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Decorum – Recensione, il nuovo universo firmato Hickman & Huddleston

Gli addetti ai lavori non aspettavano altro. Jonathan Hickman – autore che ha elevato i mutanti della Marvel, tra i tanti suoi successi – insieme all’artista Michael Huddleston inaugurano un nuovo universo nelle pagine di Decorum. Pubblicato da Image Comics e approdato in Italia grazie a SaldaPress, questa nuova fatica fumettistica ha raggiunto subito un discreto successo. C’era da aspettarserlo? Un po’ sì, visto il background delle firme che hanno preso parte al progetto. C’è un “però”, e forse è ancora troppo presto per gioire del tutto, e ve lo spieghiamo prima di entrare nel vivo della recensione: Decorum non è per tutti. Questo non vuol dire però che solo una schiera di eletti possa capire quest’opera o che siano richieste conoscenze particolari per apprezzarne lo spirito e il contenuto.

Gli amanti della fantascienza e nello specifico delle space opera in generale, partono avvantaggiati. Bisogna inoltre avere ben chiaro questo sin dall’inizio: il tono è sperimentale. Cosa si intende però in questo caso? Tra infinite espressioni e vocaboli proprio questo è quello che meglio descrive il progetto? Andiamo a rispondere a queste e altre domande nella recensione dei primi due volumi di Decorum.

La trama

Decorum si apre con uno scontro. Vediamo dei robot – il concept ricorda le spedizioni europee successive alla scoperta dell’America – invadere una popolazione pre-colombiana, su un pianeta lontano. Questo primo scontro anticipa la ricerca di un Uovo che pare contenere importanti segreti, tra i quali l’esistenza stessa dell’universo. A queste si aggiungono le vicende della giovane Neha Nori Sood, corriere a cui viene affidato il compito di consegnare un pacco con estrema urgenza. Ovviamente le cose non vanno mai nel modo più tranquillo, e la ragazza scoprirà un’organizzazione – e scuola – di assassini senza scrupoli. Avete indovinato: diventa anche lei un’assassina.

Queste due macrostorie si incontrano quando alla Sorellanza dell’Uomo viene affidata la ricerca dell’Uovo tanto ambito. E chi troverà questo oggetto scoprendone anche il contenuto? La protagonista, ovviamente. La giovane Neha non ha talenti particolari e non nasce nemmeno con l’ambizione di diventare un’assassina. Lei è duplice vittima: vittima della società (dove ogni giorno è una battaglia per la sopravvivenza) e vittima degli eventi (altre figure scelgono per lei, le cambiano la vita e le danno uno scopo). Chi l’avrebbe mai detto che una persona così poco caratterizzata avrebbe avuto un ruolo così importante nella vicenda?

Si ha l’impressione che Neha sia un po’ una presenza asettica dall’inizio, con poco spessore e lanciata in un’avventura di cui magari avrebbe fatto volentieri a meno. Mancano gli appigli per riuscire a innamorarsi di questo personaggio, per riuscire a tifare davvero per lei. In fondo, tifare per cosa? Sì, i suoi sacrifici non hanno un fine egoista, c’è l’amore verso una persona per lei importante, ma ha poco spazio per crescere o fare davvero la differenza. I primi due volumi presi in esame per la recensione di Decorum non sembrano brillare per la trama, ma il buon Hickman ha lasciato il segno con altri fattori, determinanti in questa serie.

decorum

Decorum: quando l’universo ti parla

Il worldbuilding è pazzesco. Senza girarci troppo attorno, i lettori possono condividere questo aspetto. Non solo l’universo creato è qualcosa che incuriosisce, ma apre galassie a ogni pagina, rivelando una lore capace di dare forma concreta a quei mondi. Attraverso pochi dettagli si riescono a cogliere particolari importanti di una certa specie aliena, di un sistema solare lontano. Tutti questi elementi sono disseminati nelle storia vera e propria e negli intermezzi tra una vicenda e l’altra.

Annunci pubblicitari, dati di pianeti, ricette, il “programma scolastico” dell’accademia di assassini, sono dettagli che danno forma all’universo di Decorum. È proprio grazie a queste scelte stilistiche che il lettore si sente maggiormente coinvolto, immerso e protagonista della storia raccontata. Sono questi elementi di contorno a coinvolgere e trasportare il lettore nelle galassie di Hickman. E se all’inizio sembrano troppo presenti, si finisce poi a sperare che ce ne siano altri. Insomma, quel genere di contenuti hanno davvero dato una svolta alla lettura e all’esperienza.

Quei colori venuti dallo spazio

Huddleston è un Artista. Nei due volumi di Decorum non c’è una tavola fuori posto, non c’è un solo colore che stona. Dal bianco e nero a composizioni lisergiche, ogni soluzione e accostamento cromatico rafforza la scena. Si sperimenta nello stile, passando da un tratto intimo – nelle scene in cui si vedono Imogen Smith-Horley e il marito conversare in un grande salone mentre fuori piove – a un’esplosione di colori e pennellate nei combattimenti, nell’azione e nella scoperta del contenuto dell’Uovo.

Lo stile e la scelta dei colori aiutano la narrazione, le danno ritmo. Personalmente, non mi capitava di “leggere” un prodotto così completo da parecchio tempo. Osare, sia nelle tecniche narrative che nella composizione scenica, ha dato un risultato notevole. Peccato solo per la storia che, a fronte di questi elementi così in simbiosi, passa quasi in secondo piano. Decorum si legge e si apprezza per la composizione artistica, per il suo tono sperimentale più che per la trama. Ma forse è ancora troppo presto per parlarne.

Tiriamo le somme

Per concludere la recensione, diciamo che Decorum inizia con i migliori presupposti, alcuni dei quali mantenuti nei volumi usciti: worldbuilding, stile sperimentale delle tavole e della narrazione dell’universo. La genialità si vede nei dettagli, sia figurativi che narrativi, aiutando il lettore a immergersi nello spazio descritto. Purtroppo la trama è la parte meno convincente al momento, non ci sono eventi incalzanti e ciò che avviene non sembra entusiasmare troppo. La protagonista accetta tutto senza che emerga la sua personalità e, di conseguenza, non si vedono evoluzioni importanti.

Merita la lettura? Per chi ama la fantascienza sì, perdersi un universo del genere e le tecniche narrative utilizzate sarebbe un vero peccato. Bisogna dargli una possibilità già solo per l’approccio sperimentale al progetto. Siete in cerca di un titolo avvincente, ritmo serrato e colpi di scena? Ecco, in questo caso Decorum non fa per voi. Le aspettative sono state rispettate? Domanda difficile a cui rispondere perché ci sono state sorprese e piccole delusioni. Di certo, il potenziale è altissimo.

Yuri Rossi
Leggo e scrivo tantissimo, vivo in un GDR. Non sono molto fortunato con il D20. Da grande voglio essere Batman.

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