Donkey Kong cambia design: ecco il perchè del nuovo look

Il leggendario creatore di Donkey Kong rivela i motivi dietro al nuovo volto del personaggio, pensato per essere più espressivo.

Ilaria Petralia
News
Lettura da 2 minuti

Donkey Kong è da decenni uno dei volti più noti della scuderia Nintendo, secondo solo a giganti come Mario e Link. Ma quest’anno il gorilla più famoso del mondo ha subito un restyling che ha fatto storcere il naso a molti fan. Sopracciglia meno marcate, espressione più rilassata e un’aria decisamente meno imbronciata: un cambiamento non da poco per un personaggio amato proprio per il suo look da duro.

A spiegare le motivazioni dietro a questa svolta estetica ci ha pensato direttamente Shigeru Miyamoto, storico designer e direttore creativo di Nintendo, in una recente intervista concessa a IGN. La domanda era chiara: com’è stato vedere Donkey Kong crescere ed evolversi nel tempo?

Il vecchio design di Donkey Kong in Donkey Kong Country: Tropical Freeze

La risposta di Miyamoto getta luce su anni di lavoro dietro le quinte. Tutto è iniziato con “Donkey Kong: Jungle Beat”, sviluppato insieme al team di Super Mario 3D: «Con le tecnologie dell’epoca siamo riusciti a rendere Donkey Kong più espressivo,» ha raccontato. «Siamo tornati a riflettere sul design originario realizzato da Rare, chiedendoci come renderlo ancora più espressivo.»

La svolta è arrivata anche in vista della partecipazione del personaggio nel film d’animazione dedicato all’universo Nintendo. «Per il film, abbiamo deciso di andare avanti con questo Donkey Kong di nuova generazione», ha concluso Miyamoto.

In poche parole, il nuovo volto di Donkey Kong nasce dalla volontà di renderlo più espressivo, più umano, più… cinematografico. E anche se all’inizio può lasciare perplessi, basta dare un’occhiata alle ultime immagini di Donkey Kong Bananza per vedere un DK capace di un’ampia gamma di espressioni: dal serio al divertito, passando per lo stupito. Un cambiamento pensato per raccontare meglio le sue emozioni – e forse, per prepararci a nuove storie tutte da vivere.

Condividi l'articolo