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Democracy 4 – Recensione, gestiamo il nostro governo

Il quarto capitolo della saga Democracy, targata Positech Games, sta finalmente per fare il suo ingresso sul mercato e diventare quindi disponibile per l’acquisto a tutti gli amanti di titoli simulativo/gestionali. Infatti, Democracy 4, consentirà al pubblico di prendere le redini di un paese, immedesimandosi quindi nei panni di un governatore che dovrà amministrare e gestire tutte le varie leggi, politiche, finanze del caso e diventare il presidente più votato e con più successo riscosso negli ultimi tempi. Infatti il perno principale del gioco sarà appunto il saper amministrare bene (o meno) una legge che ci verrà messa fra le mani e che andrà ad influenzare la decisione di varie fazioni e schieramenti politici.

Al quarto capitolo sono state apportate varie migliorie, non così scontate, in campo grafico; Cliff Harris infatti, sta cercando di tirare fuori il meglio dal proprio titolo, e dalla propria saga, definita “complessa e capace di attirare un discreto seguito grazie a impostazioni particolari“. Il gioco, pertanto, sarà ampiamente analizzato in seguito, sotto ogni aspetto, in modo tale da poter vedere realmente quali cambiamenti hanno giovato a Democracy 4 e quali invece no. Purtroppo, però, la produzione dispone di un tutorial con ancora qualche problema tecnico. Si trattano di semplici messaggi che spiegano quello che il giocatore deve fare per muovere i primi passi in-game, ma non forniscono ampie libertà mentre sono aperti; non evidenziano nemmeno la sezione alla quale si stanno riferendo.

Essere o non essere un politico

Il comparto narrativo del gioco è descrivibile con una sola parola, semplice. L’esperienza videoludica infatti si basa su un grafico e schede informative nonché unici strumenti che il giocatore troverà di fronte a sé. Concettualmente parlando, ogni giocatore che andrà ad approcciarsi a Democracy 4, vestirà il ruolo di un primo ministro che si troverà di fronte a svariate scelte – e non solo – per assicurare la stabilità del governo, aumentare il consenso popolare e innalzare il PIL (prodotto interno lordo) del paese selezionato. La prima scelta che andrà compiuta infatti sarà proprio quella del paese di partenza e la successiva regolazione di tutti quei valori che aumentano o diminuiscono la difficoltà durante la propria partita. Al contrario del comparto narrativo però, le meccaniche di gioco risultano essere un po’ più complesse.

L’esperienza ludica in sé che va a rappresentare il cuore pulsante della produzione, infatti risulta essere ben più complessa e articolata. Sebbene si disponga di un’interfaccia grafica pressoché statica (praticamente 2D), il giocatore si troverà di fronte una specie di “albero delle scelte” formato da nodi che rappresentano, per ogni singola sezione, una determinata gestione governativa. Infatti bisognerà prendere con cautela ogni decisione perché andrà ad influire sui differenti consensi delle varie correnti politiche. Sarà quindi possibile mettere mano all’economia interna, alle leggi sulle armi, all’energia, all’evoluzione tecnologica, alla religione, all’educazione e a moltissimi altri fattori che non sono di certo i meno importanti. Sarà quindi nostra premura decidere se dimostrarci dei vincitori e quindi rischiare il tutto per tutto per ottenere maggiori voti e consensi oppure se basarci su un semplice “passo più lungo della gamba“.

Democracy 4Ogni scelta è infatti formata dai suoi pro e dai suoi contro; dovremo tenere da conto anche questi fattori per evitare il malcontento di alcune fazioni che potrebbero portare a un vero e proprio disastro. Sono molti quindi i dettagli che scendono in campo, dettagli non da poco, che contribuiscono a rendere Democracy 4 sì un gestionale-simulativo ma anche un titolo dal gusto strategico che lascia carta bianca al giocatore, purché sia in grado di mantenere stabile la politica interna di un paese. Insomma, tutto sarà lasciato nelle vostre mani e ogni errore lo dovrete pagare a caro prezzo.

Semplice ma funzionale

Guardando a ciò che è Democracy 4, risulta chiaro come non si stia parlando di un titolo 3D in ultra HD, 4K a 120 fps, quanto piuttosto di un gioco che dispone di un’interfaccia grafica pulita e chiara. Il titolo si basa, come descritto prima, su un albero collegato a dei nodi, ciascuno dei quali rappresenta un aspetto interno del paese da poter gestire e amministrare. Il contrasto che si genera fra i colori è effettivamente molto bello e, confrontandolo con la grafica del precedente capitolo, bisogna ammettere che vi è stato un netto miglioramento del lavoro nel backstage del gioco. Perché è stata definita pressoché statica? Per il semplice fatto che se il cursore non viene spostato su nessun nodo, nella schermata non accade proprio niente (salvo rari casi in cui inizia a lampeggiare un nodo che richiede l’attenzione del giocatore). Qualora spostassimo il cursore su un nodo, noteremo delle frecce entranti e uscenti (dinamiche) che indicano quali fattori influenzino cosa e soprattutto se stanno ricevendo/inviando influenza positiva o negativa. Un comparto tecnico minimale, insomma, ma al contempo efficace per farci capire cosa stia accadendo in-game.

Democracy 4

7.5

Il titolo di microgesione di una vasta gamma di fattori torna con un nuovo e ricco capitolo, Democracy 4. Sarà nostro compito quindi riuscire a trovare il giusto equilibrio fra stato del paese, consenso del popolo e raccolta di voti per poter gestire a meglio tutto ciò che ci verrà offerto. Purtroppo, però, per via di alcuni errori tecnici, il gameplay in alcuni punti non risulta essere pulito e veloce come possa sembrare.

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