di queste supposizioni.

Ciò che lascia piacevolmente sorpresi, però, è che l’inserimento degli elementi di fan service non risulta mai invadente o casuale, mentre al contrario ricade tutto con un senso ben preciso. Nella serie abbiamo visto tornare mosse e tecniche storiche, come l’acclamato Kaiohken, rivisitato questa volta sotto la forma di Super Saiyan God; la sofisticata e misteriosa onda sigillante, che si è andata a confermare come una delle mosse più potenti dell’intera serie, e abbiamo visto persino il ritorno di Trunks del futuro in una storia che fa pesante riferimento a quella già vista nella serie Z. In questa stessa occasione è stata anche variata una sorta di “meccanica” presente all’interno dell’anime e da sempre legata alla fusion tramite Potara: la regola per cui una fusion fatta con gli orecchini non potrebbe più essere sciolta è stata abolita, acquisendo ora la durata di un’ora, andando così a depotenziare drasticamente il personaggio di Vegeth, che si trova a fare la sua comparsa per appena pochi minuti. La speranza di molti, in tal proposito, era forse quella di veder canonizzare Gogeta all’interno della serie, cosa che purtroppo non è mai accaduta.

Ad essere reso canonico, invece, è stato uno dei Saiyan che più tra tutti è stato oggetto di fan-video celebrativi: esatto, sto parlando proprio del Super Saiyan Leggendario Broly, o almeno solo il suo essere. Uno degli eventi più eclatanti della saga appena chiusa di Dragon Ball Super, infatti, è stato l’estremo recasting del famoso essere dalla forza inumata. Quella che ci troveremo davanti questa volta è Kale, una ragazzina fragile e indifesa con la capacità di divenire molto virile allo scatenarsi della propria rabbia. Questo cambio di rotta, tutto sommato, non è eccessivamente fastidioso; più problematica è invece la velocità con cui i nuovi Saiyan arrivati riescono a raggiungere le loro nuove trasformazioni, facendo apparire agli occhi dello spettatore quasi insensati gli allenamenti duri ed estenuanti a cui i protagonisti si sono sottomessi nelle serie precedenti; soprattutto, rendono inconcepibili i 30 minuti di Goku urlante su schermo in attesa di trasformarsi per la prima volta contro Freezer.

A questo punto, è il caso di parlare esattamente del personaggio di Freezer, l’antagonista più apprezzato dell’intera serie di Dragon Ball. Come tutti sapranno, più volte questo villain è stato riproposto all’interno della serie o di filler dedicati a Goku, ma le vesti in cui appare questa volta sono totalmente nuove e inaspettate: per la prima volta dopo trent’anni, in Dragon Ball Super possiamo assistere a un nuovo power up dell’essere più spietato di tutti, che brilla di una luce totalmente nuova. Il punto decisamente a favore di questo capitolo è che la caratterizzazione di Freezer è rimasta, nonostante tutto, salda alle sue radici; abbiamo ancora una personalità egoista, malvagia e senza scrupoli, enfatizzata al massimo in alcune particolari scene, come quella del suo ritorno dopo essere stato convocato dal protagonista. Il dispiacere più grande è sicuramente quello di aver potuto godere della sua presenza solo per pochi istanti nel corso del torneo finale, nonostante il gap sia stato colmato da un epico finale che lo ha visto combattere proprio al fianco di Goku.

La domanda da porsi ora è: che fine farà Dragon Ball? Un nuovo arco narrativo è giunto al termine e un nuovo film è già sull’orizzonte. Tuttavia, questo potrebbe non essere tutto ciò che il brand ha ancora da offrire. Il titolo dell’ultimo episodio fa un chiaro riferimento a un ritorno di Goku, evento assolutamente probabile dal momento che, ricordiamo, ben quattro universi sono stati tagliati fuori da questa nuova storia e la possibilità di vederli ripresi in seguito tocca quasi la certezza assoluta. Ciò che resta da fare ora è semplicemente attendere, nella speranza che un nuovo capitolo della storia possa aprirsi con idee nuove, ulteriori ritorni e una trama avvincente, così da permettere a tutti i fan, per l’ultima volta, di alzare fiduciosi le mani verso il cielo.

Davide Di Tolla
Giocatore fin dalla tenera età, mi sono avvicinato a questa passione tramite il tanto amato Game Boy, che mi ha fatto scoprire un mondo totalmente nuovo ed inesplorato, quello fantastico dei videogiochi. Ad oggi, studio e lavoro in un ambiente che spero mi consenta, un giorno, di affermarmi come membro del settore.

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