Dragon Ball Sparking! Zero, Recensione: quando la nostalgia non è tutto

La serie di Dragon Ball Budokai Tenkaichi torna sul mercato dopo oltre 15 anni di assenza: scopri nella nostra recensione se Dragon Ball Sparking! Zero ha saputo tener fede alle alte aspettative

Sara Pandolfi
Di Sara Pandolfi - Editor Recensioni Lettura da 14 minuti
Dragon Ball Sparking! Zero
8.7 Ottimo
Dragon Ball Sparking! Zero

Certi grandi amori non finiscono… magari muoiono, ma vengono resuscitati con le Sfere del Drago e ritornano: è questo il caso della serie di Dragon Ball Budokai Tenkaichi, in assoluto la trasposizione videoludica del capolavoro di Akira Toriyama più amata dal pubblico.

In seguito alla pubblicazione del terzo capitolo della serie, avvenuta nel 2007, abbiamo dovuto attendere la bellezza di 17 anni per mettere mano sul quarto capitolo che, per assonanza con il pubblico nipponico, perde il nome “Budokai Tenkaichi” per assumere quello di “Sparking!”.

Quello di Dragon Ball Sparking! Zero è uno di quei ritorni che, fino a qualche mese fa, avremmo potuto solo sognare: in 17 anni tanti sono i personaggi, le storie e le innovazioni, sia interne che esterne al mondo disegnato dal compianto mangaka, che il titolo aveva la responsabilità di riproporre senza rinunciare al suo inimitabile stile. Missione compiuta? Scopriamolo nella nostra recensione, basata sulla versione PS5 del titolo.

Un’enciclopedia della serie di Dragon Ball

Iniziamo parlando di uno degli aspetti che più ha interessato i fan nel corso dei mesi che hanno preceduto il lancio del gioco: il roster. 182 i personaggi presenti (trasformazioni incluse) nel gioco base, tenendo ovviamente conto del fatto che, come annunciato dagli stessi sviluppatori, sono previsti dei DLC.

Ogni personaggio ha a disposizione diversi costumi (ottenibili tramite l’esborso della valuta di gioco, gli Zeni, presso il negozio in-game), gode di un suo moveset e, soprattutto, di doppiaggio e dialoghi (con tanto di vere e proprie “combo di interazioni” tra alcuni personaggi) strettamente personalizzati.

Intendiamoci: riportare in un roster, seppur ambizioso e imponente come questo, tutti i personaggi immaginati da Akira Toriyama in 40 anni di avventure era di fatto un’impresa impossibile e, per questo motivo, la scelta di selezione da parte del team di sviluppo ha portato a non pochi, necessari, tagli.

In conclusione, ci sentiamo di affermare che il roster di gioco, suo grandissimo cavallo di battaglia, rispetta le aspettative del pubblico realista: l’augurio è che i DLC possano colmare alcune piccole lacune, ma già al lancio ci troviamo di fronte ad una possibilità di scelta profonda e soprattutto approfondita che non può che fare la gioia degli appassionati.

Dragon Ball Sparking! Zero

Sul campo di battaglia!

Aperta e chiusa questa doverosa parentesi, concentriamoci ora sulle diverse modalità di gioco offerte.

Modalità battaglia

La modalità di base per eccellenza della serie permette al giocatore di sfidare la CPU, di far combattere tra loro due personaggi controllati dal gioco, di sfidare un amico in una battaglia 1v1 in multiplayer locale, e offre inoltre la possibilità di combattere online con amici e sconosciuti.

In tutti i casi, ci troviamo di fronte ad un pacchetto confezionato in maniera semplice ma efficace: ad eccezione della modalità con due giocatori in locale (che limita alla sola Stanza dello Spirito e del Tempo le arene selezionabili) ci troviamo di fronte ad una discreta varietà di scenari selezionabili, che ricalcano alcune delle ambientazioni più note della serie, ma lasciano anche grandi buchi neri, decisamente più grandi di quelli nel roster, che ci auguriamo vengano colmati col futuro rilascio di DLC.

La selezione del personaggio avviene all’interno di un menù semplice (fin troppo a livello visivo) ma che ha un grandissimo vantaggio dalla sua: la rapidità. Una volta selezionato il nostro combattente, infatti, lo scontro inizierà praticamente nell’immediato.

Dragon Ball Sparking! Zero

Le battaglie risultano essere completamente personalizzabili: a partire dalla scelta dello scenario e delle musiche, fino al tempo di gioco o ad altre interessanti regole che possono considerevolmente aumentare il livello di sfida.

Un’importante novità che riguarda lo svolgimento degli incontri in sé, è il nuovo quadro (semplificato) per l’effettuazione di attacchi speciali e trasformazioni: tramite l’utilizzo combinato di alcuni pulsanti sarà possibile attuare questi schemi in maniera estremamente rapida e semplice. Ovviamente, sono disponibili anche opzioni che permettono al giocatore di fare uso del più complesso schema “vecchio stile”.

In ogni caso, non pensate che il sistema di base sia stato semplificato ulteriormente: come da tradizione per la serie di Budokai Tekaichi, le combo e i giochi di abilità pad alla mano continuano ad essere all’ordine del giorno e, grazie a features quali l’Allenamento e la Galleria, possono essere approfonditi in maniera minuziosa dai più interessati.

Le battaglie hanno luogo, grazie a tali migliorie, in maniera estremamente rapida e fluida: giocare a Dragon Ball Sparking! Zero regala le stesse soddisfazioni dei predecessori, con l’aggiunta di tante piccole chicche (come lo scouter e l’Ultra Istinto) che rendono più profondo (ma mai inutilmente complesso) il gameplay.

Una pecca va, però, necessariamente segnalata: la telecamera non si muove in modo ottimale e, delle volte, finisce per nascondersi in angoli scomodi al giocatore, generando momenti di discreta confusione (e un pizzico di irritazione).

Modalità Torneo

La modalità Torneo, insieme alla precedentemente citata modalità Battaglia, è certamente tra le più iconiche della serie di Budokai Tenkaichi: all’interno di questa modalità possiamo giocare in uno dei vari tornei proposti dal gioco, con regole preimpostate, o anche creare noi stessi un torneo con le nostre regole.

Si tratta di una modalità certamente utile al fine di completare le missioni in-game, oltre che necessaria per ottenere alcuni personaggi da sbloccare: nonostante l’introduzione di tante novità, insomma, la modalità Torneo riesce a rimanere centrale anche in questo capitolo della serie.

Trattandosi a tutti gli effetti di una serie di battaglie fino alla vittoria del torneo, non ci focalizziamo specificatamente su questa modalità, se non per fare un’osservazione purtroppo necessaria per quanto riguarda il discorso delle IA degli avversari CPU.

All’interno di quei tornei che prevedono la sconfitta nel caso in cui il proprio personaggio cadesse al di fuori di un ring perimetrato, osserviamo come, spesso, i nemici a difficoltà selezionata “normale” tendano ad auto-eliminarsi nel giro di una manciata di secondi.

Si tratta, con alta probabilità, di un problema che verrà risolto da future patch ma, attualmente, porta a galla due verità: la prima, come potrete immaginare, riguarda il fatto che tale problematica renda poco giocabile una buona fetta della modalità Torneo; in secondo luogo, tale situazione ci fa assumere un occhio ancora più critico nei confronti dell’IA generale della CPU, che pur non toccando in nessun’altra modalità questi picchi, non possiamo considerare generalmente molto alta.

Battaglia personalizzata

Una delle maggiori novità introdotte nella serie: la modalità Battaglia Personalizzata permette ai giocatori di creare (in maniera più o meno approfondita) degli scontri del tutto inediti, con tanto di schermata di apertura “stile episodio”, dialoghi personalizzabili e condizioni di battaglia speciali.

Inoltre, tramite questa modalità è possibile accedere ad un vasto bacino di battaglie create ad hoc dagli sviluppatori e dagli utenti in tutto il mondo, che possono caricare le proprie creazioni rendendole accessibili a tutti.

Questa modalità nasce come una new entry decisamente interessante che può stuzzicare l’immaginazione dei più creativi che, purtroppo, si scontrano subito con la sua evidente limitatezza.

Possiamo personalizzare le condizioni di battaglia, l’alternarsi di combattenti dell’una o dell’altra sponda, colonne sonora, ambientazioni ed elementi testuali: proprio qui, però, emerge un ridottissimo numero di possibilità di scelta, caratterizzato dal fatto che non potremo creare da 0 i nostri titoli né dialoghi, ma dovremo riempire con parole selezionabili all’interno di una specifica lista delle frasi pre-impostate.

Aggiungiamo a ciò il fatto che, nella creazione della nostra storia, le opzioni di selezione e modifica risultano essere piuttosto macchinose e non sempre funzionali: in conclusione, possiamo quindi affermare che tale modalità nasce con le migliori intenzioni, ma la sua realizzazione pratica fa sì che questa, in sostanza, lasci il tempo che trova, venendo rapidamente messa in secondo piano dopo i primi tentativi di sperimentazione.


Modalità Storia

Passiamo ora ad una delle modalità che, al suo annuncio, ha destato maggiore stupore tra i fan: la modalità Storia. Questa permette al giocatore di impersonare i più importanti personaggi della serie in una serie di combattimenti iconici del manga e dell’anime.

Tra gli 8 personaggi che fanno parte di questa modalità, ovviamente, ce ne sono alcuni che hanno un numero di battaglie completabili molto più alto di altri: basti pensare che rientrano nella lista sia Goku che Jiren.

Il rischio, insomma, era quello di ritrovarsi davanti ad una modalità Storia ridotta all’osso o, comunque, meno curata di quella presente nei capitoli precedenti. Abbiamo una buona notizia per voi però, perché le cose non sono andate esattamente così.

La modalità presenta un’interessante impostazione narrativa: con scelte di design semplici ma divertenti, i combattimenti si alternano a cutscenes strutturate come vere e proprie pagine di un manga in movimento veramente belle da vedere.

I combattimenti presenti, soprattutto per quanto riguarda i personaggi più “longevi”, sono tutt’altro che pochi e, in generale, la modalità riesce ad intrattenerci per diverse ore, giovando non poco alla longevità del titolo che, grazie all’inserimento delle battaglie classificate e delle modalità “sempreverdi” come il torneo e la battaglia, è pressoché incalcolabile.

Reputiamo quindi questa modalità un importante tassello del grande puzzle di contenuti del titolo che, nonostante le aspettative iniziali, riesce ad appassionare i giocatori con un approccio semplice ma coinvolgente.

Un assetto tecnico… over 9000!

Il punto forte di Dragon Ball Sparking! Zero è, senza alcun dubbio, il suo assetto tecnico e artistico: lasciando da parte la questione delle colonne sonore, che strizzano l’occhio a vecchi e nuovi fan diventando di fatto una battaglia impossibile da perdere, ci concentriamo invece sugli altri, interessanti, aspetti.

La resa dei personaggi giocabili sul campo di battaglia ci ha convinto sotto ogni punto di vista: animazioni ben riuscite, scelta di ombre e colori eccezionale, resa delle cutscenes pre-combattimento, di trasformazione e di utilizzo degli attacchi speciali semplicemente pazzesche. Non vi nascondiamo che, in più di un’occasione, capire se ci si trova davanti ad un anime di alto livello o ad un videogioco non è cosa facile.

Tale profondità e attenzione al dettaglio emerge però più a fatica per quanto riguarda la resa delle ambientazioni. Intendiamoci: siamo davanti a strutture di alta qualità, con buone scelte di luci, ombre e colori, ma con una struttura particolarmente semplice sia nella disposizione sia nella scelta dei pattern.

Un ulteriore dettaglio che non va certamente tralasciato è certamente la fluidità del gioco: i caricamenti sono ridotti al minimo e, soprattutto, non sono attualmente presenti problemi importanti in merito al frame-rate, alla velocità di gioco e tantomeno input-lag.

Iniziare una battaglia richiederà letteralmente una manciata di secondi: una volta selezionato il nostro personaggio, la telecamera porrà immediatamente di fronte a noi il nostro avversario e avrà inizio la cutscene introduttiva dell’incontro.

Questo, ovviamente, significa dover rinunciare ai simpatici e iconici mini-giochi in fase di caricamento tanto amati dai fan della serie, ma è un prezzo che siamo certamente disposti a pagare pur di godere di tale rapidità e fluidità veramente degne di una console di attuale generazione.

Osservazioni in conclusione

Facciamo, in conclusione, specifiche osservazioni in merito ad aspetti secondari (ma comunque importanti ai fini della nostra valutazione) del titolo. Riferendoci in particolare alla versione PS5 del gioco, osserviamo un buon coinvolgimento delle funzioni del Dualsense, sia per quanto riguarda la vibrazione sia i grilletti adattivi.

I Trofei, che sono ben 50 invogliano il giocatore a provare ed approfondire tutte le modalità di gioco: il loro completamento, inoltre, è supportato dalla funzione delle missioni in-game. Ottenere il Platino vi richiederà non poche ore e, soprattutto, tanta abilità e pazienza.

Dragon Ball Sparking! Zero
Dragon Ball Sparking! Zero
Ottimo 8.7
Voto: 8.7
Condividi l'articolo
Di Sara Pandolfi Editor
Nata e cresciuta videoludicamente sotto il segno della triforza, grande appassionata di videogiochi a 360°, ma con un nostalgico occhio di riguardo alle creazioni della grande N.