Sapete cosa ci ha spinti a continuare a giocare a Destiny 2, dopo così tanti anni dal lancio? Semplicemente, sono i ricordi. Il modo in cui alcuni momenti della lunga storia di Destiny sono riusciti a diventare indimenticabili, a tatuarsi all’interno della nostra testa e del nostro cuore, è a dir poco memorabile. Dal viaggio del Guardiano nella Guerra Rossa al primo punto di ritrovo tra i giocatori, nella fattoria, alla morte di Cayde, fino ad arrivare alla passeggiata cosmica della Cripta di Pietrafonda e, oggi, allo scontro finale contro il Testimone.
Per definire Destiny 2 La Forma Ultima potrebbe bastare la prefazione di questa recensione. Si tratta di un viaggio tra i ricordi, tra il metaforico e il letterale, tra ciò che rappresentare il bene, la fede, la speranza, e quello che nasconde il male, le tentazioni, la paura. Se da una parte Bungie aveva leggermente abbassato l’asticella delle aspettative, con un’espansione – qual era l’Eclissi – che lasciava troppo a desiderare, da un’altra il team di Seattle ci ha ricordato cosa rappresenta Destiny 2.
La Forma Ultima è la massima espressione delle capacità creative di Bungie, definendo uno dei picchi più alti mai raggiunti dal titolo sotto quasi ogni punto di vista. Primo tra questi, com’è giusto che sia, il comparto narrativo che si rifà costantemente al concetto di ricordi. Per quanto la trama si ricollega in modo diretto a L’Eclissi e alle ultime stagioni, definendo come i Guardiani entreranno all’interno del Viaggiatore, l’esperienza rischia costantemente di presentarsi poco comprensibile a chi non comprendeva pienamente la trama dell’universo di Destiny.
Tuttavia, per la prima volta nella storia delle espansioni, Bungie ha finalmente deciso di smettere di raccontare le vicende in modo passivo. Infatti, tutti gli eventi principali avvengono linearmente durante la campagna. Non solo, Destiny 2 La Forma Ultima riesce a definire momenti chiave in modo netto e distinto, fornendo progressivamente tutti gli elementi necessari ad arricchire la trama. Ciò che abbiamo apprezzato maggiormente, tuttavia, è il fatto che la storia è raccontata on-the-road, scelta che ha aiutato Bungie a mostrare progressivamente ogni angolo della nuova destinazione, arricchendo le vicende con scenari sempre differenti.
Lo scontro tra coraggio e codardia
La Forma Ultima, tuttavia, rimane un viaggio nei ricordi, e nel cuore di essi ci sono nientemeno che i volti che hanno formato questi dieci anni di Destiny. Sin dai primissimi momenti di gioco possiamo sentire il peso del compito che viene posto sulle spalle dei Guardiani. Zavala in primis, sempre stato un punto fermo e coraggioso pilastro dell’Avanguardia, si mostra titubante nella riuscita di quest’ultima missione, quasi spaventato dinanzi la potenza del Testimone. Sarà proprio lui uno dei protagonisti indiscussi della storia, vivendo durante La Forma Ultima il suo punto più basso.
Siamo rimasti piacevolmente sorpresi nel vedere come Bungie, in particolar modo con Zavala, ha valuto spingersi oltre, talvolta stravolgendo completamente ciò in cui il capo dell’Avanguardia crede, e come si comporta con i suoi stessi alleati. In modo analogo, anche altri personaggi dimostrano grandi cambiamenti caratteriali di fronte una minaccia così tanto più grande di loro, come se ognuno si trovasse di fronte una fine quasi certa.
Tra questi, con grande stupore, possiamo citare anche il nostro stesso Spettro, che inizia a porsi serie domande sulla sua esistenza e il suo scopo nell’universo. Egli è però tra i pochi che trova subito delle risposte, combattendo insieme al Guardiano, e prende delle decisioni che lo porteranno letteralmente a consumarsi nel tempo. Discorso analogo per Cayde-6, il più atteso ritorno nella storia di Destiny, che si presenta però così come lo avevamo lasciato: scherzoso, divertente ma anche molto potente e, come sempre, un preziosissimo alleato.
Cayde giocherà un ruolo fondamentale nel combattimento contro il Testimone, nonché in quella che è la crescita definitiva del personaggio del Corvo. Colui che si è macchiato dell’omicidio di Cayde stesso finisce per diventare un suo grande amico. Non lo nascondiamo: abbiamo amato il rapporto che si è creato tra i due, con la serietà del Corvo che si va a scontrare costantemente con l’ironia di Cayde, ottenendo come risultato momenti a dir poco memorabili.
Ci è dispiaciuto, al contrario, vedere come altri volti, come Ikora o lo stesso Testimone, non siano stati particolarmente approfonditi per quanto anch’essi riescano, seppur raramente, a ritagliarsi degli spazi nella narrazione de La Forma Ultima. È innegabile come l’attenzione venga riposta maggiormente in personaggi come Zavala o Cayde, che diventano anche protagonisti di sequenze in CGI tra le migliori mai viste nella storia della saga.
Persi nei ricordi. Guidati dalla Luce.
Nel parlare di elementi di forza dell’espansione, non possiamo che citare il Cuore Pallido, la nuova destinazione. Già considerando il fatto che si tratta dell’interno del Viaggiatore stesso, che da sempre è rimasto uno dei più grandi misteri della lore di Destiny, capiamo quanto le premesse abbiano stuzzicato il palato degli amanti della saga. Tuttavia, è ciò che troviamo dentro di esso a rappresentare la più grande sorpresa e meraviglia: l’entità cosmica racchiude nientemeno che una rappresentazione dei ricordi dei Guardiani, concretizzando di conseguenza un decennio di storia con tutti i suoi relativi scenari.
Questo concetto si sposa alla perfezione con la necessità narrativa di presentare La Forma Ultima come un omaggio a ciò che è stato Destiny 2 in tutti questi anni, nonché con la realizzazione della campagna come un vero e proprio viaggio. Di fatti, ogni angolo della destinazione trasuda nostalgia e profonde sensazioni di deja-vu. Ciò non significa che Bungie abbia riutilizzato asset, in quanto sono pochi i luoghi che fanno un reale ritorno.
La varietà scenica fa così da protagonista, offrendo ai veterani luoghi che rievocano ricordi senza alterarli, mentre ai neofiti viene messa davanti agli occhi la capacità del team di Seattle di offrire veri e propri spettacoli per gli occhi che, come sempre, arricchiscono l’esperienza. Ad arricchire il viaggio dentro il Cuore Pallido c’è poi la colonna sonora che, sebbene di altissima qualità, fatica nel mantenere alti gli standard della serie con brani che sono davvero memorabili. Non possiamo che ricordare la soundtrack de I Rinnegati con le sue fantastiche canzoni che, purtroppo, non sono mai più state raggiunte finora in termini di epicità.
Una campagna memorabile, ma insicura sul gameplay
Aprendo una parentesi sull’impianto ludico, va detto che il gameplay dell’espansione presenta una serie di elementi che meritano un’analisi approfondita. Da una parte, non possiamo non portare alla luce una certa monotonia nelle missioni della campagna, che troppe volte richiedono task di raccolta e consegna di oggetti oppure l’utilizzo di uno scudo che viene utilizzato più volte per abbattere i boss. Questo tipo di missioni, pur essendo un pilastro familiare della serie, è vero, rischiano troppo spesso di diventare ripetitive, appiattendo l’intensità narrativa in alcuni momenti cruciali della trama.
Tuttavia, Bungie ha saputo compensare questa criticità introducendo numerosi puzzle che richiamano le dinamiche tipiche dei raid, aggiungendo una sfida interessante e gratificante anche in giocatore singolo. Questi enigmi, sebbene anch’essi possano diventare ripetitivi nel lungo periodo, alla fine dei conti arricchiscono il gameplay e offrono una pausa dalla monotonia delle missioni standard. La presenza di questi elementi puzzle nelle missioni permette ai giocatori di sperimentare un’esperienza più variegata, mantenendo alto l’interesse e la motivazione nel proseguire la campagna.
Tra le grandi novità, non possiamo non citare l’introduzione della nuova fazione dei Terrori. Questi nemici apportano nuove dinamiche di combattimento, aggiungendo un ulteriore livello di difficoltà e strategia che i giocatori devono affrontare. Va però detto che si poteva fare qualcosa di più per differenziare questi avversari da quelli già esistenti, perché da una parte è vero che ci sono delle introduzioni che alterano in modo significativo l’approccio al combattimento, ma da un’altra possiamo trovare avversari che ricordano fin troppo alcuni conosciuti, risultando meno impressionanti di quanto ci si aspettasse.
Questo rende la loro presenza meno significativa in termini di innovazione del gameplay. Tuttavia, i nuovi nemici offrono comunque una sfida interessante, soprattutto nelle nuove attività e nel raid, dove la loro presenza si fa sentire maggiormente e aggiunge un elemento di novità e complessità che i giocatori veterani apprezzeranno sicuramente. La combinazione di nuove dinamiche di combattimento e l’introduzione di nemici inediti contribuisce a mantenere l’esperienza di gioco fresca e coinvolgente.
L’ultimo dono dal Viaggiatore
Una delle novità più interessanti di La Forma Ultima è senza dubbio la volontà di regalare a Destiny 2 una nuova – conclusiva – sottoclasse. Parliamo ovviamente della Prismatica, che introduce la possibilità di combinare granate e abilità di Luce e Oscurità, creando un’esperienza di gameplay ancora più unica ed estremamente personalizzabile. L’innovazione, che non era per nulla scontata di fronte così tante novità aggiunte all’espansione, ha comportato una maggiore creatività nei build dei Guardiani, permettendo ai giocatori di sperimentare nuove combinazioni di abilità che arricchiscono ulteriormente il gameplay.
La capacità di unire abilità di diverse sottoclassi offre, di fatti, nuove opportunità strategiche e di combattimento, rendendo l’esperienza complessiva più coinvolgente e dinamica. Questa flessibilità permette ai giocatori di adattare le loro strategie e tattiche in base alle situazioni di gioco, aumentando così il livello di profondità e complessità del gameplay. Ammettiamo che inizialmente abbiamo faticato a comprendere appieno alcune dinamiche, specialmente per quanto riguarda il combattimento nudo e crudo. Questo probabilmente perché non ci troveremo subito con tutte le granate e abilità del caso, bensì dovremo sbloccarle progredendo all’interno della campagna e nella fase di endgame.
Tuttavia, lasciandosi andare alla bellezza della sperimentazione si riesce subito a familiarizzare con la nuova sottoclasse. Ciò che ci è piaciuto di più è che la presenza di nemici il cui scudo richiede l’attacco con la sottoclasse attiva e la necessità di utilizzare consapevolmente sia le abilità di Luce che di Oscurità costringe passivamente il giocatore a provare build sempre differenti, al fine di raggiungere un connubio tra potenza e familiarità. Menzione d’onore per l’ulteriore punto di forza dell’espansione che è rappresentato proprio dalle nuove armi. Bungie, come sempre, ha fatto un eccellente lavoro nel design dell’arsenale inedito, offrendone uno senza dubbio vario e interessante, specialmente per quanto riguarda le esotiche.
A lasciarci con un sorriso stampato in volto è stato anche vedere come la community ha collaborato per chiudere la saga di Luce e Oscurità all’interno delle nuove attività e del raid. La nuova attività a 12 giocatori introduce dinamiche sicuramente interessanti, senza mai davvero sbilanciarsi più del dovuto, ma comunque riuscendo ad offrire ai giocatori una sfida unica e coinvolgente. Il raid, in particolar modo, è stato immediatamente considerato come uno dei migliori mai realizzati da Bungie, grazie ad una complessità peculiare nelle meccaniche e una varietà di nuove dinamiche di combattimento che richiedono strategia e costante cooperazione.
Il finale che meritiamo
Questi elementi contribuiscono così a rendere La Forma Ultima un degno epilogo per Destiny 2, offrendo ai giocatori veterani e ai nuovi arrivati un’esperienza sostanziosa e sempre pronta a mettere alla prova le capacità dell’utente. Le nuove attività aggiungono varietà e profondità al gameplay, mantenendo alto l’interesse dei giocatori nel tempo. La combinazione di nuove sfide, dinamiche e contenuti aggiuntivi fa sì che La Forma Ultima rappresenti un’esperienza completa e coinvolgente, capace di mantenere vivo l’interesse dei giocatori come poche altre espansioni hanno fatto finora.
Nel giungere ad una conclusione per la nostra analisi, che inevitabilmente finisce per vestire i panni di una retrospettiva, non possiamo che guardarci alle spalle e osservare il nostro presente. Il Cuore Pallido, Cayde e il Corvo, il Testimone, la Luce e l’Oscurità. Siamo felici di poter dire che, a nostro avviso, La Forma Ultima non è soltanto l’ennesimo contenuto aggiuntivo di un live-service. Abbiamo davanti il coronamento di un viaggio, quello di Bungie, fatto di momenti bassi così come di picchi elevatissimi che ci ricordano che stiamo parlando di uno dei team di sviluppo più importanti del medium.
Quello stesso viaggio giunge oggi a un termine, guardando al futuro con degli occhi molto differenti ma senza dubbio familiari. In questo momento non importa quale strada prenderà Destiny 2, o come si svilupperanno gli Echi. I giocatori stanno celebrando una vittoria che attendevano da molto tempo (e non stiamo parlando del Testimone). Ciò che conta è che con La Forma Ultima, Bungie ha dimostrato di volerci bene, e di essere ancora capace di raccontare storie uniche e meravigliose.