Despelote Recensione, quando il calcio non è solo un gioco

Despelote racconta un'estate particolare per un bambino sempre con il pallone tra i piedi: cos'ha di speciale questo artistico titolo? Ecco la recensione!

Sara Pandolfi
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Sara Pandolfi
Nata e cresciuta videoludicamente sotto il segno della triforza, grande appassionata di videogiochi a 360°, ma con un nostalgico occhio di riguardo alle creazioni della grande...
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Recensioni
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Despelote
8.5 Ottimo
Despelote

2001, Ecuador: lo stato sudamericano vive importanti disordini a livello sociale, politico e… calcistico! Proprio nella calda estate di inizio millennio, infatti, la nazionale di calcio maggiore è ad un passo dal compiere un vero e proprio miracolo sportivo: qualificarsi ai mondiali per la prima volta nella sua storia. Il cammino della nazionale verso il compimento del più grande dei suoi sogni non viene però visto dagli occhi di un calciatore, ma da quelli del tifoso più accorato e appassionato che ci sia: un bambino. Despelote è un racconto interattivo dove il pallone è un pianeta, e il resto dell’universo narrato è un lisergico e nostalgico insieme di satelliti: d’altronde, non è difficile nemmeno per noi, che stiamo dall’altra parte del mondo, entrare in sintonia con un ragazzino che passa l’estate con il pallone perennemente attaccato ai piedi, no?

Il racconto di Despelote, sviluppato dagli ecuadoriani Julián Cordero e Sebastian Valbuena ed edito dallo Studio Panic – nonché finanziato attivamente dal ministero della cultura dell’Ecuador – è uno scorcio semi-autobiografico tra le strade della capitale sudamericana, e ci apprestiamo a raccontarvelo in tutti i suoi dettagli in questa nostra recensione.

Il romanticismo dell’infanzia

Nel corso della breve avventura, scandita da precise date dell’estate 2001, impersoneremo Julián, un bambino di 8 anni. Come tutti i bambini, specialmente nel periodo di massima potenza della nazionale ecuadoriana, il pallone è una parentesi sempre aperta: ogni minuto dell’intervallo scolastico, ogni momento di libertà tra una commissione e un’altra dei genitori, diventa un momento dove infilare una gara di battimuro o una serie di passaggi, parlando del più e del meno.

Le giornate di Julián scorrono lentamente: a dettare il tempo non è tanto il piccolo orologio da polso del protagonista, quanto più le partite di calcio che vengono trasmesse su tutti i televisori di Quito, una città che si trasforma attraverso il filtro degli occhi del bambino, dando vita ai manifesti e trasformando ogni angolo degli edifici in un possibile terreno di sfida calcistica.

Non possiamo né affermare né negare che ci sia una trama ben definita in Despelote: quello che possiamo affermare certamente è che ci sia un contesto anche storicamente ben delineato, con cutscenes che spiegano ciò che accade intorno a noi giorno per giorno, ma di fatto il piccolo protagonista vive lontano dai movimenti che interessano il mondo dei grandi e, così come accade normalmente per un bambino, vive semplicemente giorno per giorno cogliendo ciò che accade attorno a sé in maniera mai prevedibile e calcolata.

Il ritmo narrativo non è mai insistente ed è realistico e coerente con il pretesto di base: raccontare una storia dagli occhi di chi quella storia la conosce solo in parte, e solo in un dato modo, senza però impedire al giocatore di avere, come un narratore onnisciente, un quadro più completo.

Despelote

Corri e salta dietro a un pallone…

Soffermandoci sul lato del gameplay, non possiamo dimenticare di trovarci di fronte ad una storia interattiva piuttosto limitata: questo, in poche parole, significa che potremo compiere poche azioni in un piccolo spazio di gioco, senza che queste abbiano un’influenza determinante sull’avventura stessa. Gran parte delle azioni riguardano, ovviamente, l’uso del pallone: il controllo palla è confusionario e veloce, ma in senso tutt’altro che negativo.

Riprendere i movimenti di un bambino, che con pochi tocchi non sempre precisi passa il pallone da un piede all’altro e carica dei tiri spesso imprecisi e rocamboleschi, è stato certamente l’obbiettivo degli sviluppatori, che hanno dato vita ad un sistema di gioco che non fa della precisione millimetrica la sua volontà.

Passaggio e tiro si differenziano per il solo caricare o meno il piede prima di calciare, e scordiamoci mirini o indicatori di potenza su schermo: colpisci il pallone, e questo giustamente va dove deve andare. In numerose situazioni ci siamo ritrovati a voler far andare la palla in una precisa direzione per poi renderci conto che, effettivamente, colpire o meno le bottiglie poste impilate sopra un muretto non ci cambierà la vita, perché il sole tramonterà, saluteremo gli altri bambini e tutto ricomincerà solo il giorno dopo.

Sono presenti anche delle piccole interazioni con ciò che ci circonda: il manifesto di un gatto smarrito, un cane da accarezzare, un vaso di fiori… Tutti questi elementi fanno scaturire piccole animazioni che aumentano l’immersione nel mondo di gioco senza mai forzare la loro presenza: saremo noi stessi a doverle andare a ricercare guardandoci semplicemente intorno.

Despelote

Uno stile unico

Ci soffermiamo su uno degli aspetti che più ha fatto sì che Despelote finisse sulla bocca degli appassionati: lo stile artistico. Sul lato grafico, siamo di fronte ad un prodotto originale nella sua semplicità che fa leva, anche in questo caso, sull’offrire al giocatore uno sguardo infantile. Gli sfondi sono vere e proprie fotografie, sfumate come ricordi lontani d’infanzia, mentre le persone sono a fuoco, evidenziate solo nei loro elementi caratteristici e più ricordabili, ma per il resto estremamente semplici, come se disegnate dallo stesso bambino.

Le scelte cromatiche e la contrapposizione tra sfondo ed elementi di interesse, non solo persone, ma anche oggetti con cui interagire, dà vita ad un quadro fatto di elementi superflui ma mai scontati e punti di richiamo dell’attenzione fugaci come un flashback. Anche la colonna sonora trasmette sensazioni da sorriso nostalgico: il rumore della città, la musica trasmessa da una radio o suonata da un musicista di strada colorano e danno vita ai quartieri squadrati, ai muri spogli e ai parchetti popolati da piccioni.

Despelote

Purtroppo però dobbiamo fare una piccola segnalazione in merito alle animazioni: in un’occasione in particolare, abbiamo assistito nel corso di una scena di gioco ad un accavallamento di due personaggi in cammino, portando questi a procedere in maniera piuttosto legnosa e poco piacevole alla vista.

Per quanto riguarda alcuni aspetti secondari, segnaliamo che Despelote è completamente doppiato in lingua originale, con possibilità di testi a schermo in inglese, ma non in italiano. Per quanto riguarda, invece, la questione dei trofei, questi sono presenti ma in bassa quantità e piuttosto ripetitivi: avremmo gradito una maggiore attenzione alla possibilità di esplorare il mondo di gioco.

Despelote
Despelote
Ottimo 8.5
Voto: 8.5
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Nata e cresciuta videoludicamente sotto il segno della triforza, grande appassionata di videogiochi a 360°, ma con un nostalgico occhio di riguardo alle creazioni della grande N.