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L’arte di Dishonored 2 si mostra al Vigamus con Sébastien Mitton

Per celebrare l’imminente l’uscita di Dishonored 2, è stata organizzata al Vigamus, il Museo del Videogioco di Roma, una mostra che durerà più di un mese intitolata “L’arte di Dishonored 2”. La mostra è partita sabato 22 ottobre e sarà disponibile al pubblico fino a mercoledì 30 novembre. Per aprire in bellezza l’evento, è stata programmata una conferenza Skype con Sébastien Mitton, Art Director di Arkane Studios. Noi di Game Legends abbiamo partecipato all’evento, durante il quale il celebre Mitton ci ha mostrato una selezione di splendidi artwork, ma anche piccoli stralci di video, e bozzetti del making of. Con questo materiale abbiamo avuto modo di osservare più da vicino le location ed i personaggi creati da Mitton e il suo team, e alla fine della conferenza è stato disponibile per un Q&A durante il quale ha risposto ad alcune domande proposte dal pubblico presente, tra cui ovviamente noi!

sebastien mittonMitton ha parlato delle sue principali fonti di ispirazione, ovvero l’arte francese e i vari movimenti che la costituiscono (impressionismo); l’art director ci ha infatti mostrato alcuni quadri, spiegandoci il modo in cui essi lo hanno “guidato”. In particolare è stato ispirato da un quadro creato da Jean-Fugène Buland, un pittore francese di fine ‘800, intitolato “La Roulette”. Tramite esso, Mitton è stato in grado di ottenere più informazioni riguardo la società che avrebbe dovuto mettere in scena nel videogioco. Dopo averci mostrato altri quadri, ha menzionato alcune città nello specifico che gli hanno dato la giusta ispirazione per poter creare le location che avremo modo di visitare ed esplorare in Dishonored 2. Tra le altre cose ci ha mostrato anche uno sneak peek di alcune location presenti nel titolo ed ispirate a luoghi esistenti, come ad esempio Barcellona ed altri panorami tipici del Mediterraneo.

dishonored 2 9Mitton ci ha inoltre mostrato alcune slide che ritraevano una donna alle prese con la creazione dei volti dei personaggi sotto forma di statue: queste hanno avuto l’onore di essere esposte al Museo “L’Art Ludique” in Francia, a Parigi, per un periodo di circa sei mesi. Riguardo ciò Mitton ha affermato che è meraviglioso vedere che l’arte di un videogame possa avere la possibilità di finire in un museo, soprattutto se dedicato a questo tema.

Durante la spiegazione ci ha mostrato altre immagini nelle quali possiamo notare la netta differenza tra il giorno e la notte in Dishonored 2, sia negli effetti di luce e nell’atmosfera, ma anche nel comportamento delle persone. Le stanze e gli interni che ci ha proposto sono pieni di particolari, e caratterizzati anch’essi da punti luce del tutto realistici. Mitton ha affermato anche che durante la creazione dei vari oggetti presenti nel titolo, lui e il suo team curano molti i dettagli, come se dovessero realmente produrre quell’oggetto specifico: si impegnano infatti a limare ogni singolo particolare in modo da farlo sembrare reale. Questo ha una determinante importanza anche nella creazione fisica dei personaggi: Mitton presta molta attenzione all’anatomia e al genere di abbigliamento dei suoi personaggi, che dipenderà anche dalla loro mansione e posizione sociale (le mani di un carpentiere, ad esempio, saranno sporche e callose).

Dishonored 2Ovviamente alcuni dettagli sono emersi anche riguardo l’invecchiamento dei personaggi, e di come sono stati riproposti dal primo al secondo titolo. In particolar modo si è soffermato su Emily, e su come il suo viso sia stato modificato e “maturato”  mantenendo la dolcezza dei lineamenti che aveva da bambina, facendo sbocciare un’avvenente donna modificando passo passo il suo ritratto. Dopo aver parlato delle sue fonti di ispirazione ed averci mostrato la creazione base dei personaggi, ecco che Mitton ci introduce a qualche chicca del titolo. Dishonored 2 avrà una particolarità: saremo in possesso di un oggetto capace di farci vedere le location come erano prima e come sono nel presente, una sorta di switch istantaneo che porteremo sempre con noi. La parte splendida di tutto ciò è che saranno entrambi presenti contemporaneamente su schermo, e sia la qualità, sia l’effetto creato, sono magnifici. Ci ha spiegato che il lavoro per realizzare tutto ciò, ed in modo che funzioni alla perfezione è stato arduo, commentando così:

Se hai per le mani un’idea davvero geniale, ma poi ti rendi conto che è troppo facile da realizzare… probabilmente questa non è geniale come ti aspettavi.

Menzionando il lato tecnico, ha affermato che grazie all’utilizzo del nuovo motore grafico, il lavoro è stato decisamente migliore, e questo probabilmente ha reso anche più facile il passaggio di testimone tra console old gen e current gen.

Dishonored 2Finita la presentazione è finalmente cominciato il Q&A in cui le persone presenti nella sala hanno potuto fare qualche domanda al nostro Sébastien Mitton. Queste hanno toccato molti temi interessanti, partendo dalla domanda di rito riguardo le varie fonti di ispirazione, alle curiosità interne allo studio, fino ad arrivare alla nostra domanda, riguardante una sfaccettatura non ancora trattata. Considerata la sua passione verso l’arte francese, abbiamo pensato di chiedergli se ci fosse anche qualche scrittore in particolare tra le sue fonti di ispirazione artistica, per poi riversare il tutto nella creazione del titolo. Mitton ha spiegato di essere stato ispirato da scrittori ma anche da registi, in particolare dai film e i libri di vecchia generazione; tra le persone da lui citate troviamo il famoso Ernest Hemingway, scrittore e giornalista statunitense, il regista e sceneggiatore David Lynch e, per concludere, Mitton ha ammesso di amare ed ammirare molto un particolare scrittore francese, ovvero Albert Camus. L’art director adora il modo in cui lo scrittore francese riesce a descrivere i paesaggi; essi sono quasi sempre tetri e oscuri, ma celano numerosi significati e inoltre sono in grado di plasmarsi alla perfezione con la storia che sta raccontando, tragica o “assurda” che sia, con i suoi personaggi che hanno caratteristiche che li rendono unici e particolari.

Dopo aver salutato il nostro artista, abbiamo concluso la giornata ammirando immagine dopo immagine tutto lo spazio del museo dedicato al titolo, con curiosità e dettagli annessi sotto forma testuale. Invitiamo caldamente tutti gli appassionati di arte e di videogiochi di fare un salto al Vigamus per poter ammirare tali opere!

Veronica "Ronnie" Lorenzini
"When a door closes, a window opens. Or something like that."

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